SIMPOSIO
I LUOGHI
Possono essere spazi chiusi o spazi aperti, luoghi di aggregazione per incontrarsi, per scambiare quattro chiacchiere, per osservare l’arte o godere della natura. Possono essere simbolici come un tempio, una chiesa o una piazza, dove manifestare il proprio credo, sia esso spirituale o politico. Ma ci sono anche luoghi metafisici e di solitudine: sono i luoghi dell’anima e del raccoglimento.
Spesso, per pratica necessità, molti luoghi hanno modificato la loro funzione originaria. Le prime chiese hanno adattato lo schema delle basiliche romane del foro, semplicemente spostando l’ingresso e modificando uno spazio di assemblee politiche in uno spazio di celebrazione del rito. Molte chiese sono nate sulle basi di templi pagani, trasformando le immagini simboliche in nuova religione. Ogni spazio, pur mantenendo la propria specificità, può contemporaneamente divenire altro. Basti pensare alle cattedrali medioevali, dove lo spazio era condiviso dalle funzioni religiose e dal mercato. Un prato può ospitare un picnic, danze e giochi di bimbi, o la celebrazione della santa messa. Lo spazio può essere ciò che desideriamo sia. Possiamo ascoltare musica in una sala da concerto oppure in una chiesa, senza per questo domandarci se chi è seduto accanto a noi sia ateo o credente. Lo stesso può accadere in una sala di museo, in un teatro, nelle nostre case.
Il SIMPOSIO è il LUOGO di AMICI che stanno bene insieme, uniti nella condivisione di interessi culturali comuni.
Giuliana
CURIOSITÀ NELLA POESIA/19
di Sergio Bedeschi
ANCORA NUMERI IMMAGINARI
Nella precedente puntata abbiamo spiato fino a qual punto i numeri della Matematica potrebbero servire per imbastire una composizione poetica. E a tal proposito io stesso, senza alcun pudore, vi avevo propinato addirittura una mia personalissima composizione chiamando in causa i numeri immaginari, quelli che, per intenderci, vanno scritti con una piccola “i” al loro fianco. Abbiamo ricordato che, mentre all’inizio questi strani numeri furono considerati poco più che un inutile virtuosismo, sono diventati poi strumenti di grande rilevanza al punto che con essi si possono descrivere molti processi fisici che avvengono in natura o nei laboratori scientifici.
AL SERVIZIO DELLA QUANTISTICA
Molti fisici del secolo appena trascorso se ne servirono, per esempio, per fissare entro formalismi matematici la funzione d’onda aprendo la strada già dai primi decenni del ‘900 alla Quantistica e a tutte le sue discipline consorelle: ricordiamo tra questi de Broglie, Dirac, il nostro Maiorana e Faynman, tanto per citare i più popolari.
Ciò che posseggono di straordinario quei numeri immaginari, spesso sbeffeggiati come numeri fantasmi e inesistenti, è che, se da un lato effettivamente non hanno alcun riferimento col mondo reale, dall’altro lato permettono quello che non era mai accaduto prima nel mondo della Scienza.
DALL’IMMAGINARIO AL REALE
Mi spiego: si parte da una situazione reale basandosi sui numeri tradizionali (reali) ben connessi al mondo reale, poi per inseguire la soluzione, si trasforma tutto in numeriimmaginari, lasciandola sensazione che ogni cosa stia perdendo significato.
Poi però, attuate le ulteriori trasformazioni, si ritorna nel mondo reale con numeri reali. Insomma quei numeri fantasmi sono stati soltanto un ponte di passaggio per risolvere il nostro problema. Fantastico, no? Beh, volete sentirne un’altra?
EULERO DA BASILEA
Il matematico svizzero Eulero (uno di coloro che avviò i numeri immaginari verso il loro glorioso destino) a metà del ‘700 se ne servì per inventare un’equazione del tutto singolare e di per sé assurda poiché presenta la somma di due entità positive uguale a zero: cosa ovviamente priva di senso.
Tuttavia per il solo fatto che lì dentro figura la piccola “i”, essa finisce per assumere importanti significati in campo scientifico. Fu chiamata l’Equazione di Dio (non so in quale momento di esaltazione mistica). Molti matematici la definiscono “bella”. Ma questa sarebbe un’altra questione che ha a che fare con l’estetica, questione non compatibile con queste annotazioni. Sia come sia anch’io la coltivo nel mio modesto universo matematico, tanto che ci ho scritto sopra una poesia.
L’equazione di Dio: eπi + 1 = 0
Pi greco seduto sopra “e”, a fianco della “i”,
con l’uno e poi lo zero: cinque ingredienti,
pentagramma che racconta ciò che è e insieme non è.
Universi paralleli si snodano su percorsi euleriani
senza inizio e senza fine.
E adesso l’ultimo bagliore in quella “i”,
che, appena apparsa, è già svanita.
Irreale, trascendente, immaginaria,
evanescente a dir poco.
Un fantasma? Una bugia? Un delirio forse.
O magari la chimera che aspettavo per capire il mondo.
L’equazione di Dio, si dice. Ancora una volta Dio?
Lasciatelo in pace, per favore! Ha altro cui pensare, Lui.
A noi non resta che inseguire tra luce e buio
il nostro gran mistero, senza sapere dove,
quando e perché.
Dopo tanto studiare resta tra le dita soltanto la freccia del tempo,
di dove stiamo andando: direzione senza un verso.
Lui, il verso, è sempre incerto, avanti, indietro,
passato e futuro.
Il presente è già passato, il futuro fugge in là… lontano.
Lontano come il sogno che facevo da bambino:
“Mamma, quanto è grande il mare?
Quanti sono i granelli di sabbia,
e quante sono le stelle?”
Che ne dite? E chi aveva detto che non si poteva tentare di fare poesia con la Matematica e la Scienza?
piano for life
L’ARTE PER LA SCIENZA
L’Associazione di volontariato Piano for Life, con sede a Roma, ha come scopo sociale la raccolta di fondi a favore della ricerca scientifica sulle malattie rare, attraverso l'organizzazione di concerti di musica classica in luoghi culturalmente e socialmente significativi, autofinanziando le risorse necessarie alla realizzazione. Piano for life, nata nel 2008, è iscritta nel Registro del volontariato della Regione Lazio – sezione cultura (L. 266/91) e ora in attesa di iscrizione nel Nuovo Registro del Terzo settore. Abbiamo scelto di impegnarci nella raccolta di donazioni a favore di progetti scientifici chiaramente definiti, relativi alla cura di malattie rare. Crediamo che Arte e Scienza possano collaborare su specifici progetti di ricerca. Cerchiamo di offrire al pubblico l’ascolto di buona musica e l’opportunità di contribuire materialmente a far sì che i ricercatori possano portare a termine i loro progetti. Dalla data della sua costituzione Piano for life ha organizzato numerosi concerti di musica classica.
Hanno donato la loro arte, per realizzare lo scopo sociale di Piano for life, giovani concertisti di talento e affermati musicisti, docenti dei Conservatori di Roma, Salerno, Latina, Avellino.
Cerchiamo di offrire al pubblico l’ascolto di buona musica e l’opportunità di contribuire materialmente a far sì che i ricercatori possano portare a termine i loro progetti.