Ad Anzio la visita alla centrale Biogas della Spadellata di politici ed associazioni
I dirigenti rifiutano il confronto
La centrale biogas della Spadellata ad Anzio è ormai in piena attività e tutti quei disagi che solo gli ingenui non hanno voluto a saputo prevedere stanno venendo a galla. Restano i rischi che derivano dal fatto che quel grande serbatoio di metano si trova in piena zona abitata con una scuola, palazzine, un supermercato, una farmacia ed anche un tempio religioso frequentato da centinaia di persone. E li non ci doveva stare per ragioni di sicurezza e non ci deve stare per le stesse ragioni. Si dice che l’avversario si contrasta meglio conoscendolo per cui, il 16 settembre, in occasione della visita di Marco Cacciatore, Presidente della Commissione Ambiente della Regione Lazio, e molto attento al problema della centrale della Spadellata, alcuni rappresentanti dei gruppi che aderiscono ad UPA, a livello individuale, lo hanno accompagnato. Il presidente Cacciatore, che era accompagnato anche da un suo collaboratore, ingegnere ambientale , è stato quindi affiancato nella visita da Paola Leoncini (Comitato per Lavinio), da Paola Morgillo (Comitato cittadini Sacida) e da Marco Mandelli (Associazione Reti di Giustizia, di Aprilia). La politica di Anzio era presente col Consigliere Luca Brignone per l’Associazione Alternativa per Anzio. I visitatori sono stati accolti gentilmente dal responsabile dell’impianto ing. Borreale e da due dirigenti di Asja ambiente Italia, società per azioni proprietaria della società (e dell’impianto) Anziobiowaste, ing.Torre ed ing.Bonura. Dopo una breve presentazione del complesso in sala, i visitatori sono stati accompagnati in visita all’impianto. Non è stato possibile scattare foto. In merito agli odori molesti segnalati dai cittadini di Anzio, all’interno dell’impianto sono stati rilevati odori ma, naturalmente, non in modo significativo. Mentre ormai da tempo miasmi di genere diverso ed in zone diverse vengono rilavati da molti cittadinio che li denunciano all’AG. Secondo quanto affermato dai responsabili dell’impianto gli odori non sono giustificati perche i rifiuti organici in ingresso vengono stoccati in capannoni mantenuti in depressione e gli odori fuoriescono solo nei momenti di conferimento dei rifiuti. La tante testimonianze e le proteste dei cittadini non possono essere poste in dubbio e, se il sistema dovrebbe eliminare le emissioni odorifere e non lo fa, e su questo non c’è dubbio, vuol dire che il sistema non funziona correttamente. Certamente la visita era del tipo di quelle che si fanno per vendere un prodotto o per mostrarne i pregi, per cui nessuno si aspettava che i gentili anfitrioni dichiarassero che l’impianto è del tutto inutile sul piano ambientale, perchè potrebbe essere facilmente abolito con un compostaggio generalizzato, è insignificante sul piano economico, non porta nessun vantaggio all’economia locale, esiste perchè causa forti ritorni economici all’impresa per gli incentivi dello Stato e che quando tali incentivi saranno terminati verrà probabilmente abbandonato a futura memoria della stupidità umana. Nel frattempo farà soffrire i cittadini per le emissioni che genererà e costituirà una spada di damocle sugli abitanti per i rischi che la sua presenza genera. Ai dirigenti di Asja ambiente Italia è stato contestato il fatto che l’impianto è nato male, di nascosto alla cittadinanza, vicino a case e scuole, al di fuori di una pianificazione. Essi hanno risposto che la visita odierna era funzionale ad illustrare gli aspetti gestionali dell’impianto e non tutta la genesi e la storia dello stesso. Si ricorda brevemente che il progetto era stato inizialmente presentato (nel 2011) in Regione Lazio dalla società COGEC di Latina, che lo aveva ceduto, una volta ottenuta le autorizzazioni, alla società Anziobiowaste, sempre di Latina. Poi Anziobiowaste è stata rilevata da Asja ambiente Italia spa. Al momento della presentazione del progetto la norma imponeva una distanza di sicurezza di 2000 metri dagli obiettivi sensibili mentre l’impianto fu posizionato a soli 290 metri da tali obiettivi. L’ing. Bonura ha paragonato l’acquisto del progetto Anziobiowaste, da parte di Asja, all’acquisto di una autovettura; i visitatori lo hanno paragonato all’acquisto di un’auto, ma di seconda mano; in questi casi, è stato fatto presente, bisogna informarsi bene sulle condizioni dell’autovettura e prendere qualche informazione sul venditore.
I dirigenti di Asja hanno mantenuto la stessa impostazione (separare aspetti amministrativi e politici da quelli gestionali) per tutta la durata dell’incontro. Nonostante il livello elevato dei rappresentanti della ditta non si è voluto nemmeno per un attimo entrare nelle ragioni di quell’impianto e delle ragioni per cui fu rilevato certamente non ignorando che esso era fuori norma, atto che si è dibattuto pubblicamente sin dall’inizio. Ben sapendo che la realizzazione di impianti del genere comporta per gli abitanti risarcimenti compensatori cosa che la Asja si è ben guardata dal proporre. Ben lontani i tecnici della ditta dallo spiegare perché nell’elaborato di progetto presentato fu omessa la presenza di una scuola e di tante abitazioni; forse perché se fossero state indicate il progetto sarebbe stato rigettato. Insomma ci sia aspettava un coinvolgimento completo e non la descrizione didattica di un impianto biogas che ai cittadini non interessa affatto.
Il presidente Cacciatore ha voluto sottolineare l’incongruenza di un sindaco che chiede la revoca delle autorizzazioni regionali, ma nel contempo conferisce i rifiuti organici ad Anziobiowaste. Ha sottolineato anche la infelice localizzazione dell’impianto, in una zona industriale che tale non è più, essendoci anche case, scuole ed attività commerciali. Il Comune di Anzio ha certamente delle responsabilità, in merito a questo caos urbanistico. Il presidente Cacciatore ha anche ricordato che il recupero energetico è all’ultimo gradino nella scala dei criteri per una corretta gestione dei rifiuti e si dovrebbe privilegiare il compostaggio aerobico (domestico e di quartiere). E’ stato fatto notare che ci sarà un riesame dell’AIA e l’ing. Bonura ha detto che il riesame dell’AIA è previsto periodicamente per legge e loro non hanno difficoltà su questo. In risposta a Cacciatore l’ing. Bonura ha affermato con un pizzico di soddisfazione che, oltre ai comuni di Anzio e Nettuno, conferiscono FORSU anche altri comuni del Lazio, come Frosinone e Formia. Visita comunque interessante ai fini del prosieguo del confronto serrato che cittadini intensificheranno fino a che la giustizia non sarà ristabilita e la centrale biogas chiusa.
Sergio Franchi (con la collaborazione dei rappresentanti delle associazioni che hanno partecipato alla visita)