Il Litorale • 17/2019
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Pag. 32 Il Litorale ANNO XIX - N° 17 - 1/15 OTTOBRE 2019
La storia è tenera e nello stesso
tempo forte e coinvolgente al tal
punto che da sogno è diventata
realtà. Ci troviamo a San Giaco-
mo, quartiere di Nettuno...località
dove non manca nulla e dove c’è
un continuo segnale di crescita e
rinnovi: ufficio postale, due su-
permercati, un alimentari dove
una coppia giovane ha portato
prodotti freschi e genuini e rifor-
niti di tutto.
Tre bar, ben dislocati, carinissimi.
Due farmacie e tanto altro.
In questa realtà si è realizzato il
sogno di un uomo che ha dedicato
la vita alla famiglia, nelle scuole
ai ragazzi e poi, andato in pensio-
ne, alla sua comunità.
Per suo volere non cito le sue ge-
neralità ma nel farmi raccontare
la storia sia lui che i suoi amici
che lo hanno aiutato mi hanno
detto di nominarlo come “un so-
gnatore”.
Durante la notte gli viene in so-
gno un frate che gli chiede infor-
mazioni perché ha bisogno di un
alloggio dove poter andare a vive-
re...la richiesta pare insistente e
nel sogno avviene su una strada
proprio di San Giacomo che co-
steggia la piazzetta intitolata a
Silvio Mancino.
Il sognatore nel svegliarsi ha co-
me un sussulto...la notte coincide-
va con il venticinquesimo della
morte della sua figliola.
Quel frate era Padre Pio, oggi San
Padre Pio. Racconta tutto agli
amici i quali con lui decidono di
erigere una statua del Santo pro-
prio nella piazzetta Silvio Manci-
no. Grazie agli abitanti volentero-
si che si sono uniti in una formi-
dabile colletta, il 6 agosto si è
svolta la cerimonia della posa del-
la statua. A tale cerimonia oltre ai
devoti hanno presenziato tutti i
sindaci che sono stati in carica a
Nettuno, l’attuale sindaco Ales-
sandro Coppola, il parroco di tur-
no ed il primo parroco della par-
rocchia di San Giacomo. Ora San
Padre Pio è il posto di ritrovo per
gli anziani che scambiano due
chiacchiere sulle panchine accan-
to a lui, nei pomeriggi soleggiati.
Dà conforto a chi ha bisogno di
una preghiera.
Dopo nemmeno un mese, con al-
tri soldi raccolti, alcuni carabinie-
ri in congedo hanno eretto lo
scheletro di una futura protezione
per la statua in onore del vicebri-
gadiere Mario Cerciello Rega uc-
ciso lo scorso luglio a Roma da
due giovani americani mentre era
in servizio.
Il 23 di settembre in occasione del
25esimo della morte del Santo, i
fedeli hanno indetto una fiaccola-
ta ed una cerimonia dove hanno
presenziato gli stessi carabinieri
in congedo ed alcuni loro colleghi
ancora in servizio e molti fedeli.
La cerimonia è terminata con
scambio di saluti ed un piatto di
pasta per tutti i partecipanti.
Grazie al sognatore anche questo
angolo di San Giacomo è un altro
fiore all’occhiello per l’intera cit-
tà di Nettuno.
Patrizia Ciriaco
Il giorno 25 settembre la Dirigen-
te scolastica Prof.ssa Alessandra
Savarese, presso la sede del
MIUR, ha siglato l’accordo costi-
tutivo della Rete nazionale M²A,
che ha l’obiettivo di riunire i più
importanti istituti italiani di mec-
canica e di automazione per indi-
rizzare, sostenere e valorizzare la
formazione dei meccatronici di
domani.
L’Istituto è stato individuato quale
membro del Comitato tecnico
scientifico.
Un percorso nato dall’accodo tra
l’Associazione Italiana di Auto-
mazione Meccatronica e il MIUR
in sinergia con le istituzioni edu-
cative ed il mondo delle imprese,
al fine di avviare un cambiamen-
to derivato dagli ultimi modelli di
produzione propri dell’Industria
4.0, che necessitano di nuove fi-
gure professionali, i meccatronici.
Giuseppe invecchiava bene e di-
gnitosamente.
Aveva riempito il tabellone, da
uno a novanta: tombola. Viveva
solo. La moglie era morta. Aveva
due nipotini: Chiara e Giorgio che
erano la luce dei suoi occhi. La
madre, psicopedagogista, andava
ogni mattina a Pomezia a visitare
le scuole del 1º circolo e Giusep-
pe accudiva i nipoti ni per tutta la
mattinata.
Li faceva divertire un mondo.
D’estate al mare o al parco di Vil-
la Adele. Li faceva giocare, canta-
re, e raccontava loro anche tante
favole e filastrocche. Nonostante i
novanta si sentiva utile. Ma i ni-
potini, col passare degli anni era-
no cresciuti, andavano a scuola e
delle favole del nonno facevano
benissimo a meno. Poi per motivi
di lavoro, si trasferirono a Roma.
“Si papa, va bene papà, non ti
preoccupare, stai tranquillo, do-
mani vengo a trovarti con i bam-
bini”. Così lo rincuorava la figlia
per telefono. Ma il giorno dopo
né la figlia né i nipoti suonavano
alla porta. Solo allora il povero
Giuseppe avvertì che le sue gior-
nate erano vuote: un po’ di chiac-
chiere con qualche amico al bar,
un bel pranzetto al ristorante La
Piazzetta e poi a casa: le solite
pillole e la pennichella. Sì, le par-
tite lo avevano sempre interessato
ma la settimana era lunga... e pri-
ma che venissero le giornate di
campionato ... D’estete poi era un
inferno e non solo per il caldo
afoso, i rumori che venivano da
piazza Garibaldi, ragazzi e ragaz-
ze che canticchiavano seduti sui
gradini del vecchio municipio in
piazza C. Battisti, i suonatori am-
bulanti; e Giuseppe rinchiuso in
casa col ventilatore. Se usciva do-
veandava? I suoi veri amici erano
tutti morti.
C’era rimasto solo un suo vecchio
compagno di scuola, Giovanni.
Come tutti i vecchietti, Giuseppe,
nelle giornate di sole, andava a
Villa Adele dove era certo di in-
contrare Giovanni. Chiacchiera-
vano del più e del meno, dei nipo-
ti, dei figli, della spesa da fare,
delle bollette della luce, del gas,
della pensione che non bastava
mai, dei prezzi che salivano ogni
giorno, dei disastri che succede-
vano, stupri, furti, omicidi, dei
parenti che non telefonavano mai,
un po’ di politica.
Giuseppe sentiva sempre più la
lenta aggressione della solitudine,
la vera malattia dei vecchi, spesso
anche mortale. La noia quotidia-
na, i ricordi, anche belli, è vero,
ma non puoi stare giornate intere
a ricordare. La figlia gli aveva re-
galato un telefonino e un compu-
ter; ma il telefonino non squillava
mai e il computer... dopo qualche
giorno... Navigare in internet è
vero.
Così gli aveva detto la figlia: “pa-
pà, internet è il mondo intero, al-
tro che bar e la piazza del paese”.
Ma vuoi mettere internet con il
mondo reale? No, Giuseppe non
cadde nella trappola della naviga-
zione sul web... Vuoi paragonare
il web gli amici in carne e ossa?
Comunque la tristezza aumentava
giorno dopo giorno. Una mattina
Giuseppe uscì per comprare il
giornale. La settimana enigmisti-
ca che riempiva gran parte del
suo tempo, vide sul tavolo del bar
un fascicolo “Il giornalino dei
nonni”. Che cos’è questa cosa?
Pensò. E cominciò a sfogliarlo.
Belle pagine, tutte a colori. Guar-
da, guarda, pensò, allora c’è qual-
cuno che si ricorda di noi, che
parla di noi! Cominciò a leggere.
Quante cose interessanti. Quante
iniziative. Quanti suggerimenti,
giochi, passatempi. Ed erano su
misura per lui. E un riquadro:
“Parco degli ulivi”. Insomma, per
farle breve, Giuseppe telefona e
poi va. Si accorge di tante cose
nuove. I nonni non sono più og-
getti da buttar via, sono ancora
persone che possono fare mille at-
tività. “Ma questa è una seconda
giovinezza”. Chiese di visitare la
struttura. Un’assistente lo accom-
pagnò. La casa ha la caratteristica
di un grande albergo cittadino. Le
camere sono dotate di televisore,
telefono e citofono. Numerosi so-
no gli spazi condivisi, dal bar al
ristorante, alla sala lettura, da gio-
chi. Per non dire degli spazi verdi
del parco. Insomma una piccola
città in miniatura. Interessanti so-
no anche i servizi: pasti persona-
lizzati, parrucchiere, barbiere, po-
dologo.
L’assistenza medica è garantita da
medici specialisti, da psicologi.
Giuseppe decide di rimanere. E
da quel giorno è rinato. Ne è testi-
monianza questa telefonata della
figlia: “Papà, dove sei?
Che fai? Stai sempre in giro, Stai
bene? E Giuseppe per un po’ di
tempo lasciò che la figlia lo cer-
casse. Non era più lui a cercare la
figlia e i nipoti. l ruoli si erano in-
vertiti. Figlia e nipoti capirono
che non avevano più a che fare
con un vecchio rincoglionito, ma
con un giovanotto più sveglio e
più attivo che mai.
Guglielmo Di Dionisio
La storia di un uomo che ha contribuito a migliorare San Giacomo a Nettuno
Il sognatore ed il Santo
Il racconto del professor Guglielmo Di Dionisio
Giuseppe ricorda e pensa
Accordo Trafelli-Miur
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