Silvano Casaldi ci ricorda lo splendido week end del 1 e 2 luglio 1989 quando a Nettuno Adriano Panatta vinse il Gran Premio di Roma
La Formula 1 del mare a Nettuno – l’Offshore, a mare aperto
Nella Marina Yachting di Nettuno, il porto quattro stelle, il più bello e il più accogliente e moderno del Centro sud, al quale una severa giuria europea riunita a Bruxelles aveva conferito l’onore di poter alzare sul pennone più alto una bella Bandiera Blu, nei giorni 1 e 2 luglio 1989 si svolse la gara di motonautica il Gran Premio di Roma, sesta prova valida per il campionato europeo offshore classe 1.
Motori esagerati, scafi super sofisticati, un giro di sponsor e di miliardi impressionante: il grande circo dell’offshore, il mondo del brivido sulle onde investiva la città del Borgo medievale, arroccato sulla roccia, le cui finestre guardano proprio i moli e la selva degli alberi che dondolano accanto alle banchine, tanto da farlo apparire la Montecarlo d’Italia. Con quel mostro del Magnum 63, due motori da 1400 cavalli GM Stevenson e 60 nodi all’ora di Domenico Fiore presidente della Siciet, e la candida “navetta” tra virgolette Palema del chirurgo delle dive Lionello Ponti. Altri grossi yacht giunsero sulle banchine della Marina di Nettuno, il porto registrava il tutto esaurito e tanti proprietari di queste grandi imbarcazioni sembravano preferirla a Cala Galera il porto di Grosseto.
Tra questi la figlia dell’industriale Fiorucci, il proprietario della Ferrarelle Violanti, il comico Paolo Villaggio, di tanti uomini d’affari i Sonnino, i Pavoncello, i Piattelli; i “grandi” medici i Fisher, gli Spallone e i Crocetta, l’azionista della Porsche Hans Jurich Eugster, la squadra di psichiatri e psicologi guidata da Marco Palladini, del regista Tonti, dell’avvocato rampante, il civilista Marco Cavaliere, che sfrecciava in offshore da 800 cavalli in mezz’ora dalla costa a Ponza e arrivava all’imbarco con una vistosissima Ferrari Montecarlo, del cantante Antonello Venditti, del proprietario della Sony Italia, del tennista Adriano Panatta che partecipò alla competizione internazionale e non ultimo Stefano Casiraghi consorte di Carolina di Monaco, giunti su un’imbarcazione di 50 metri, anche lui in gara nell’offshore.
Offshore, cioè «in mare aperto». Fino a qualche anno fa questo termine era noto soltanto a pochi intimi, appassionati di sport motoristici e, il più delle volte, appartenenti al mondo elitario di proprietari delle grandi imbarcazioni da diporto.
Le gare di offshore a Nettuno si svolsero sotto il Borgo medievale. Tutti dal Bar Il Gabbiano, al ristorante da Romolo che sta sotto una bellissima bifora consumata dal tempo e con i gerani, e Al Centro da Spadaro e la birreria Old Rock di Serangeli, si preparavano a ricevere l’invasione del sabato e della domenica della massa di villeggianti.
Questo il titolo dell’articolo pubblicato dal Corriere dello Sport il 3 luglio 1989.
Motonautica – Nel G P. di Roma – Panatta lascia Londra appena in tempo per trionfare a Nettuno.
Circa 5mila persone hanno invaso ieri la Marina di Nettuno per assistere al 1° Gran Premio Città di Roma, sesta prova valida per il campionato europeo offshore classe 1. Ha vinto Adriano Panatta in coppia con Antonio Gioffredi sul catamarano Paul Picot, seguiti a 11’ dal campione mondiale, europeo e italiano Fabio Buzzi sul catamarano Cesa 1882, terzo a 43” Martini Bianco, catamarano condotto da Emilio Molinari, quarto il catamarano Reporter di Steve Curtis a 56”. Come si può vedere dai tempi c’è stato un arrivo al fotofinish, cosa che ha sicuramente ripagato il pubblico accorso in massa nella cittadina del litorale tirrenico oltre al fatto che a vincere è stato un campione di casa Adriano Panatta, che solo sabato pomeriggio era ancora sugli spalti di Wimbledon a Londra.
Per il simpatico grande ex del tennis italiano questo è l’anno d’oro per le sue gare di offshore (aveva già vinto, ed è stata la prima volta, a Venezia un mese fa).
Panatta è stato un successone vincere nelle acque di casa? Gli chiese il corrispondente del Corriere dello Sport.
«Sicuramente arrivare primo nella regione dove sono nato è sempre stato un sogno, anche se sapevo che potenzialmente il mio “Paul Picot” poteva farcela. Una delle cose che mi ha fatto più piacere è stata la grande partecipazione di pubblico, così tanta gente probabilmente non si era mai vista in una gara della Formula 1 del mare».
La Cenerentola Nettuno si era trasformata in una signorina tutta snob.
Silvano Casaldi
(Foto di Franco Paolini)