Matteo Renzi rottama il Governo che aveva inventato
Grazie Renzi
E’ piombato nella vita politica nazionale sgomitando, lui diceva che stava rottamando il sistema, ed ha fatto strage di colleghi ed amici perché serviva per rinnovare l’Italia. Un ciclone che solo il tempo dirà se era solo aria turbolenta. Poi cominciò ad annunciare che in 100 giorni avrebbe risolto gli annosi problemi in cui la nostra Repubblica è ingarbugliata da decenni ed ha perso credibilità fino a che si è reso antipatico anche ai tanti che avevano visto il lui il rinnovamento di una politica stantia. Antipatico fino all’autolesionismo se è vero come è vero che è riuscito a far bocciare un referendum sacrosanto solo per averlo fatto diventare un referendum su se stesso. Insomma la testa di un leader ma un carattere troppo egocentrico per essere politicamente significativo. Eppure Matteo Renzi non sarà solo ricordato per aver augurato di “star sereno” al suo predecessore, ma anche, e forse principalmente, per aver liberato questo Paese dal peggior governo del dopoguerra; anche se è un merito a metà visto che quel governo se lo era inventato lui dal basso di un partito aventi le dimensioni, in termini di sondaggi, del Partito Radicale. D’altra parte si è inventato anche il partito di cui è leader maximo perché lo ha estrapolato da un altro. Insomma questo è, è stato e sarà Matteo Renzi. Ma nessuno potrà mai dimenticare che è per merito delle sue disastrose iniziative che il Capo dello Stato, decretando la morte di questo modo di far politica, ha reintrodotto il termine “competenza” mettendo in crisi esistenziale, le decine di nanerottoli portati alla ribalta dei giganti da una rivoluzione, farlocca come chi l’ha concepita. Un maestro di storia alle Finanze, un dottore in scienze politiche alla Sanità, una sindacalista senza titoli all’agricoltura ed un bibitaro agli Esteri. Tutte persone prive di un’esperienza di governo indispensabile a gestire la condizione socio economica peggiore del dopoguerra. Il ciclone Renzi ha spazzato via un teatrino che non dava più rappresentazioni solo dannose ma che ospitava veri drammi della prostituzione con tanto di appello a prostituirsi, per salvarsi la poltrona. L’appello del Presidente del Consiglio ad aiutarlo mi ricorda l’invito che lo stesso fece alla banche di aiutare le imprese in crisi. Era il grido di una persona presa dal nulla politico in cui viveva e portata a sedere in una poltrona da cui ha mosso decine di miliardi e prese decisioni cruciali con una firma . Il grido di dolore di una persona che aveva fatto il governo con il diavolo e con l’acqua santa e l’avrebbe fatto anche che l’Uomo Ragno pur di continuare ad assaporare il gusto del potere.
Poi venne l’editto di Matteo “io ti ho creato ed io ti distruggo” ed il Capo dello Stato, con un discorso lungo e discutibile sull’inopportunità di nuove elezioni, con la sentenza “Avverto, pertanto, il dovere di rivolgere un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento perché conferiscano la fiducia a un governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica. Conto, quindi, di conferire al più presto un incarico per formare un governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili che ho ricordato”.
Con cui, secondo logica e non so se anche secondo opportunità, dovrebbe aver messo fine alla sua carriera politica. Ma questo lo dirà in futuro e quanto varrà un credito, piu millantato che reale, di aver ottenuto un alto finanziamento di “recovey” dall’Europa. L’Europa, che poi siamo noi, può aver privilegiato il dialogo con un rappresentante politicamente amorfo piuttosto che con uno “sovranista”, ma i finanziamenti annunciati derivano da parametri relativi alla crisi e l’Italia ha ottenuto il maggior finanziamento perché è maglia nera in tutti i parametri di valutazione o quasi. Mentre scrivo non si sa ancora quale sarà la squadra di governo e se il Presidente Draghi, visto che ne ha la forza, avrà anche il coraggio di liberarsi dei dilettanti e si doterà delle “competenze” necessarie per traghettare il Paese fuori dal pantano. Se non lo farà e cadrà nella trappola infida di partiti e di politicanti, avrà perso l’occasione. Chi ha seguito la crisi di Governo non può aver dimenticato, però, che c’è chi aveva proposto Di Maio come Presidente del Consiglio. Dal San Paolo (oggi Maradona), agli Esteri e... alla Presidenza del G20. Ciò non è successo: grazie Matteo Renzi!
Sergio Franchi
La gestione della pandemia è aggravata dai ritardi del Commissario Speciale
Un uomo in ritardo
E’ abbastanza comune, nel tanti teatrini della politica che vanno in onda nei vari talk show televisivi, sentire frasi del tipo “certo si poteva fare di meglio”, “è indubbio che quanto è stato fatto era migliorabile”; “quello fatto non è tutto da buttar via” ecc. ed ha pronunciarle sono spesso autorevoli rappresentanti del Governo o di chi deve decidere le modalità con cui far fronte alla pandemia. Queste frasi mi lasciano allibito. Queste frasi sono il segno della mediocrità con cui questo e tanti altri problemi riguardanti l’amministrazione e la gestione del nostro Paese, vengono affrontati. Dire che si poteva fare di meglio ma che si è fatto il possibile equivale a giustificare il fallimento che è la condizione più diffusa in un contesto allargato di incapacità a governare ed a gestire sistemi complessi. Quando le decisioni sono prese da un solo individuo, perché non è possibile farle derivare da un dibattito a più voci, per una giustificata o forzata condizione di emergenza, le qualità e le capacità di chi prende le decisioni sono essenziali per il raggiungimento di una condizione di efficacia. Quando si faranno i conti sul COVID e si parlerà al passato prossimo nel farlo, allora ricorderemo che i destini degli Italiani sono stati affidati a tre persone Giuseppe Conte, Roberto Speranza e Domenico Arcuri le cui scarse capacità a gestire problemi complessi in condizioni di emergenza costituiscono proprio la premessa funzionale di quelle dichiarazioni “si poteva fare meglio”. E’ drammatico se la funzione primaria di decidere su una pandemia non viene affidata al “medico degli Italiani” e nemmeno al “manager degli Italiani” e la gente si deve accontentare, con grosse perdite, dell’ “avvocato degli Italiani”, che in tempo di emergenza sanitaria è l’uomo sbagliato per un posto sbagliato. Non è colpa sua, non lo ha eletto nessuno, ce lo hanno messo perché sembrava un compromesso accettabile ed una personalità docile e gestibile; poi, “in un mondo di ciechi chi ha un occhio è un padreterno”, ci ha provato gusto ed, a prescindere dalle sua capacità di governare, ha fatto del tutto per rimanere attaccato alla poltrona e cercherà di perpetuare la sua condizione di “assunto in paradiso” facendo il suo partitino destinato a sparire. Feltri, decano del giornalismo italiano, lo ha consigliato “Presidente, se ne vada, lei ne capisce di pandemia come io di tori”. Il Ministro Speranza, che avrebbe dovuto essere il primo attore in una narrazione del genere, è stato letteralmente inesistente, lasciando il palco all’egocentrico Giuseppi e limitandosi a fare il portavoce del Consiglio Superiore di Sanità e del Comitato Scientifico, sciorinando, di tanto in tanto, brevi e stucchevoli inviti alla prudenza rivolti agli Italiani. Tutto ciò mentre nel suo Ministero si scopre che si erano fatte carte false nella preparazione del piano pandemico, che è lo strumento operativo per gestire la una pandemia. Una personalità piuttosto grigia e completamente sovrastata e non solo a livello mediatico dal suo vice , un medico, Pierpaolo Sileri che passa metà della sua giornata in televisione ma che, almeno, ha il coraggio di metterci la faccia. Ma quando si farà l’inventario dei danni sarà certamente la figura del’Iper Commissario alla pandemia, e non solo, ad emergere al di sopra di tutti. Domenico Arcuri, Amministratore Delegato dell’Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo d’Impresa. Molti si sono posti la domanda: ma perché designare Arcuri e non Borrelli che almeno, come responsabile delle Protezione Civile, è certamente più adatto alla materia emergenziale? Bisogna chiederlo a Giuseppi. Una cosa è certa: non ha gestita una sola situazione con risultati soddisfacenti. Non solo non ha anticipato gli sviluppi della problematica per approntarne le soluzioni ma è riuscito ad arrivare tardi su tutto .Nonostante che l’Italia abbia dichiarato l’emergenza sanitaria il 31 gennaio 2020 non ha approvvigionato tutti quei presidi sanitari in tempo, quando erano reperibili sul mercato a prezzi ordinari, per poi ricorrere, il 15 aprile, ad un contratto miliardario con una ditta Cinese che era sta costituita 5 giorni prima della firma. Un contratto che non è stato gestito attraverso la nostra Ambasciata in Cina ma da un gruppetto di personaggi, che di mascherine non avevano mai sentito parlare, ma che hanno ricevuto un compenso di intermediazione di 72 milioni dei Euro e su cui ora indaga la Magistratura. Tardi su tutto. Tardi nel predisporre tutti quegli accorgimenti organizzativi e strumenti sanitari nei mesi di giugno, luglio agosto settembre e ottobre, in previsione della seconda ondata, Tardi nel fare i concorsi per infermieri e medici, gestiti da lentissime e costose agenzie per l’impiego. Tardi nella predisposizione del fallimentare strumento di tracciamento Immuni. Tardi nel predisporre alberghi Covid, che poi funzionano a singhiozzo, per alleggerire le strutture ospedaliere. Tardi nell’ approvvigionamento anche dei fatidici ed inutili tavoli a rotelle. Tardi nel predisporre un piano vaccini ed ancora più tardi nella gestione programmatica della vaccinazione. Tardissimo nell’approntare gli strumenti informatici di gestione di una vaccinazione mentre medici, pagati dallo Stato, dispensano vaccini in giro ad amici e conoscenti e mentre la registrazione delle dosi iniettate viene fatta con carta e penna. Limitarsi all’adesione al piano europeo di approvvigionamento dei vaccini è stata un’opera di stupidità concreta mentre le ditte fornitrici stanno facendo business sotto banco con chi paga di più. E’ puerile raccontare “siamo i primi in Europa” per aver iniettato un milione di vaccini a personale sanitario o istituzionalizzato per poi trovarsi nelle condizioni di non poter nemmeno somministrare la seconda dose; e di averlo fatto ad un ritmo giornaliero che, se restasse tale, la vaccinazione sarebbe completata nel 2024. Arcuri non è capace di gestire tutto quello di cui è responsabile e non ci vuole molto a capirlo; eppure resta al suo posto. Il problema dei vaccini sta diventando drammatico ed il ritardo sta causando danni su danni alle categorie più fragili. E che fa il Super Commissario? Inveisce contro il mondo crudele. Minaccia azioni legali che l’Italia non può fare; per un’inadempienza contrattuale inesistente, perché le ditte non sono state vincolate contrattualmente a tempi e quantità, e non è capace di cercare urgenti ed immediate alternative indispensabili possibilmente “prima” e non “dopo”. Non è una mia opinione che il Governo di una Nazione Sovrana deve porre in atto tutti gli strumenti per salvaguardare la vita dei propri cittadini e se la vita è messa a rischio da una epidemia quel Governo deve prendere ogni decisione atta a ridurne gli effetti. Se una Ditta che produce un medicinale e lo fa, non per beneficienza, ma per produrre ricchezza per i suoi azionisti, dispone di una cura per salvare la vita della gente e crea difficoltà, ritardi e problemi nel rendere disponibile tale cura, il Governo deve intervenire. L’Italia è il primo Paese in Europa in termini di produzione farmaceutica. Se la Pfizer ritiene sia più redditizio inviare vaccini in Israele o altrove, ovvero se la stessa ditta non sia capace di mantenere un ritmo di fornitura tale da garantire il miglior trattamento per i cittadini, il Governo di questo Paese, tira fuori un pizzico di orgoglio genuino, ed impone alla ditta titolare di sospendere il brevetto per permettere a ditte Italiane di integrare i ritmi di approvvigionamento. E lo fa nelle palestre, nelle farmacie, dai medici di base, nei laboratori privati senza sperperare il danaro pubblico in mega strutture che varranno realizzate in ritardo. Ma può farlo uno che arriva sempre tardi? Il fallimento della politica che ha portato a queste situazioni lo ha stigmatizzato il Capo dello Stato dando incarico a Mario Draghi di fare una squadra di competenti di cui, per definizione, il Super Commissario non dovrebbe far parte.
Sergio Franchi