Avevano ragione coloro che sentivano forti odori nella zona Padiglione-Sacida
Miasmi causati dalla biogas
Si gira intorno all’argomento e molti pensano che la popolazione si sia ormai abituata o meglio assuefatta alla presenza della centrale Biogas di via della Spadellata. Non è così, ci sono tanti che stanno lavorando sia sul piano investigativo e sia su quello legale per far valere il diritto contro l’arroganza: il diritto dei cittadini a vivere in sicurezza e serenità la loro esistenza e l’arroganza di chi vuol far prevalere il proprio diritto al guadagno in deroga alle norme che quella sicurezza e quella serenità dovrebbero fornire agli abitanti. Da quando la centrale di via della Spadellata è stata realizzata segni di pericolosità si sono succeduti e non solo con la presenza di un incendio avvenuto nelle vicinanze, non provocato dall’impianto ma, se non fosse stato controllato, avrebbe potuto propagarsi fino a raggiungerlo, ma soprattutto con il quotidiano stillicidio di cattivi odori che hanno ammorbato la gente particolarmente nel periodo estivo.
Un segnale poco significativo per la proprietà della centrale ma molto penalizzante per gli abitanti è che la compravendita degli immobili nella zona è crollata ed i prezzi delle unità abitative hanno subito un abbattimento di circa il 40%.
In molti posti in cui queste centrali vengono autorizzate, pur con le dovute distanze di sicurezza, vengono concordati vantaggi per gli abitati per compensare il disagio ad essi derivante dalla presenza dell’impianto. Arroganza è anche quella di non aver nemmeno creato questo strumento a vantaggio degli abitanti della zona.
Una delle ragioni per cui i regolamenti prevedono che questi impianti vengano posti ad una distanza minima di 1000 metri dai luoghi abitati è appunto perché essi generano spesso odori fortemente molesti e dannosi per la gente. Un controllo è stato richiesto all’ARPA con riferimento alla presenza della biogas e l’occasione è stato il fatto gravissimo avvenuto il 1 ottobre presso la scuola posta a 284 metri (e non 1000 metri) di distanza dalla centrale. L’ARPA così risponde:
“Per quanto riguarda la problematica verificatasi il 01/10/2021, si informa che il Servizio Aria e Agenti Fisici ha effettuato un monitoraggio della qualità dell’aria nei pressi dell’area interessata dall’evento dal 28/09/20 al 29/10/20, la campagna di misura era volta a valutare la qualità dell’aria ai sensi del D. lgs 155/2010 ed a quantificare l’eventuale presenza di una molestia olfattiva tramite l’applicazione di un protocollo sperimentale.
Il protocollo adottato prevede, insieme ad altre sostanze, anche la misura della concentrazione in aria dell’ammoniaca. I dati ottenuti sono stati valutati anche alla luce dei parametri meteorologici rilevati, in particolare della direzione del vento. Le relazioni relative a questa attività sono state inviate al Comune di Anzio con nota 2482 del 18/01/21 e possono essere consultate sul sito istituzionale di ARPA Lazio”.
Il rapporto redatto dall’ARPA nel periodo di rilevazione è perentorio: per circa 2/3 del tempo il cattivo odore è rilevabile ed a livello anche forte.
“Rapporto ARPA del 12 gennaio 2021 su monitoraggio emissioni odorigene sul periodo 28 settembre 29 ottobre.
Dalle risultanze dello studio si registrano, nel periodo di misura (706 ore valide ai fini del calcolo dell’intensità di odore), un 62,4% di eventi con intensità di odore da discernibile a forte (441 ore durante le quali la molestia si è verificata con una certa probabilità), un 23.7 % da debole a discernibile (167 ore), un 13.9 % da nessun odore ad odore debole (98 ore), in nessuna ora della campagna l’intensità di odore è stata stimata nella fascia tra odore forte e molto forte né all’ultimo livello della scala (da molto forte a intollerabile). È opportuno ribadire che le intensità di odore sono state calcolate utilizzando il concetto di intensità di picco, pertanto il valore assegnato a ogni singola ora non sta a significare che la percezione della molestia sia stata rilevata durante tutta l’ora ma che durante la stessa, la molestia si sia verificata con una certa probabilità”
La gravità di questo dato sta passando quasi inosservata. Comitati e pseudo-comitati della zona tacciono. Il solo Comitato Per la Difesa del Territorio lo ha segnalato alla nuova Dirigente dell’Ufficio Regionale che se ne occupa e che ha sostituito l’ing Tosini, rimossa per le note ipotesi di reato penale. Anche Uniti Per l’Ambiente ha fatto presente alla Regione Lazio questo problema chiedendo il non rinnovo del permesso alla ditta che gestisce l’impianto. La nuova Dirigente ne dovrà tenere conto nel contesto della Conferenza di Servizi aperta per la verifica della centrale. Non si hanno notizie di provvedimenti da parte del Comune di Anzio. Resta il fatto inconfutabile: quella centrale non doveva essere costruita in quella ubicazione e se ciò è avvenuto qualcuno dovrà fornirne le spiegazioni alle centinaia di abitanti che hanno perso metà del valore del proprio patrimonio immobiliare e alle migliaia che devono subire il danno dei emissioni odorigene.
Sergio Franchi
Dopo una drammatica estate nel territorio di Anzio
Situazione dei rifiuti
Riceviamo e pubblichiamo dal Comitato Per la Difesa del Territorio.
La situazione relativa alla raccolta e gestione dei rifiuti urbani , già precaria nelle estati precedenti, ha avuto quest’anno un serio aggravamento, dovuto a vari fattori.
La raccolta dei rifiuti urbani nella città di Anzio è passata, nel corso dell’anno 2020, dalla società Camassambiente Spa alla società MSA srl, come si può ricavare dalla seguente determinazione del comune di Anzio.
DETERMINAZIONE N° 174 DEL 06/08/2021
PREMESSO CHE: Con Delibera di Consiglio Comunale n. 84 del 30.12.2020 è stato approvato il Bilancio di previsione finanziario 2021-2023; Che con Decreto sindacale del 24/04/2020 n. 8 il Dott. Luigi D’Aprano è stato incaricato ad interim, con decorrenza immediata dalla notifica dell’atto medesimo (24/04/2020), alla Dirigenza dell’Area Tecnica nell’ambito della quale rientra anche la 4° U.O. Ambiente e Sanità; Che con determinazione dirigenziale n. 54 del 30.09.2020 veniva conferito incarico di Posizione Organizzativa della U.O. Ambiente e Sanità all’Ing. Walter Dell’Accio per il periodo 01/10/2020 al 19/06/2022;
Che con determinazione dirigenziale n. 43 del 25/03/2015 si procedeva ad affidare il servizio di Igiene Urbana e Servizi Accessori per la Raccolta Differenziata dei Rifiuti alla Società Camassambiente S.p.a. con sede a Bari Viale della Repubblica 119, per un importo complessivo di € 35.280.746,43 Iva esclusa oltre oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso pari ad € 35.339,00 IVA esclusa, per la durata di cinque (5) anni con scadenza nel 2021;
Vista la determinazione dirigenziale n. 67 del 17/11/2020 avente ad oggetto “Atto di avveramento di fitto di ramo d’azienda a favore della Società Meridionale Servizi Ambientali S.r.l. (M.S.A. S.r.l.)” con decorrenza del servizio dal 18/11/2020;
Che con determinazione dirigenziale n. 30 del 17/02/2021 erano impegnate in favore della società M.S.A. S.r.l. le somme per il servizio di igiene urbana e servizi accessori per la raccolta differenziata dal 01/01/2021 al 03/04/2021 (scadenza contrattuale). Probabilmente il passaggio da Camassambiente a MSA non ha giovato al già precario servizio.
Per soprammercato, dal 15 luglio 2021 al 6 agosto 2021 la società RIDA ambiente di Aprilia ha chiuso l’impianto TMB (trattamento meccanico biologico) per manutenzioni. Questo impianto raccoglie e tratta i rifiuti indifferenziati di diversi comuni del Lazio (trasformandoli poi in CSS/CDR e FOS + scarti di lavorazione) ; la sua chiusura ha creato notevoli disagi nei comuni che conferiscono in RIDA, compreso il comune di Anzio.
Di seguito avviso alla cittadinanza del sindaco:
“Avviso alla Cittadinanza: chiusura impianto rifiuti indifferenziati - Comune di Anzio mer 14 lug, 2021
Si informa la cittadinanza tutta a non esporre i mastelli con i rifiuti indifferenziati, nella giornata di domani, giovedì 15 luglio 2021, a causa della chiusura temporanea dell’impianto per il loro conferimento, comunicata tardivamente ai numerosi Comuni coinvolti dalla sospensione del servizio. Si tratta di una problematica grave e diffusa, assolutamente non dipendente dal Comune di Anzio, che potrà generare numerosi disagi ai cittadini, alle attività commerciali ed all’Amministrazione, tra l’altro in piena estate e nel corso dello stato d’emergenza pandemico. Al momento tutti i siti di conferimento alternativi, indicati dalla Regione Lazio, hanno comunicato la loro impossibilità
ad accogliere i rifiuti indifferenziati. Si confida nella massima collaborazione della Cittadinanza tutta
Il Sindaco, Candido De Angelis”
La chiusura temporanea dell’impianto RIDA, nel pieno della stagione estiva, laddove la popolazione di Anzio aumenta in maniera significativa a seguito della presenza di numerose seconde case utilizzate per la villeggiatura estiva, ha creato una situazione igienico-sanitaria insostenibile, parzialmente poi attenuata dal conferimento dei rifiuti indifferenziati presso la società SAF di Colfelice (FR). La monnezza attira la monnezza. Molti di quelli che frequentano Anzio, sia residenti che che di passaggio, gettano da anni i rifiuti per strada, anche perché molti di essi sono evasori TARI. La presenza di rifiuti indifferenziati non raccolti (o parzialmente raccolti) a seguito della chiusura della RIDA, a favorito ulteriormente i comportamenti abbietti di coloro che gettano i rifiuti in strada. L’evasione della TARI è dovuta anche alla mala pratica dell’affitto a nero; molti non si registrano all’ufficio tributi comunale, causando un danno erariale nonché una sensazione di illegalità diffusa che certamente non giova alla civile convivenza. Questi comportamenti, già presenti negli anni scorsi, sono esplosi nel corso dell’estate 2021, sommandosi alla cattiva gestione della raccolta rifiuti ed alla chiusura temporanea dell’impianto RIDA. E, “dulcis in fundo”, numerosi cittadini di Anzio hanno segnalato che, soprattutto nel corso del mese di agosto 2021, gli addetti alla raccolta delle frazioni differenziate dei rifiuti urbani hanno provveduto poi a conferire nello stesso veicolo le suddette frazioni (plastica, carta, vetro) insieme al rifiuto indifferenziato. Tale comportamento non ha giustificazioni. A maggior ragione durante la fase di chiusura della società RIDA ambiente, laddove occorreva differenziare al massimo onde avere quantitativi minimi da conferire a RIDA Ambiente. Tale comportamento rappresenta un grave danno economico, in quanto il rifiuto indifferenziato viene conferito con pagamento di tariffa di legge, mentre le frazioni differenziate (plastica, carta, vetro) vengono valorizzate e rappresentano un fonte di entrata per l’ente comunale. E l’assessore all’ambiente del comune di Anzio dove sta? Non si è visto né sentito nel corso della grave crisi dei rifiuti e nemmeno si è visto né sentito nel corso del consiglio comunale del 30 luglio 2021, quello che ha sancito il passaggio della raccolta dei rifiuti da Camassa-MSA alla società AET spa di Ciampino (Roma). Credo che ogni commento ulteriore sia superfluo. I cittadini di Anzio sono contenti di vivere nella monnezza. Se sta bene a loro, sta bene a tutti.
Comitato per la Difesa del Territorio