Le colpe gravi del Governo devono trovare risposte dalla Magistratura
I parenti vogliono giustizia
Se un ingegnere progetta un ponte che crolla ed un medico lascia le forbici nella pancia di una persona che ha operato e se questi eventi generano la morte o lesioni gravi i due professionisti sono chiamati a pagare prima di fronte al giudice penale e poi a quello civile. Se un treno deraglia per difetto di gestione e ne derivano danni a persone, il Presidente della società che gestisce il treno viene chiamato a risponderne di fronte alla Giustizia anche se, mentre la disgrazia accadeva, egli si trovava a mille chilometri di distanza e se non ha mai preso nessuna decisione nel merito degli eventi che hanno causato la il fatto disastroso. Se cittadini italiani, che il sistema politico ha incaricato e lautamente remunerato a gestire questo Paese in un momento difficile, lo hanno fatto con imperizia proprio come quei professionisti, devono risponderne di fronte alla legge? Se lo hanno fatto con imperizia e colpevole negligenza e le conseguenze sono una moltitudine di storie strazianti e la lunga teoria di camion militari che nel buio della notte si muovevano per portare storie di vita nell’oblio dell’anonimato, devono pagare per i loro errori? Non è facile definire nei dettagli legali la relazione di causa-effetto fra i fatti e le decisioni politiche che hanno causato molti morti. Dovrà essere un giudice che dovrà stabilire se omettere di prendere decisioni in tempo utile per attenuare gli effetti della pandemia, equivale a rendersi complici delle conseguenze che ne sono derivate e per i morti che tali conseguenze hanno causato. Certo è che non appare giusto che chi ha preso decisioni sbagliate, chi ha affidato incarichi cruciali a persone poco capaci, chi ha omesso di agire per predisporre il Paese contro la prevista ed inevitabile ripresa del COVID19, possa continuare a fare politica senza doverne rispondere a nessuno. Non sono di questo avviso un folto gruppo di cittadini della bergamasca che ha pagato un prezzo altissimo alla pandemia. Sono migliaia e si sono costituiti in comitato. Il Comitato Noi Denunceremo, un’associazione che esige verità e giustizia per le vittime di Covid-19 e per dare pace ai “nostri morti che non hanno potuto avere una degna sepoltura. Chi ha sbagliato dovrà rispondere alle nostre domande e assumersi le proprie responsabilità. Chiediamo Giustizia”.
Noi Denunceremo è nato circa un anno fa, dall’idea di un uomo e di suo figlio che avevano perso rispettivamente il padre ed il nonno. Come tanti, morto da solo in un letto di una RSA. Come tanti, portato fuori regione per essere cremato. Come tanti, mai pianto come avrebbe dovuto e meritato, Nasce a Bergamo, epicentro europeo della pandemia. Quella sera Luca e Stefano decidono di urlare la loro rabbia al mondo, nell’unico modo in cui il lockdown lo permette loro: sui social. Ne nasce un gruppo su Facebook perché questo è l’unico modo per poter fare gruppo, l’unico modo per spezzare la drammatica monotonia fatta di suono di campane e di sirene delle autoambulanze. Suoni che resteranno nelle orecchie e nella mente di coloro che hanno lasciato una persona cara senza aver nemmeno avuto la possibilità di un ultimo bacio, nemmeno di un fugace saluto. La Magistratura sta entrando nel merito dei fatti e non può che farlo in riferimento ai fatti specifici ma è probabile che altri focolai di ribellione all’inerzia si possano sollevare altrove. I cittadini non cercano colpevoli del dramma vissuto nell’ambito di una sanità carente ma essi voglio sapere e veder pagare chi quella sanità ha concorso, per incapacità o negligenza, a rendere carente, cioè incapace di far fronte all’emergenza: una carenza che ha provocato tanti morti in più. I cittadini vogliono risposte dalla politica, la vogliono da chi ha governato a colpi di Decreti Presidenziali, dal Ministro che ha diretto e deciso commettendo errori e ci tengono a precisare che “Nessuna richiesta di agire contro medici, personale sanitario e strutture verrà presa in considerazione”. La Pandemia è un fenomeno che sta stravolgendo un periodo della nostra storia, A combattere la battaglia sono necessariamente i governi e gli errori che essi possono commettere non si possono sempre pagare sul piano politico almeno non solo. Questo è quello che la gente di Bergamo chiede e che tanti italiani cominciano a chiedere.
Sergio Franchi
Uniti Per l’Ambiente al servizio della Comunità
La voce della gente
Uniti Per l’Ambiente (UPA) è un gruppo di comitati, associazioni ed enti che, da oltre quattro anni, sono giunti alla conclusione che da soli si conta poco e che in molti si può raggiungere una maggiore potenzialità realizzativa e, quindi, hanno deciso di unire le forze intorno a progetti condivisi. UPA non è quindi un’associazione e ne, tanto meno, un comitato, ma un coordinamento informale: è il tramite del lavoro comune che lega coloro che, in Anzio, hanno gli stessi obiettivi nell’ ambito della difesa del territorio. L’attività e la potenzialità di UPA sono cresciute molto dal quel momento aggregante che fu il contrasto agli impianti di trasformazione rifiuti che erano stati programmati nella zona di Padiglione-Sacida; contrasto che resta, comunque, un obiettivo permanente e che richiede ancora tanta energia e tanto lavoro. Il nostro territorio, che è deficitario per quanto riguarda molti servizi sociali, certamente abbonda in Associazioni e Comitati; ne nascono in continuazione ed alcuni con intenti anche positivi, ma poi si limitano a creare presidenti, segretari e tesorieri ed a produrre qualche sdegnosa PEC da far pubblicare sul giornale locale. Alcuni giungono fino a parlare con un assessore, pochi con un sindaco, ho saputo, di recente, di un caso in cui i sindaci erano due. Spesso sono Comitati che si risolvono nel nulla, altri, l’unico obiettivo che raggiungono è quello di fare eleggere un Consigliere Comunale e poi si spengono per “obiettivo raggiunto”.
UPA ha voluto parlare e parla solo di territorio e di ambiente, nessuno dei tanti che fanno parte organica di UPA ha partecipato o parteciperà ad attività di partito o a tornate elettorali; per un fatto semplicissimo: perché ciò comporterebbe la sua automatica esclusione da Uniti Per l’Ambiente. L’adesione ad UPA è aperta a tutti coloro che hanno voglia di trasformare la propria indignazione in progetto ed il progetto in atti concreti. Ma non tutti sono compatibili con UPA perché non tutti fanno vita associativa solo per fare un servizio alla Comunità. L’accesso ad Uniti Per l’Ambiente avviene dopo una selezione che tende ad escludere persone ed entità che ne possano minare l’integrità e quindi le capacità operative con comportamenti inaccettabili sul piano etico; nella convinzione che la forza di un gruppo si misura dalla sua condotta morale che, considerato il contesto, equivale anche ad apartiticità. Col crescere dell’adesione è stato possibile ampliare la gamma delle attività, tutte in ambito ambientale: da quella dei rifiuti ed impianti di trattamento ai problemi dell’ambiente marino (UPA-MARE), alla flora (UPA-VERDE), all’inquinamento elettromagnetico (UPA-COMM) e, per ultimo in senso cronologico, a quello della tutela degli animali (UPA-Difesa Animali). Ogni settore di UPA opera attraverso un proprio coordinamento e propone proprie attività e progetti che verranno implementati dalla struttura di UPA nella sua totalità attraverso la propria organizzazione logistica e le potenzialità operative che esprime nel suo insieme. Uniti Per l’Ambiente non riceve nessun finanziamento da nessuna organizzazione o ente pubblico o privato: tutto ciò che viene speso per la propria attività deriva dal finanziamento dei propri simpatizzanti e dei propri aderenti. Pensare, però, che UPA sia una struttura priva di regole è un errore in quanto, se non esiste uno statuto, perchè non è un’entità formale, esistono linee di comportamento etico e funzionale a cui chi entra nel Gruppo Operativo (Action), che è l’insieme di coloro che prendono decisioni e ne regolano l’attività, deve attenersi. UPA opera attraverso vari strumenti informativi costituti da una decina di gruppi whatsapp e un gruppo whatsapp riservato all’attività di coordinamento del gruppo Action. Dispone di una pagina FB, di un sito statico e di un blog di divulgazione (UPA-Informa), strumenti gestiti dal gruppo di divulgazione. Sin dall’estate 2019 fu attivato un servizio per i cittadini che fu solo parzialmente utilizzato da un’utenza che non è stato possibile informare adeguatamente: L’Osservatorio di UPA. Che cosa è?. E’ un megafono che viene offerto al cittadino, uno strumento con cui può amplificare la propria segnalazione o la propria protesta. Tante volte alcune “anomalie” ambientali vengono rilevate da un cittadino che non sa in che modo condividere con altri l’episodio anomalo e, a volte, nemmeno come farlo arrivare fino a chi può e deve intervenire per portare una soluzione.
Chiamando l’Osservatorio di UPA si può avere qualche indicazione, un iniziale supporto o, magari, un modo per far arrivare il problema a chi deve risolverlo. Certo, per ragioni facilmente comprensibili, nessuno dell’Osservatorio può sostituirsi all’iter formale, ma certamente può affiancare chi segnala un fatto ambientale degno di considerazione nell’azione di denuncia. Va chiarito che l’Osservatorio non può intervenire nella segnalazione di rifiuti abbandonati in strada perchè questi, purtroppo e per ora, non rappresentano un’anomalia nel nostro comune a meno che non si tratti di casi particolari concernenti rifiuti pericolosi. Per contattare L’Osservatorio di UPA si può chiamare, nei giorni feriali, dalle ore 9,00 alle ore 18,00, il n. 388 2499604 oppure scrivere a osservatoriodiupa@gmail.com: il servizio è completamente gratuito. Uniti Per l’Ambiente rappresenta l’unica entità, a carattere locale, che opera in concreto sul territorio di Anzio affrontando in modo funzionalmente completo tutti quegli aspetti che rappresentano la complessa materia ambientale e lo fa in modo efficace perché il suo è il risultato di tante persone mosse da genuino senso del sociale. Fermi i principi comportamentali che ne caratterizzano l’attività, ognuno può aderirvi prendendo parte ai gruppi di informazione, per restare informato, o chiedendo di accedere all’attività operativa, se intende dare un apporto al lavoro comune. Chi è interessato può contattare unitiperlambiente1@gmail.com.
Sergio Franchi