Il Litorale • 19/2019
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Pag. 12 Il Litorale ANNO XIX - N° 19 - 1/15 NOVEMBRE 2019
Ha ormai più di 12 anni “la ca-
sta”, il libro inchiesta di Gian An-
tonio Stella e Sergio Rizzo. 12
anni e non li dimostra perché
sembra scritto oggi in cronaca di-
retta dai luoghi della politica e
delle istituzioni. Il libro sintetiz-
za, in una specie di mosaico dalle
mille tessere, quella che allora fu
chiamata “la caricatura obesa ed
ingorda della politica”. Il best sel-
ler, che è stato letto da milioni di
persone, non ha educato come
forse era nelle intenzione dei due
giornalisti, non ha contribuito a
risvegliare gli animi per una rivo-
luzione morale, che nemmeno gli
autori si aspettavano, ma ha con-
tribuito a mescolare le carte in ta-
vola e ad esacerbare gli animi. Il
distacco dalla politica è diventato
più acuto contribuendo al consoli-
damento dell’astensione dalla vita
politica e della reazione scompo-
sta, che è diventata Movimento
Cinque Stelle. La reazione alla
politica degli sprechi ha prodotto
pannicelli caldi che vengono
sbandierati da chi aveva cavalcato
il dissenso da anti casta per di-
ventare casta, dopo avere assapo-
rato il miele che essa racchiude. Il
dissenso è rimasto integro e libero
da vincoli ed è espresso dalla
maggioranza degli elettori, quelli
che non vanno nemmeno a vota-
re. La lotta agli sprechi è diventa-
ta un mantra privo di contenuti,
uno strumento privo di consisten-
za che non incide sul sistema e
sulla sua moralizzazione. Chi
aveva eliminato la povertà, trova-
to lavoro per il giovani con i “na-
vigator”, risolto il problema del-
l’immigrazione clandestina ri-
mandando i clandestini a casa lo-
ro, ha risolto anche il problema
del costo della politica con la ri-
duzione dei parlamentari: ha pen-
sato di moralizzare la politica ri-
ducendo il numero dei suoi rap-
presentanti nel potere legislativo.
Meglio subito chiarire che il ri-
sparmio che ne deriva a ciascun
cittadino è di circa 7 centesimi al
mese.
Quindi quei cialtroni che hanno
spacciato la riduzione dei parla-
mentari per un importante rispar-
mio per il Popolo Italiano hanno
dato solo un altro segno della pro-
pria incapacità a gestire politiche
incisive. Ma allora perché la qua-
si totalità dei parlamentari ha vo-
tato la norma costituzionale? Per-
ché nessuno avrebbe voluto esse-
re tacciato di difendere il “poltro-
nismo”. Perché la votazione è av-
venuta in modo palese? Perché se
fosse avvenuta in modo secreto la
norma non sarebbe passata. La ri-
duzione dei parlamentari non ha
nessunissima ragione di risparmio
apprezzabile e non ha ragioni di
funzionalità perché un maggior
numero di parlamentari contribui-
sce alla migliore suddivisione del
lavoro, specialmente nelle Com-
missioni. A chi serve? A chi fa de-
magogia. E’ un argomento che fa
breccia nell’immaginario politico
della gente: quella gente che nau-
seata da politicanti corrotti, dagli
intrallazzi delle amministrazioni
locali, da vitalizi esosi e da una
malversazione generalizzata che
arriva fino ai furbetti del cartelli-
no, sarebbe pronta anche a votare
la chiusura del Ministero degli In-
terni o di quello della Difesa pur
di illudersi di “farla pagare ai po-
litici”. Quella stessa gente che,
per fare un dispetto a Matteo
Renzi, non ha votato una riforma
veramente funzionale che preve-
deva, tra l’altro, la chiusura di
una delle due Camere e l’elimina-
zione di un ente inutile e costoso
come il CNEL che, da solo,
avrebbe coperto circa la metà del
risparmio ottenuto con la riduzio-
ne dei parlamentari che, di fatto,
lascia intatti gli esosi costi ammi-
nistrativi necessari per gestire le
due Camere.
L’eliminazione dei parlamentari
festeggiata da parlamentari indu-
ce a due riflessioni: la prima suo-
na come un auto giudizio rivolto
alla propria inutilità e la seconda
come il fatto che essa possa esse-
re un primo passo del programma
politico di eliminazione del siste-
ma della rappresentanza parla-
mentare. Una concezione aberran-
te che è ben codificata nel pro-
gramma di Casaleggio padre e fi-
glio. Bisogna ricercare, però, ra-
gioni più concrete e più immedia-
te che giustifichino un provvedi-
mento che, si badi bene, non è
fondato su nessuna ricerca o in-
tenzione di migliorare il sistema
legislativo dello Stato ma solo su
un effimero risparmio accompa-
gnato da un disordine del sistema
elettorale che rende praticamente
impossibile convocare le elezioni
politiche senza una elaborata ri-
considerazione del sistema eletto-
rale, dei collegi ecc.. Un meccani-
smo complesso e difficile che ter-
rà occupata la classe eletta per un
lungo periodo di tempo. Ma forse
è proprio questo lo scopo che si
intendeva raggiungere: rimandare
la verifica elettorale e la perdita
dei privilegi per tanti rappresen-
tanti del popolo.
Sergio Franchi
Il fenomeno dell’immigrazione ha ripreso a correre di fronte all’incapacità italiana
Vergogna europea
La riduzione dei parlamentari non migliorara il sistema politico
Riforma inutile
Nasce dal principio fondamentale
che i popoli più poveri si muovo-
no sempre alla ricerca del benes-
sere nei territori più ricchi. Resta
l’argomento più dibattuto e più
strumentalizzato del nostro pano-
rama politico. Eppure la migra-
zione è semplicemente un feno-
meno sociale che esiste da sempre
e che dovrebbe essere trattato sul
piano sociologico, con le modali-
tà della legge e con gli strumenti
della politica. Ma allora perché il
fenomeno viene affrontato a colpi
di mera ideologia che con la logi-
ca e la legalità non ha proprio
niente da spartire? Perché c’è una
parte rilevante della popolazione
che in nome dell’accoglienza, che
è un sentimento dell’anima ma
non una norma dello stato, vor-
rebbe che nessun freno fosse po-
sto all’arrivo di persone da altri
paesi? Perché vuole che ciò av-
venga pura avendo al la certezza
matematica che ciò significa solo
condannarle ....alla povertà, all’e-
marginazione, alla delinquenza ed
alla malattia? Perché, in nome del
sentimento cristiano dell’acco-
glienza si infligge a migliaia di
poveri disgraziati il castigo di un
futuro senza dignità ed il falli-
mento di un sogno che è stato col-
tivato per gli interessi di traffican-
ti e di schiavisti? E’ estremamente
difficile riportare il dibattito poli-
tico sulla migrazione sul piano
della logica sociale, del pragmati-
smo dei dati statistici i sui valori
di quelle modalità che hanno tra-
sformato, in secoli di storia tor-
mentata, un lembo di mondo in
un contesto fatto di mille specifi-
cità e lo hanno costruito col sacri-
ficio di milioni di vite. Non ho
mai ritenuto che l’immigrazione
sia un’emergenza, perché un fe-
nomeno naturale non deve mai di-
ventare un’emergenza in uno sta-
to moderno, di democrazia conso-
lidata che deve avere la struttura
legale e sociale per far fronte al
fenomeno ed alla sua evoluzione.
Così dovrebbe essere, se il feno-
meno stesso non entrasse del tri-
tacarne dell’ideologia dei partiti o
nella consuetudine della liturgia
religiosa; perché allora il confron-
to diventa dialogo fra sordi e la
logica, la legalità ed anche la for-
za dei numeri perdono di ogni va-
lore e regna il caos. Allora, sapere
da dati statistici inconfutabili for-
niti dal Capo della Polizia, che un
reato su tre in Italia viene com-
messo da immigrati e che la clan-
destinità, a cui la loro stragrande
maggioranza sono costretti, gene-
ra una propensione al crimine sei
volte maggiore rispetto all’immi-
grazione legale e cinquanta volte
rispetto al cittadino italiano, non
ha più alcun significato. Questi
sono dati che pesano come maci-
gni quando si vuole analizzare il
problema con l’intento di valutar-
ne i contenuti e le prospettive di
soluzione e la retorica dell’inte-
grazione per tutti resta solo un pe-
ricoloso esercizio di utopismo po-
litico. Sono dati che misurano il
problema solo dalla parte di chi,
senza alcun diritto, irrompe in
realtà tranquille travolgendole e
causando disagio e degrado a chi
vive la propria realtà forte dei
propri diritti. Il Capo della Polizia
conferma un assunto che ogni
mente ragionante dovrebbe com-
prendere e cioè che senza soluzio-
ni strutturali il problema tende a
deflagrare. Ma allora, che senso
ha far entrare nel nostro territorio
cittadini che provengono dalla
Tunisia, dalla Nigeria o dal Ma-
rocco, che sono spesso carichi di
precedenti penali, sapendo che es-
si dovranno essere sicuramente
espulsi con la certezza che com-
metteranno crimini nel nostro
Paese da cui, alcuni di essi, sono
stati già espulsi in passato? Che
politica dell’accoglienza è se si
accolgono delle persone sapendo
che il nostro Governo dovrà spen-
dere circa 4000 Euro a persona
per riaccompagnarle nel loro pae-
se, che si guarda bene dal facili-
tarne il ritorno? Che Governo è
quello che, formato da incompe-
tenti e da incapaci, non riesce
prendere decisioni drastiche atte a
bloccare il flusso illegale, l’arric-
chimento di commercianti di vite
umane e le tante morti in mare?
Non si possono fermare i fenome-
ni epocali ma se ne possono gesti-
re gli effetti e condividerne le re-
sponsabilità. L’Italia si trova a
subire un fenomeno così impat-
tante sull’equilibrio sociale, so-
vrastata da normative e da logiche
sovranazionali invocate e tradite
proprio da coloro che dovrebbero
esserle parte nella soluzione del
problema. L’Italia è in balia di
una classe politica incapace di di-
fendere la storia e l’orgoglio di
questo Paese. Se in un contesto
del Parlamento Europeo viene ac-
colta ed applaudita una persona
che ha il solo merito di aver com-
messo un grave reato in un paese
membro, infrangendo la legge,
mettendo a rischio la vita di servi-
tori dello Stato in divisa, per sal-
vare persone che non correvano
nessunissimo rischio, vuol dire
che l’Italia e le sue istituzioni
possono essere liberamente sbef-
feggiate. Se una messa in scena di
questo genere viene costruita non
è per caso ma per umiliare il no-
stro Paese. Se a farlo, concorrono
anche coloro che rappresentano
l’Italia in quel contesto a colpi di
stipendi favolosi, essi devono es-
sere ritenuti colpevoli di tradire la
loro appartenenza. Perché in quel
contesto non si applaudiva una
donnetta che aveva portato a ter-
mine uno scoop politico che ha
reso milioni alla propria organiz-
zazione, in quel contesto si sputa-
va sul nostro Paese e sulla Spa-
ghetti Politics di cui quegli euro-
deputati sono attori protagonisti.
Non potranno essere le ridicole
messe in scena come quella di
Malta ad abbindolare chi scettici;
non sarà una pacca sulla spalla
per il pericolo Salvini scampato a
cambiare le carte in tavola. Se
quello che applaude una persona,
perché ha commesso reati nel no-
stro Paese, è il Parlamento che
dovrebbe tutelare i sacrosanti di-
ritti di un paese fondatore, allora
credo che il paese fondatore deb-
ba risolvere il problema in pro-
prio. Chi scrive ha qualche seria
infarinatura di strategia militare e
di logistica dei sistemi complessi
e si sente di affermare che i com-
mercianti di vite umane possono
essere fermati e respinti dai porti
da cui partono. La tecnologia mo-
derna lo permette e lo permettono
anche i mezzi disponibili dal no-
stro apparato di difesa. Allora si
blocchi il flusso e poi si apra un
dibattito dopo aver strappato il
trattato di Dublino. A mali estre-
mi, estremi rimedi e se i parla-
mentari europei ridono dell’Italia,
si faccia vedere che l’Italia deve
essere presa sul serio. Dove sono
i De Gasperi, i Fanfani, i Saragat,
i Colombo, i Nenni? Che ci fa Di
Maio?
Sergio Franchi
Pomezia - Via Gorizia, 18 - Tel. 06.91802050
Cell. 328.2072100 - 328.2072102
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