NETTUNO - Mense e trasporto scolastico
Aumenti per gli scolari
Ci lascia l’amaro in bocca l’aumento delle tariffe per le mense e per il trasporto scolastico deliberate oggi dal Commissario Strati. Durante questi anni, in consiglio comunale, abbiamo più volte espresso la nostra contrarietà eppure a causa della caduta della giunta Coppola, che si è disintegrata per incapacità, non è stato approvato il bilancio preventivo durante la discussione del quale avremmo fatto di tutto per lasciarle quantomeno immutate.
Un’altra cosa che proprio non ci convince è che l’aumento del 15% (mica poco) è lo stesso per tutte le fasce di reddito. Com’è ampiamente noto la crisi economica non colpisce tutte le fasce di reddito alle stesso modo difatti aumenta la forbice tra i poveri che diventano sempre più poveri e i ricchi che diventano sempre più ricchi, quindi aumentare tutte le fasce, anche quella a reddito bassissimo, del 15% ci pare un errore.
Se proprio si doveva fare un aumento delle tariffe questo si sarebbe dovuto fare spalmandolo su più anni e comunque con aumento di aliquote progressive in base al reddito, quindi ad esempio lasciando inalterata le prime fasce e attuando degli aumenti a salire fino ad incrementare del 15% solo l’ultima fascia. Non si può non evidenziare poi l’impatto che un tale aumento avrà sulle famiglie numerose.
D’altronde la progressività della tassazione è un cardine della nostra Costituzione. Prima di concludere poi ci chiediamo che fine abbiano fatto gli ultimi buoni acquisti per i quali il bando è scaduto da giorni ma che, per quanto in nostra conoscenza, non sono ancora arrivati sulle tessere sanitarie degli aventi diritto. Capiamo che il covid sta fortemente incidendo sugli uffici ma i nostri concittadini più in difficoltà non possono seguitare ad aspettare. Chiediamo al Commissario Strati di ricondurre determinate scelte amministrative alla più ampia sostenibilità sociale, che non può essere disattesa in momenti di crisi come l’attuale.
Auspichiamo, in continuità a quanto proposto in questi tre anni di opposizione, che vengano attuati interventi rapidi e risolutivi per il bene della città e dei cittadini.
Carla Giardiello
Roberto Alicandri
Marco Federici
La difesa dell’ambiente e la necessità di risparmiare hanno bisogno di atti concreti
Il sole che scalda è il sole che raffredda
Il Presidente del Consiglio ha sintetizzato il pericolo di una carestia energetica con l’eventualità di dover rinunciare al condizionatore. L’espressione, certamente simbolica ma forse anche ottimistica, ha fatto scrivere i giornalisti e discutere gli opinionisti molto piu di quanto essa volesse realmente comunicare. Sta di fatto che un’estate iniziata a maggio e vissuta a temperature torride porta il ruolo del condizionatore a livello di elettrodomestico piu che utile, indispensabile, specie per alcune persone. Il clima temperato della nostra zona è diventato un ricordo di qualche anno fa ed in molte abitazioni, mal costruite, mal esposte e mal coibentate, la condizione ambientale diventa difficile. E poi c’è ed è incombente la necessità di ridurre i consumi sia per contribuire alla politica nazionale di riduzione del superfluo e sia per timore di una bolletta che mette paura quando arriva. Eppure mai come in questo periodo è stato facile dotare un’abitazione sia di un impianto di aria condizionata sia di un sistema per produrre in proprio l’energia per farlo funzionare. L’Ecobonus è uno strumento con cui il governo intende incentivare i lavori edili attraverso interventi che si concretizzano in riduzioni di del 50, del 65 o addirittura riduzioni che aumentano al 110% il rimborso dell’intervento sostenuto. Tralasciando le riduzioni del 65 e del 110%, che si applicano in modo selettivo e vincolato a risultati ed hanno bisogno dell’intervento di un tecnico, la riduzione del 50% (Art 14 del decreto-legge 63/13) trova un’applicazione piuttosto facile. Sostituire o installare unità di condizionamento di classe A o superiore ottenendo il 50% è diventato facilissimo dopo che la gran parte dei rivenditori ed installatori praticano il cosiddetto sconto in fattura e cioè rilevano di fatto il credito decennale d’imposta, detraendo subito, dal prezzo di vendita e di installazione, il 50% che tale credito avrebbe generato in 10 anni. L’ unica pratica burocratica viene generalmente esperita dal venditore e consiste nel riempimento di un formulario e negli elementi di identità e di verifica dell’acquirente al fine di accertarne l’assoggettabilità a credito d’imposta (che viene certificata dalla Agenzia delle Entrate). Similmente è facile la realizzazione di un impianto fotovoltaico, se si sceglie la via piu semplice e piu rapida e cioè quella di pagare il 50% dell’impianto chiavi in mano cedendo il credito d’imposta al fornitore. Molte grosse società si occupano di ogni aspetto, dalla progettazione allo scambio sul posto, che è la procedura con cui si vende alla ditta fornitrice della corrente quella prodotta ma non utilizzata. Dotare l’impianto fotovoltaico di un accumulo adeguato crea una flessibilità che può portare ad abbattimenti di almeno il 50% della bolletta elettrica in una casa di medie dimensioni ed anche di più se l’impianto è gestito concentrando i consumi nei periodi di produzione. La possibilità concreta di produrre l’energia che si usa è a portata di mano molto piu di quanto si pensi. La concorrenza sta inducendo le grosse ditte ad accaparrarsi clienti e potenziali mini fornitori di energia a prezzi convenienti, le condizioni internazionali suggeriscono di non stare solo a guardare, la necessità impellente di produrre da fonti rinnovabili in difesa dell’ambiente resta il must per un futuro possibile. Tutto depone verso una mini autarchia che fa bene al mondo e fa risparmiare. E così il pericolo paventato dal Presidente Draghi viene scongiurato in estate secondo il motto “il sole che scalda è quello che mi raffredda”. Lo stesso sole che in inverno, in zone luminose come la nostra, aiuterà a far funzionare casa ed a scaldarla risparmiando. Il costo iniziale deve essere ammortizzato ma con la qualità degli impianti che vengono installati che durano oltre 20 anni con una resa ottima, il prezzo ridotto pagato all’inizio si può ammortizzare in circa 4 anni.
Sergio Franchi