La Giannino accusa De Angelis di fare campagna elettorale
La monarchia ad Anzio
Sui fondi che, il Comune di Anzio, avrebbe stanziato per aiutare concretamente i più bisognosi in questo periodo di emergenza e di grave difficoltà, a vederci un po’ meno chiaro di tanti altri, ci sarebbe ora il consigliere comunale del PD Lina Giannino la quale, avrebbe accusato il sindaco De Angelis, perlomeno così sembra, di gestire invece tali fondiper promuovere la prossima campagna elettorale.
Innanzi tutto, precisa la Giannino, questi fondi, non piovono certo giù dal cielo ma, sarebbero stati ottenuti prelevandoli da quelli provenienti dai mutui comunali congelati che prima o poi il Comune e quindi i cittadini, dovranno restituire diventando così di fatto non più un aiuto a fondo perduto ma bensì, un prestito di cassa.
A questi vanno poi aggiunti quelli stanziati per quei bambini che, non avendo un PC, non possono seguire le lezioni da casa e questo, va giù duro la Giannino, sa tanto di mosse studiate a tavolino da chi, volendo migliorare la sua posizione e la carriera politica, ha pensato bene di sfruttare quelle opportunità che di voti ne portano e pure tanti.
Certo, avrebbe aggiunto la Giannino, la politica è anche questo tuttavia, in questo caso, tutto ciò starebbe a significare il mancato rispetto anche della più piccola forma di democrazia a scapito di una “monarchia” che, imperterrita, lascia fuori tutto e tutti. E così, anche l’opposizione democraticamente eletta, viene messa all’angolo mentre, solo tre persone si ritrovano ad amministrare ben 900.000 Euro.
A lei ha risposto l’assessore Velia Fontana che ha detto: “Ad oggi, per dare supporto alle persone e alle categorie produttive, sono stati stanziati si 900.000 euro che, se non saranno sufficienti, saranno incrementati da ulteriori fondi comunali. Mentre ad oltre un mese di pandemia siamo ancora in attesa dei buoni spesa governativi e regionali dei quali, tra l’ altro, al momento si sa poco o nulla, l’unica certezza è che invece, come ogni anno, il nostro Comune parteciperà con 1.500.000 di euro, ad incrementare il fondo di solidarietà per i Comuni più “poveri” ad ulteriore conferma che, Anzio ha un bilancio sano. Tutto il resto è polemica e campagna elettorale spicciola, di chi pubblicizza l’arrivo di mascherine inutilizzabili e montagne di briciole da altri Enti che, quando arriveranno, costringeranno gli uffici a leggere montagne di carte e ad attivare procedure infinite, per distribuire pacchi spesa di pochi euro.
Penso che la nostra comunità abbia bisogno di certezze e per questo abbiamo lavorato per attivare le carte prepagate, con aiuti reali per le famiglie e per gli alunni, impegnati nella didattica a distanza. A qualche Consigliere Comunale che, dal comfort della sua casa e la solidità di uno stipendio alle spalle, butta fango sulle Istituzioni cittadine, prendendosi gioco delle famiglie più deboli, dico semplicemente: vergognati!”.
Ed anche in questo caso, la polemica è servita..
Tito Peccia
Chiarezza sulla questione dei trasferimenti dei migranti destinati a Nettuno
L’opposizione precisa
Sul pericolo nuovi immigrati a Nettuno, poi dirottati dal Prefetto nel centro di accoglienza della vicina Anzio, i consiglieri di opposizione Antonio Taurelli, Waldemaro Marchiafava, Roberto Alicandri e Marco Federici, sugli accadimenti che avrebbero provocato tali decisioni, e sui fatti che li hanno visti coinvolti per cercare di risolvere la questione, hanno fatto sapere: “Passata la tempesta, abbiamo deciso di fare chiarezza circa il nostro operato nella vicenda perché riteniamo necessario rendere pubblici il nostro intento ed il nostro modo di agire. Per primi, eravamo venuti a sapere in via ufficiosa del fatto che, circa cinquanta persone extracomunitarie sarebbero state trasferite, su ordine della Prefettura, nel centro di accoglienza nettunese di Via Sele a causa della chiusura di un centro di accoglienza della Capitale presso il quale sarebbero stati ospitati. Invece, altrettanto da subito, eravamo venuti a conoscenza che, tale trasferimento, fosse stato improvvisamente motivato dalla presenza di uno di loro risultato positivo al coronavirus, che era stata infatti trasportata in isolamento. Consapevoli della gravità della notizia e preoccupati per la salute degli operatori del centro, dei nostri concittadini e del rischio sociale di una informazione non ponderata, senza badare a nessuna logica di consenso, abbiamo mantenuto la massima discrezione e ci siamo messi immediatamente in contatto con il sindaco che, successivamente alla nostra segnalazione dopo aver trovato conferme ufficiali, ha cercato immediatamente di trovare soluzioni concrete senza fare allarmismi. Per quanto ci riguarda, la mattina dopo, siamo stati convocati in Comune insieme a tutti i consiglieri di maggioranza dove abbiamo proposto alcune soluzioni semplici, chiare e di buon senso: i tamponi obbligatori per tutti prima di occupare il centro di accoglienza ed un presidio militare per attivare comunque una quarantena sorvegliata a garanzia della salute generale. Nel frattempo la maggioranza in modo sconsiderato usciva con una nota stampa allarmistica creando panico tra la gente mentre, come già detto, con il sindaco, si cercava di operare responsabilmente su più fronti per risolvere il problema senza creare caos. Fortunatamente le soluzioni che avevamo prospettato non si sono rese necessarie grazie soprattutto alla preziosa mediazione dei nostri referenti politici della Regione Lazio, che abbiamo nel frattempo sollecitato. Stesso intervento sappiamo essere stato fatto da alcune forze politiche della maggioranza con senso di responsabilità e senza protagonismi di sorta. Nel pomeriggio quindi, mentre si era impegnati a fare pressioni politiche ed a suscitare un’attenzione delle Istituzioni contro questa misura della Prefettura, abbiamo visto sui social ciò che non ci saremmo mai aspettati di vedere: una nutrita schiera di assessori e consiglieri comunali di maggioranza (Forza Italia, Alleanza Nettunese e Nettuno si muove) schierarsi in parata davanti al centro di Via Sele mentre si stava formando un massiccio assembramento che ha richiesto la presenza di diversi mezzi della Polizia. Tutto questo, avrebbe potuto determinare un pericoloso e concreto aumento del contagio in quanto, in quell’assembramento, si poteva concretizzare un rischio maggiore di quello rappresentato dal trasferimento stesso. Insomma, pur di fare dello spiccio consenso elettorale, non rendendosi evidentemente conto della situazione epidemiologica di Nettuno, ha giocato sulla salute delle persone. Ora, almeno noi, siamo stanchi di capipopolo improvvisati, di gente che dice di voler tutelare la salute delle persone e poi la mette a repentaglio: le Istituzioni sono una cosa seria e meritano una consapevolezza ed una ponderazione diverse e non possiamo tollerare la irresponsabilità di chi è chiamato all’alto ruolo di governare una città. E circa la voce che dice che, i consiglieri comunali e gli assessori stavano solo presidiando la sede di Via Sele. Nessuno ci venga raccontare la barzelletta del controllo della idoneità della struttura: non spetta alla politica quella funzione e sicuramente non serve una pattuglia così ampia di politici che per di più non ha nemmeno le competenze professionali necessarie. A tutto questo si aggiunge la tracotanza di chi oggi sugli stessi social pensa di aver sventato il trasferimento con la sua presenza fisica. Non è così! È sbagliato lasciare credere che una protesta fatta in modi forsennati e rischiosi per tutti, possa sortire risultati positivi ed il sindaco in persona, ci aveva garantito che non condivideva nessuna linea di protesta aborrendo solo l’idea di una mobilitazione di persone. Noi continueremo ad essere disponibili ed a collaborare ma il sindaco, deve dimostrarsi politicamente in grado di mantenere la parola presa. Se poi non ce la fa più a tenere a freno certi gruppi politici della sua Amministrazione, non si può chiedere a noi di collaborare con dei cavalli sciolti. Di conseguenza, ora ci aspettiamo che Coppola faccia immediatamente luce su quanto accaduto e pretendiamo che assessori e consiglieri si attengano per primi al rispetto di quelle Leggi che poi, rappresentano”.
Tito Peccia
Città solidali
Nei giorni del Coronavirus, se le Amministrazioni di Anzio e Nettuno tardano ad aiutare con buoni pasto le famiglie in gravi difficoltà, preferendo, come a Nettuno, concentrarsi nell’addobbare (finalmente) con piante e fiori variopinti le aiuole, spesso sguarnite, i cittadini di entrambe le due cittadine rivierasche si mobilitano per chi non ha il pranzo o la cena da mettere in tavola.
Un esempio fra tutte è Rete Solidale, nata spontaneamente e formata da un gruppo eterogeneo di persone che a Nettuno ha sostenuto 500 concittadini con 175 pacchi alimentari, 123 donazioni di beni di prima necessità, consegnando, in pochi giorni ben 3.000 generi alimentari. Nel centro commerciale dello Zodiaco sono stati raccolti 2.500 euro per acquistare generi alimentari presso il supermercato Conad. La responsabile Cristina Mechi ha inviato il 6 aprile una lettera al Sindaco di Anzio, Candido De Angelis, scrivendo che i soldi saranno consegnati alla task force sociale del Comune che, in collaborazione con la locale Protezione Civile, provvederà a distribuirli. Il 7 aprile sono scesi in campo i ragazzi portodanzesi a Villa Corsini Sarsina consegnando all’Assessore ai Servizi Sociali Velia Fontana i generi alimentari raccolti, la quale, coadiuvata dal suo personale e dalla Protezione Civile li farà avere alle famiglie nel bisogno. Ultimo ‘grande’ gesto, molto encomiabile quello di un noto negozio di Lavinio gestito da Indiani, che sempre il 7 aprile, ha consegnato all’Assessore Velia Fontana generi alimentari e di prima necessità. L’Assessore così si è espressa: “Questo gesto testimonia l’integrazione sociale che è venuta ad istaurarsi nel tempo e che pertanto ancor più ci riempie di gioia”.
Rita Cerasani