Ci vogliono regole operative contro la pandemia
Rimbocchiamoci le maniche
il momento di forte difficoltà causato dall’emergenza sanitaria, che da noi è ancora solo appena accennata, ci impone di intervenire per contribuire ad una necessaria azione preventiva. Ne abbiamo fatto oggetto di disponibilità e di proposta al Sindaco di Anzio a cui abbiamo indirizzato alcuni suggerimenti a livello operativo per cercare di rendere più dinamica e quindi più efficace l’azione del Comune. Siamo convinti che proprio perché l’epidemia non è ancora presente in Anzio che bisogna intensificare l’azione di prevenzione. Riportiamo di seguito la lettera inviata al Sindaco di Anzio.
Gentile Signor Sindaco,
a nome mio e dei gruppi che aderiscono ad Uniti Per l’Ambiente ritengo doveroso intervenire in questo momento di emergenza sanitaria per confermare la mia e la nostra disponibilità a contribuire alla difesa della gente del nostro Comune.
Ritengo che, ogni atteggiamento polemico ed ogni situazione irrisolta debbano ora essere messi da parte per pensare solo alla difesa della salute della nostra gente specialmente in previsione di una probabile evoluzione negativa dell’epidemia. Per quanto ci riguarda noi stiamo lavorando nella direzione di una sensibilizzazione dei nostri concittadini ad attuare le disposizioni che verranno prese a livello nazionale e locale, limitandoci a divulgare solo documenti verificati .
E lo facciamo attraverso i molteplici canali di cui disponiamo in rete e sulla stampa. Ritengo utile però suggerire, a livello istituzionale, l’esigenza di un atteggiamento che vada oltre l’emissione di ordinanze e di disposizioni che, conoscendo la nostra gente, vengono considerate spesso con atteggiamento pericolosamente superficiale.
Come ho già avuto occasione di suggerire ritengo indispensabile che il Comune diventi una controparte viva, attiva ed aggregante in questo momento di emergenza e per farlo deve usare mezzi più agili e più accessibili da parte dei cittadini. Numeri telefonici a cui spesso non risponde nessuno non possono bastare a stabilire un rapporto di collaborazione e di fiducia con la gente in momenti di concitazione. Mi permetto pertanto di suggerire quanto segue:
1 - L’istituzione di un numero telefonico unico presidiato da persone che possano dare chiarimenti specialmente per quanto attiene al susseguirsi poco chiaro delle disposizioni.
2 - La creazione immediata di un punto di interazione agile e permanente nel sito del Comune di Anzio a cui i cittadini si possano rivolgere per avere chiarimenti ed informazioni in tempo reale. Come attuato dal Comune di Aprilia.
3 - Istituzione di un servizio di assistenza per i più deboli che non possono uscire di casa, come attuato dal Comune di Aprilia.
4 - La creazione di 3 punti di informazione comunale posti ad Anzio Centro, Lavinio e Colonia che operino dalle ore 9,00 alle ore 18,00 e che forniscano informazioni e presidi sanitari come mascherine e guanti.
5 - La creazione di un nucleo di 4 pattuglie mobili da due persone di Polizia Locale che intervengano presso supermercati e punti di assembramento affinché facciano applicare le disposizioni vigenti.
Non credo proprio che quanto suggerito sia oneroso o di difficile attuazione; non pretendo di essere a conoscenza della soluzione del problema ma ritengo che quanto proposto sia un utile contributo di pensiero informato.
Ritengo sia necessaria l’attivazione del nucleo di Protezione Civile del Comune di Anzio che certamente potrà contribuire in modo fattivo in questa emergenza. Ogni singola attività che riguarda questa situazione dovrebbe essere coordinata da una singola persona capace che dovrà essere designata. Per quanto ci riguarda noi restiamo a disposizione per ciò che ci è possibile svolgere e per quanto siamo capaci di suggerire con lo spirito di servizio che ha sempre contraddistinto i nostri comportamenti. Buon lavoro.
Sergio Franchi
Quando i politici si vergognano del partito a cui appartengono in barba alla democrazia
Politica senza partiti
Tutto origina da un terremoto che si chiamò Tangentopoli. Fino ad allora si viveva sapendo ma senza esserne sicuri. Tutti sapevano che senza “bustarella” o senza “raccomandazione” in Italia non si poteva concludere un gran che ma non si aveva coscienza del sistema ben organizzato ed oliato che, a tutti i livelli, era in funzione. Poi la Magistratura, colpevole di essere stata silente per decenni, trovò l’occasione ed un team di giovani Magistrati intraprendenti che aprirono il vaso di Pandora e tirarono fuori, di tutto e quasi da tutti, i mali della corruzione. Bettino Craxi ebbe il coraggio di farne oggetto di un intervento alla Camera con cui tacciò di ipocriti tutti coloro che facevano finta di non sapere. Da allora la Magistratura, con l’ausilio di una certa stampa manettara, ha tenuto la politica di questo Paese sotto tutela indirizzando comportamenti e distruggendo carriere.
L’esempio più recente: un cittadino delle Repubblica, che fa politica attiva, intende acquistare una casa a Firenze, si fa prestare 400.000 Euro da un conoscente che restituisce dopo un mese; il tutto alla luce del sole. Ma il baldo politico toscano ha fondato un partito e detta la road map di un governo traballante ed allora deve essere messo sotto torchio, alla ricerca di un reato. La Magistratura si mette in moto, la solita stampa, puntualmente informata su atti secretati, ne coadiuva l’azione e del politico toscano si cerca di fare carne di porco: la Fondazione, che ne sostiene l’attività politica, viene ritenuta un partito che beneficia di finanziamenti illeciti e si tira fuori un’altra ipotesi di “reato” e cioè che il medesimo si faccia pagare per fare conferenze e dibattiti; che poi è il lavoro che rende ricchi politici ed ex politici di mezzo mondo. Tangentopoli ha posto fine alla cosiddetta prima Repubblica con la pretesa, del tutto disattesa, di crearne un’altra meno corrotta e più giusta. Anni di ripudio dei partiti e della partitocrazia alimentati da un nuovo tipo di corruzione non più diretta ad alimentare le organizzazioni politiche ma più semplicemente per arricchire singoli personaggi che hanno scelto di far politica per fare soldi. In democrazia i partiti sono lo strumento necessario per organizzare il consenso politico e la loro debolezza rende più debole la stessa intelaiatura sociale della Nazione. Negli ultimi anni si è consolidato il distacco dei cittadini dalla politica e dai partiti che la esprimono; nuove formazioni hanno visto la luce tutte incentrate sulla figura di un leader e grande successo ha ottenuto un movimento che invece di organizzare il consenso ha prevalso elettoralmente organizzando il dissenso.
E’ sul dissenso che si vedono piazze gremite di persone la cui unica connotazione sembra essere quella del rifiuto di paternità partitiche. Ora che quel Movimento ha dato i segni del fallimento altri cittadini trovano nella piazza l’unico strumento per manifestare il dissenso anche se non la proposta. Sembra che i partiti, organizzazioni indispensabili per indirizzare le azioni della politica, siano diventati strumenti usa e getta da utilizzare per il solo raggiungimento di obiettivi di potere. Il passaggio da un partito e quindi presumibilmente da un programma politico ad un altro, costituisce ormai la regola e coloro che concorrono per essere eletti a cariche amministrative sembra si vergognino del partito che li presenta tanto che si nascondono dietro le cosiddette liste civiche, che non sono altro che lobby di potere asservite ad un piccolo leader a cui si dovrà dare una ricompensa in caso di vittoria. In alcune aree del nostro Paese ciò identifica un vero e proprio commercio di voti. E così il consenso esonda dagli argini dei partiti, che non riescono più a contenerlo e si riversa nel dissenso e nella negazione di movimenti che alzano la bandiera del “vaffa”; oppure di un generico quanto inverosimile “disimpegno” dai partiti, che nasconde un vero e reale impegno di parte. di cui però i movimenti sembrano vergognarsi. Ieri il Movimento 5 Stelle, che si sta frantumando di fronte alla realtà di governo; oggi il Movimento delle Sardine che, caso unico nella logica politica, alimenta battaglie non contro il Governo di cui i suoi sodali politici fanno parte, ma contro l’opposizione per evitare che la stessa, nel gioco della democrazia, diventi governo. Nelle piazze, sembra rivedere gli esordi di Grillo con l’unica differenza che in luogo degli innocui ed espliciti “vaffa”, le Sardine usano il più subdolo “disimpegno” dai partiti ma con l’unica ossessione di evitare che una parte politica possa prevalere.
E lo fanno nel nome della negazione e senza proposta. Lo fanno negando la loro evidente matrice pseudo ideologica mentre in Emilia Romagna contribuiscono in modo significativo alla vittoria del candidato del PD. Quel candidato della Sinistra che si guarda bene dal fare mostra del partito di cui fa parte e dei partiti che lo sostengono e riduce al minimo la partecipazione dei loro leader nazionali. Il solito guazzabuglio all’italiana che cerca di organizzare il dissenso nel nome di concetti dell’anima come l’amore, l’accoglienza e l’integrazione; principi che, senza la politica, restano solo slogan vuoti ed inutili. Eppure i partiti, ma non la partitocrazia, restano l’unico baluardo per difendere la democrazia sia dalle derive dittatoriali ma, peggio ancora, dallo scempio creato da statisti inventati dal nulla che sopravvivono alla loro incapacità nel nome di un morboso ed interessato attaccamento alla poltrona. C’è nausea e distacco per l’assoluta mancanza di quella “nobiltà” che la Costituzione vorrebbe per la gestione della cosa pubblica. Un distacco cha fa rimpiangere la prima Repubblica a cui nessuno può togliere il merito di aver portato l’Italia dalla tragedia della guerra al G7. Un distacco che fa rimpiangere la politica senza la quale non può esserci confronto sui problemi dell’Italia e senza confronto non ci può essere Democrazia; quella vera, quella compiuta.
Sergio Franchi