Da hobby giovanile alla professione vera e propria
Gianfranco l’imitatore
Sono in compagnia di Gianfranco uno straordinario imitatore.
Andiamo a conoscerlo insieme.
- Ciao Gianfranco. Tu nasci come imitatore. Puoi raccontarci quando ti sei accorto di avere questa dote e quando hai deciso di diventare imitatore di professione?
“Nasco imitatore da quando nella frequentazione della scuola elementare mi appassionai alle voci del grande Gigi Sabani, un’icona di quei tempi. Imitavo le sue voci e parallelamente mi giungevano ad orecchio delle voci di personaggi che riproducevo e facevo sentire ad amichetti e parenti. Poi è un crescendo di età, di voci, e di passione che mi porta a 18 anni a fare le prime serate in cerimonie o in qualche pub. Da lì quell’hobby diventa la mia professione.”
- A quale personaggio sei più legato e perché?
“Sono legato a tutti i miei personaggi, specie per quelli di cui sono stato precursore, anche se non c’è in copyright per chi interpreta prima di altri colleghi un personaggio. Mi piace molto imitare De Gregori perché non è una voce inflazionata tra gli imitatori, ma ripeto, sono legato a tutti. Naturalmente Califano è un discorso a parte. Non è una imitazione, ma un assorbimento viscerale di 22 anni trascorsi insieme tra casa palco e centinaia di viaggi in c’era sempre da imparare dall’Università concreta della strada, e della pratica. Quindi il Maestro è un mondo e un discorso a parte che conosco e amo più di qualsiasi altro personaggio.”
- Quali emozioni ti da il fare imitazioni?
“L’emozione è vedere la gente ridere, applaudire, chiedere delle foto o delle dediche, l’altro giorno un mio amico fan mi ha detto che vorrebbe chiamare la sua prole Gianfranco, che certamente non si sforzi per essere tra i nomi più belli o gettonati. L’emozione è il brusio che c’è dietro le quinte in teatro, l’applauso quel mazzo di rose rosse che ti manda la gloria. E l’emozione la vitamina che nutre l’arte a andare avanti e non fermarsi mai.”
- Un sogno ce lo hai? Ti va di raccontarcelo?
“Il mio sogno è avere un giorno un programma tutto per me. Ritengo dopo 30 anni di carriera di poter scegliere anche idea, collaboratori, e spettacolo che possa far parlare. E poi ripercorrere ancora dei film, oltre naturalmente teatro e radio che sono le sfaccettature più vere dei live. Poi c’è il basket l’altra passione parallela, e un giorno mi piacerebbe entrare in dirigenza a portare competenza e pensieri innovativi anche nella pallacanestro. Poi come diceva Califano la soluzione migliore quanto vera è sempre vivere alla giornata con quello che da: l’esperienza, la storia, i fatti e il mondo in questi ultimi 2 anni ci portano a pensare così, sperando sempre che il futuro sia il nostro tempo migliore.”
Lui è Gianfranco Butinar ed io lo ringrazio infinitamente per queste quattro chiacchiere, con la speranza che, in un futuro, non troppo lontano, i suoi sogni possano trasformarsi e diventare una splendida realtà.
Potete seguire Gianfranco sulla sua pagina Facebook: Gianfranco Butinar
Barbara Balestrieri
L’evento dedicato ad Halloween organizzato dall’associazione Danza Fuoricentro
Un pomeriggio da paura
Venerdì scorso, 29 ottobre 2021 dalle ore 16.30 in poi, l’associazione Danza Fuoricentro diretta e capitanata da Simona Crivellone si è cimentata in un evento dedicato ad Halloween chiamato “Un pomeriggio da paura”.
“L’evento è nato quasi per caso e soprattutto per gioco mi dice Simona con la gran voglia di divertirsi e di ritornare ad esibirsi davanti a un pubblico seppur in una festa di questo tipo e seppur in un parco pubblico. Ma nonostante le scuole chiuse, i miei allievi hanno compreso che la danza si può fare ovunque e per questo motivo è stato molto semplice organizzare questo spettacolo.
Una serie di streghette e di pagliacci del terrore si sono esibiti i momenti di danza coreografati da me e da Clizia Ciarla. Si sono anche cimentati tutto rigorosamente dal vivo in momenti di recitazione dove alcuni di essi si sono messi davanti a un leggio che per l’occasione è stato sistemato ed agghindato come tutto il resto del palco situato di fronte il chiosco del bar “La pecora nera” con piccole scenografie che riportano a vivere questa festa di Halloween. Sul leggio erano posti tanti fogli di carta invecchiati e stropicciati dove erano scritte delle fiabe da raccontare che avevano come tema la simpatia e il divertimento rispetto a quello che c’è di pauroso di questa festa.
I titoli erano “L’alluce peloso”, “Lo scheletro di Halloween”, “La casa infestata”, “Magia nera”. Tutti racconti divertenti ed adatti al clima, per grandi e piccini che erano intorno alle ragazze che raccontavano le storie con gran divertimento e con grande energia.
Il pubblico accorso è stato numerosissimo. Tanti i bimbi vestiti a tema, accompagnati chi dai nonni, chi dai genitori. Gildo Armillei, proprietario del chiosco si è subito attivato ed ha preparato delle merende con biscotti e dolciumi con i prodotti caratteristici del periodo autunnale. I bimbi presenti oltre ad avere assistiti a spettacoli di danza, di recitazione, oltre ad aver fatto merenda, hanno anche danzato con la baby dance.
Un ringraziamento doveroso oltre a Gildo Armillei và a Simona Caporali, Simonetta Rossi che insieme a me hanno allestito il parco e il chiosco e la mia sempre presente Grane Amica Maria Teresa Barone dell’associazione Oltremente che oltre a dare il suo occhio fotografico per tutto il pomeriggio è stata parte attiva di questa organizzazione.
Un ringraziamento forte và a a Mauro Iandolo. Nel corso di alcune coreografie era presente anche lui con la sua lingua dei segni e a Chiara Simone della compagnia I liberi Teatranti che a fine evento ci ha regalato due momenti cantati
Nel corso di questo evento ho voluto fortemente aiutare “I gatti di Anzio” e “Amici per la Coda”. E’ stato posto un piccolo salvadanaio e messe in vendita delle magliette che ho dipinto a mano durante il lockdown e questo mi ha permesso di poter racimolare qualcosa per aiutare i mici delle nostre colonie
In conclusione l’arte è bella, è solidale, è condivisione, è sociale, fa bene all’anima… e fa bene a TUTTI”
E con le parole di Simona io non posso fare altro che ringraziarla per ciò che ha fatto e che fa con le sue ragazze per aiutare e sostenere chi ha bisogno di un aiuto.
Barbara Balestrieri