Rinviata a sabato 14 maggio per maltempo la processione in onore di N.S. delle Grazie di Nettuno
Breve storia della “Madonna de Sarocco”
C’era aria di festa a Nettuno malgrado la pioggerellina incessante fin dal primo pomeriggio. In piazza Mazzini erano stati ultimati i lavori per l’arco di trionfo che quest’anno sono due; non si è visto il via vai di mamme e bambini nella scuola di piazza Colonna per l’assegnazione dei costumi colorati di angelo per le bambine e di paggetto, rosso o nero, per i maschietti, perché per precauzioni anti-covid non sono stati coinvolti nella processione, così come i comunicanti con i loro canditi abiti bianchi. Sarebbe stata un corteo ridotto, ma ciò che s’aspettavano tutti era di vedere la “Madonna de Sarocco” di nuovo sfilare sotto le luminarie. La pioggia però ha reso impossibile portare la Madonna in processione.
I venditori ambulanti, con le loro bancarelle per la vendita della porchetta, panini imbottiti di ogni genere, dolciumi, giocattoli, sostavano pensierosi per il mal tempo nello spazio dello slargo dedicato a Giuseppe Impastato, con box in legno e tavoli all’aperto (Street Food, lo chiamano). A causa della pioggia, non c’erano per le strade neppure i venditori di palloncini colorati che attirano l’attenzione dei più piccoli e che spingono i genitori ad avvicinarsi per prenderne uno.
Dopo due anni, durante i quali era annullata la festa di maggio per colpa del coronavirus che ci costretto tutti a restare a casa per la paura del contagio, tutti speravano nel “miracolo”. In trepidante attesa restavano le 13 ragazze che indossavano il tradizionale costume nettunese che dal 2020 aspettano di accompagnare la Madonna in processione: la capo priora Federica Ficchi, con le sue due assistenti Valentina Censi e Claudia Leone; ad accompagnare il trio, di fila, a destra e a sinistra, altre dieci signorine: Aurora Quaresima, Francesca Pala, Elena Pradella, Chiara Sagripanti, Martina Veritieri, Rosita Catanzani, Irene Pigliucci, Maria Gentile, Simona Meleleo e Ludovica Grieci.
La processione di maggio è una delle manifestazioni più importanti di Nettuno; è senza dubbio la festa annuale che la popolazione celebra con maggior partecipazione È un imponente spettacolo di fede e di folclore, ma anche di penitenza e di supplica di grazie, che i nettunesi si tramandano da secoli e di cui sono orgogliosi; dove si vedono ancora donne devotamente scalze, con fazzoletto nero in testa, un grosso cero in mano e gli occhi luccicanti di commozione. È un fiume umano che fluisce lentamente tra due ali di folla sui marciapiedi, che accompagna la Madonna che venne da lontano (Ipswich – Inghilterra) e scelse Nettuno.
Ufficialmente la data di nascita di questa processione è il 1878, dopo che il papa Pio IX, il 23 agosto 1877, proclamò la Madonna delle Grazie Patrona Principale di Nettuno e stabilì che se ne celebrasse la festa ogni anno la prima domenica di maggio. Quindi il sabato precedente la prima domenica di maggio la statua della Madonna si porta solennemente in processione, dal Santuario alla Collegiata di S. Giovanni, dove rimane otto giorni, secondo un’antica consuetudine.
Già prima del 1878, però, si svolgevano le processioni. È accertato che nel 1643 la Confraternita del SS. Sacramento, responsabile della manutenzione del primitivo santuario, fece costruire un nuovo trono, per recare in processione la venerata statua, essendo l’altro vecchio, maltrattato e rotto. Un inventario del 1649 fa risalire di almeno 80 anni l’esistenza del vecchio trono, Perciò vicinissimo al 1550.
La prima volta che la processione fu rinviata risale ai tempi della peste che colpì Nettuno nel 1656-1657. In fatto di epidemie antiche la peste non fu l’unica. Infatti nel 1911 il colera colpì i nettunesi e anche in questa occasione si presume che la processione non si potesse effettuare, come non si effettuò nel 1912 con il lazzaretto ancora pieno di cadaveri. Poi ci fu la Grande Guerra del 1915-1918 e non si hanno notizie a riguardo delle processioni. Il 1919 è l’anno di una nuova epidemia, la cosiddetta Spagnola che fece morti anche a Nettuno. Con l’entrata in guerra dell’Italia a giugno del 1940, la processione era già stata effettuata e le tre processioni successive: quelle del 1941, 1942 e 1943, si svolsero di pomeriggio, prima dell’ora del coprifuoco. A Roma al Celio dov’era custodita nel 1944 la Sacra Immagine della Madonna, nella basilica dei SS. Giovanni e Paolo, un gruppo di nettunesi sfollati nella capitale organizzarono una piccola processione nel piazzale antistante la basilica.
Ora i nettunesi e le priore sono in trepidante attesa e non vedono l’ora di sfilare (ancora senza paggetti e angeli) insieme alla Madonna de Sarocco. Evviva Maria.
Silvano Casaldi