ANZIO - Aumenta la Tari ma non si fa niente per adottare le pratiche virtuose
Risparmiare si può
Ho letto con attenzione e con l’occhio abbastanza educato a farlo, il nuovo contratto per la gestione dei rifiuti del Comune di Anzio; quel contratto che risulta appaltato “in house”e cioè non affidato ad una ditta privata dopo una gara di appalto internazionale ma, come reso possibile dalla normativa vigente, ad un’organizzazione partecipata dalle istituzioni interessate. A tal fine il Comune di Anzio ha acquisito la partecipazione alla Società di gestione Ambiente Energia e Territorio SPA rilevandone l’1% del capitale sociale al prezzo di Euro 30.000. Forse aprire la competizione ad un ampio raggio di ditte specializzate avrebbe permesso di evitare quelle carenze che si vanno rilevando in questi primi mesi di gestione e che continuo a segnalare attraverso questo periodico. L’ho fatto ed intendo continuare a farlo con lo spirito di chi non ha nessuna motivazione di parte politica ma con la volontà di fornire un apporto critico e costruttivo, nella convinzione assoluta che il servizio della gestione dei rifiuti continuerà a fallire se il Comune non stabilirà una collaborazione con l’utenza. Dopo un’accorta osservazione, non mi è parso di vedere disponibilità al confronto da parte del Comune di Anzio con chi il servizio lo finanzia. Che la raccolta dei rifiuti sia stato un dramma negli anni passati, specialmente nei periodi estivi, non può essere messo in dubbio; che le strade dei quartieri di Anzio siano state, negli untimi anni, invase dai rifiuti non è in discussione. Quali sono le decisioni poste in atto che dovrebbero far invertire la tendenza ormai fortemente radicata? Le eccezionali capacità operative della ditta AET di Ciampino? Un capitolato innovativo? Un nuovo e più capace responsabile della gestione? Un migliore assessore ad esercitare il controllo? Oppure sono stati convertiti quei tanti utenti che non pagano la TARI e che gettano rifiuti nelle strade? In mancanza di risposte positive e convincenti agli utenti non resta che far sentire la propria voce nel denunciare, nel suggerire e nel contestare.
Il nuovo contratto costa 9,245.461 Euro ogni anno che rappresenta la spesa più cospicua del Comune di Anzio, una spesa che è lievitata negli anni in modo rilevante. A fronte di una spesa così importante, quali best practices sono state poste in atto per produrre risparmio? quali pratiche sono adottate per produrre meno rifiuti, che è la ricetta numero uno che i manuali tecnici e la logica prescrivono? Il contratto non da segno concreto di un indirizzo al miglioramento ecologico. Facciamo un esempio. La frazione di rifiuti più importante e, per alcuni aspetti più interessante, è certamente la frazione umida. Da sola costituisce quasi un terzo dei rifiuti prodotti ed oltre il 40% di ciò che viene differenziato. In peso è circa il doppio di quella del vetro e circa cinque volte quella della plastica. Da un calcolo approssimativo e tenendo conto dei diversi costi di smaltimento si può stimare che se si potesse eliminare questa frazione si potrebbe ridurre il costo totale del servizio di circa il 30%. Come noto la frazione organica è l’unica tra le frazioni differenziate che è soggetta a degrado naturale e cioè, se ben selezionata, tende rapidamente a degradarsi biologicamente e trasformarsi in compost organico, attraverso il processo di digestione aerobica con l’emissione di gas metano.
Per smaltire la frazione organica non occorrono i complessi e costosi procedimenti meccanici e chimici necessari per riciclare il vetro, la carta o la plastica: per la frazione organica basta facilitarne e governarne il naturale degrado per eliminare il rifiuto ed ottenere una forma di concime. Quindi la frazione organica può essere smaltita attraverso una rapida conversione in compost e ciò può essere fatto in modo rapido, con scarsissimo impegno economico, con un sensibile risparmio nello smaltimento, con un ritorno economico per la trasformazione in compost e producendo vera educazione ambientale perché, ove la pratica sia di tipo familiare, comporterebbe la diretta responsabilizzazione dell’utenza. In che modo il Comune di Anzio, con questa nuova gestione, affronta questo potente strumento ecologico? Di fatto non lo affronta. Perchè nel nuovo contratto si accenna alla disponibilità della ditta a realizzare un mini-impianto di compostaggio nel punto di raccolta comunale, ma non se ne definiscono i dettagli operativi e poi prevede la fornitura non di 200 ma di ben 2000 compostiere familiari. Dopo le migliaia lasciate a distruggersi al sole negli anni passati la fornitura di 2000 compostiere suona non solo come uno spreco di danaro pubblico ma anche come l’ennesima sonora presa in giro. Basta fare un rapido confronto: a fronte di 2000 compostiere il contratto prevede la fornitura di soli 5000 set di mastelli per la raccolta differenziata, mentre, senza contare le utenze commerciali, 25.000 sono le utenze familiari stimate nel comune di Anzio.
La domanda è: quale è la mente così raffinata che formula decisioni del genere? Tornando al compostaggio. Il compostaggio è anche compartecipazione e la partecipazione nasce quando l’istituzione si rende “disponibile”; quando i cittadini sentono che vale la pena collaborare col comune perché se ne riceveranno benefici sia sul piano educativo ma anche su quello della condivisione dei benefici prodotti. Quali sono le azioni poste in atto dal Comune di Anzio per “educare” al compostaggio? Quali quelle che possano indurre i cittadini a sentirsi partecipi del servizio di raccolta? Di compostaggio se ne parla almeno da venti anni, io mi sono iscritto all’albo dei compostatori circa 12 anni fa, si è fatto un regolamento che prevede una riduzione della TARI. Perché non si procede in tal senso?
Se le cose non sono cambiate, i rifiuti organici di Anzio vengono smaltiti dall’impianto di via della Spadellata, quell’impianto che non dovrebbe essere ubicato in quel luogo perché viola la distanza di sicurezza da obiettivi sensibili. Il prezzo di smaltimento dovrebbe aggirarsi intorno ai 100 Euro la tonnellata. Quanto danaro potrebbe essere risparmiato se venisse praticato il compostaggio familiare nelle migliaia di ville e villette di Anzio e se venissero istituiti mini impianti di comunità? Sicuramente milioni di Euro che produrrebbero una riduzione della spesa ed un segno verso la tanto decantata e poco praticata transizione ecologica.
I tentativi di coinvolgere la gente a praticare il compostaggio non potranno avere seguito se non verranno definiti i benefici per i compostatori e se non si farà una campagna di educazione al praticare il compostaggio.
Sergio Franchi