Il Litorale • 19/2019
Pagina 31 di 52
l’importanza nuova assunta dalla tecnica e quella non
più valutata della teoria e del contenuto. La materia, il
segno e il gesto sono ora le componenti essenziali
dell’Informale.
Negli Stati Uniti, fra i protagonisti della eroica stagio-
ne dell’action painting devono essere menzionati Pol-
lock, de Kooning, Kline, Motherwell, Francis, Gott-
lieb, Baziotes. Tra i maggiori artisti europei materici e
segnici si ricordano Fautrier, Dubuffet, Burri, Hof-
mann, Antoni Tápies, Wols, Hartung, Capogrossi, Fon-
tana, Vedova (a lato), Afro, Scanavino, Mathieu, Mi-
chaux, Soulages.
JACKSON POLLOCK (1912-1956) costituì il fronte
più schiettamente “gestuale” dell’Espressionismo
astratto, nonché uno dei più importanti artisti america-
ni del dopoguerra e, ancora oggi, uno dei pittori mo-
derni più conosciuti dal grande pubblico. La critica
americana riconobbe subito in lui un vero caposcuola,
capace di liberare l’arte statunitense da ogni forma di
dipendenza da quella europea.
All’età di 25 anni, per gravi problemi di alcolismo, si
sottopone a diverse sedute psicanalitiche. Viene così a
conoscenza del mondo della psicologia, scoprendo le
dimensioni dell’inconscio e dell’irrazionalità, che de-
termineranno la svolta decisiva verso l’arte informale.
Il murale realizzato nel 1943 per la casa di Peggy Gug-
genheim è la prima opera di questo nuovo periodo. Da
questo momento diviene uno degli artisti americani più
noti, acquistando tale fama da divenire quasi un mito.
Mette a punto la sua nota tecnica del «dripping» consi-
stente nel far gocciolare il colore su una tela posta in
orizzontale, determinando la colatura del colore con
gesti rituali e coreografici in cui erano presenti remini-
scenze dei riti magico-propiziatori praticati dagli india-
ni d’America. Le opere così realizzate si presentano
come un caotico intreccio di linee e macchie colorate,
con una totale assenza di organizzazione razionale.
L’esistenzialismo
In queste opere venivano ritrovate quelle tipiche istan-
ze dell’esistenzialismo, caratterizzate da sfiducia nelle
possibilità dell’uomo di realizzare le sue aspirazioni di
un’armonia con il mondo esterno all’individuo. La sua
opera si connota dunque per una carica drammatica ed
angosciosa, che suggestionò soprattutto il mondo intel-
lettuale di quegli anni. In una intervista ad Harold Ro-
semberg, pubblicata su “Life” nel 1949 l’artista così
dichiara: «Non dipingo sul cavalletto. Preferisco fissa-
re le tele sul muro o sul pavimento. Ho bisogno del-
l’opposizione che mi dà una superficie dura. Sul pavi-
mento mi trovo più a mio agio. Mi sento più vicino al
dipinto, quasi come fossi parte di lui, perché in questo
modo posso camminarci attorno, lavorarci da tutti e
quattro i lati ed essere letteralmente “dentro” al dipin-
to». La sua ricerca, durata poco più di un decennio, si
interrompe nel ’56, quando, all’età di 44 anni, muore
in un incidente stradale.
La poetica dell’espressionismo astratto - o Informale -
si manifestò sia in Europa sia negli Stati Uniti con
conseguenze destinate a caratterizzare fortemente le
tendenze dell’arte contemporanea succedutesi dagli
anni Sessanta fino ai nostri giorni. Contestando tutti gli
schemi del passato, la poetica dell’Informale, forte-
mente impregnata delle teorie filosofiche fenomenolo-
giche ed esistenziali, realizzò l’identificazione dell’ar-
tista con la propria opera mediante il gesto stesso del
dipingere, provocando così un’incolmabile frattura tra
ANNO XIX - N° 19 - 1/15 NOVEMBRE 2019 Il Litorale Pag. 31
S i m p o s i o
LIBERO INCONTRO ARTISTICO CULTURALE
ARTE CONTEMPORANEA
con Vincenzo Scozzarella
L’ESPRESSIONISMO
ASTRATTO O INFORMALE
LA MANIPOLAZIONE
MENTALE
diMichele D’Auria
La manipolazione mentale,
a mezzo dei media e dei
social ormai à all’ordine
del giorno. Siamo bombar-
dati da fake news che usa-
no, come mezzo di persua-
sione occulta, non la razio-
nalità ma l’ emotività nel
senso che, tutte le notizie
anche le più drammatiche,
si trasformano in una for-
ma di intrattenimento, di il-
lusione dell’informazione,
basate non sulla razionalità
e veridicità, ma sulle emo-
zioni che provocano negli
utenti e molti di questi fragili, soli e privi di punti di ri-
ferimento vengono suggestionati ed influenzati al pun-
to tale da cambiare comportamenti e modi di essere.
Oggi chiunque voglia manipolare una notizia o scrive-
re una c.d. “ bufala” o fake news, ha a disposizione un
bacino di utenza immenso, una replica ancora più po-
tente della televisione. Basti pensare che nel 2008 gli
utenti di face book in tutto il mondo erano “soltanto”
145 milioni, nel 2013 un miliardo e 230 milioni e nel
2016 il numero è salito a un miliardo 860 milioni di
utenti. Attraverso un sapiente uso delle emozioni e del-
le suggestioni, le bufale o fake news sono adottate
ogni giorno dalla pubblicità, dal potere, dalla politica,
dai mass media per controllare l’opinione pubblica,
manipolandone le menti. Si creano così fake news di
una minaccia globale, di un pretesto per una guerra, di
una paura imminente, di un etichettamento di giornali-
sti, di una caduta della borsa, di screditamento di per-
sonaggi pubblici,di una imminente epidemia etc etc.
Lo sfruttamento dell’emotività nasce al fine di provo-
care un corto circuito nella nostra mente che scatena
emozioni profonde di paura, rabbia, tristezza, disgusto,
sorpresa, gioia (o meglio, esaltazione euforica) e per-
mette di aprire un collegamento subliminale diretta-
mente con la nostra parte inconscia al fine di impianta-
re in noi idee, desideri, paure e timori, inducendo così
le persone, ad assumere comportamenti al di fuori del
loro controllo logico razionale e volontario. Tramite
una subdola progressione geometrica che coinvolge tv,
giornali, internet, istituzioni e politica, l’inaccettabile
diventa accettabile, e addirittura conforme e legalizza-
to. Quindi, un’idea del tutto inaccettabile qualche anno
prima, diventa, dopo i vari passaggi proposti dallo
schema, un’idea del tutto accettata e radicata all’inter-
no della società, tanto da diventare legge. Il tutto senza
rivoluzioni, ne’ guerre, senza forzature, senza violenza
fisica se non quella violenza subdola che riguarda la
mente. Come mai tutto questo flusso di informazioni
deviate e false, può essere attuato? Semplice. Perché
ormai viviamo in una società che crede ciecamente a
tutto ciò che proviene dalla televisione e dai media. Se
lo dice la televisione è vero. Niente di più falso invece.
Uno dei trucchi più in voga nelle televisioni, consiste
nel cambiare nome ad un concetto, manipolandolo al
fine di farlo apparire da subito più bello staccando dal-
la nostra coscienza il contenuto della parola stessa. Per
questo le guerre più sanguinose sono diventate missio-
ni di pace, gli omosessuali oggi vengono chiamati gay,
le uccisioni di militari appartenenti allo stesso esercito
vengono chiamate fuoco amico, e forse i cannibali un
giorno verranno chiamati, ad esempio, amanti del ge-
nere umano. Come difenderci?
Lo potrete scoprire, il giorno 6 Novembre. Vi aspetto!
Mercoledì 6 novembre - ore 17.00
SCRITTURA AL FEMMINILE
Rubrica aperta a tutti
Cammini di donne nelle opere
di Saveria Chemotti
SAVERIA CHEMOTTI, nata in provincia di Trento,
vive e lavora a Padova. Grande esperta di letteratura
moderna e contempora-
nea e di letteratura del-
le donne, è docente di
Letteratura italiana di
genere e delle donne
all’Università di Pado-
va e coordinatrice del
Forum per le politiche
e gli studi di genere
dell’Ateneo Patavino.
Numerosi i suoi saggi
sul Romanticismo ita-
liano ed europeo, sulla
narrativa e la poesia del
Novecento italiano e
dopo aver dedicato
molte ricerche, con re-
lative pubblicazioni, al-
la storia e alla scrittura delle donne, nel 2014 Saveria
Chemotti esordisce come narratrice.
LA PASSIONE DI UNA FIGLIA INGRATA (L’I-
guana 2014) è la sua prima opera letteraria. La passio-
ne del titolo corrisponde al percorso di sofferenza e di
amore compiuto dalla protagonista per “lasciar andare”
la madre, affetta da un male che la priva della sua iden-
tità e della sua memoria. Il libro è strutturato in quat-
tordici stazioni, una “via crucis”, che costringe questa
figlia, con un passato di studi puntigliosi e un presente
di successo, a fermarsi, a rivisitare il passato, a fare i
conti con se stessa, con la sua storia condizionata dalla
difficoltà di comprendere sua madre, rifiutata dalla ma-
dre naturale, ma molto amata da quella adottiva. È il
racconto di un’agonia, fisica per l’una e spirituale per
l’altra, che si confronta con la rabbia, con lo smarri-
mento ed ineluttabilmente anche con l’incomunicabili-
tà, ormai, ma anche con la comprensione, con la mise-
ricordia ed il perdono.
TI HO CERCATA IN OGNI STANZA (L’Iguana
2016). Con questo secondo romanzo l’autrice dà voce
a due personalità agli antipodi, Berta e Lydia, il bianco
e il nero, unite da un amore di sorellanza, da un legame
non di sangue ma di anima e di cuore: un’amicizia si-
gillata nel percorso di studi e di creazione di una pro-
pria identità di donne negli anni della contestazione
sessantottina, della scoperta dell’emancipazione fem-
minile, della consapevolezza di appartenere a un mon-
do femminile che riscopre il proprio valore e la propria
forza. Sullo sfondo le rispettive famiglie, Berta di mo-
deste origini e Lydia di famiglia benestante, e il rap-
porto con le madri alle quali le figlie non vogliono as-
somigliare ma alle quali rivolgeranno poi uno sguardo
indulgente. Berta e Lydia studiano, si informano, svi-
luppano capacità critica e si ribellano, forti di una nuo-
va consapevolezza di genere. Sarà poi un
incontro/evento a segnare drammaticamente il destino
di Lydia e Berta dovrà far appello alla sua forza per da-
re un senso a tutto il dolore che ne seguirà.
Maternità ed educazione/rapporto sentimentale femmi-
nile, relazioni fra donne sia in verticale
madre/figlia/nonna) e sia in orizzontale (compagne di
scuola, amiche, colleghe), sono tratti fin qui comuni
della narrativa di Chemotti.
SIAMO TUTTE RAGAZZE MADRI (L’Iguana
2018) chiude la trilogia che ha per oggetto la maternità
e le relazioni al femminile. Qui il tema della maternità
assume però una diversa connotazione (Rosa appartie-
ne “a una brutta razza di donne”, ha 16 anni, studia e
rimane incinta), ma anche qui una donna elabora un
progetto di vita fatalmente interrotto da un
incontro/evento apportatore di sofferenza e difficoltà,
finché a pareggiare i conti e ad indicare una strada di
salvezza non appare la figura e di un’altra donna che,
forte della sua esperienza di vita, suggerirà: “[…] Non
dovremo più aver paura della tenerezza e della passio-
ne. Non generiamo solo bambini: realizziamo progetti,
ci riprendiamo il mondo. Adesso lo sai cosa significa
essere ragazze madri.”
A CHE PUNTO È IL GIORNO (Apogeo Editore
2019) interrompe il modello letterario del romanzo e
Saveria Chemotti ci coinvolge (mente e animo o cuo-
re) nella sua scrittura di diciotto racconti, preceduti da
altrettante ouverture. Racconti nati nel corso di dieci
anni di scrittura parallela a quella dei suoi romanzi e
dei saggi critici, diciotto situazioni di vita di donna,
storia di una vita nella vita di altre, dedicato “Alle mie
amiche. Sorelle vicine e lontane”. “Scrivere per trava-
sare la nostra eredità, il bagaglio pesantissimo che ci è
stato trasmesso dalle nostre madri, dalle generazioni
precedenti, dal patriarcato persistente, ma soprattutto il
frutto delle nostre lotte contro l’emarginazione e l’e-
sclusione identitaria, alle nuove generazioni. Raccon-
tando stralci del nostro passato nell’esperienza delle
donne che sono protagoniste dei miei racconti, affon-
dando le mani nelle vicende che abbiamo attraversato,
nelle idee che ci hanno sorretto, ho cercato di compor-
re un messaggio di forza e non solo di speranza proprio
per le giovani donne che ancora oggi si battono per af-
fermare la loro soggettività.” (cit. Saveria Chemotti).
Saveria Chemotti racconta sì di donne, ma racconta
rivolgendosi a donne e uomini, anche per riuscire a tro-
vare intese nella diversità ed un nuovo cammino insie-
me. Del resto i suoi romanzi e racconti sono popolati
di presenze maschili accanto a quelle femminili.
QUELLA VOCE POCO FA (Iacobellieditore settem-
bre 2019): ultima opera letteraria di Saveria Chemotti,
tutta da scoprire nel nostro futuro incontro con la scrit-
trice.
Leggi di più
Leggi di meno