Tuttavia, l’ansia fascinosa del comunicare con l’ignoto può guardare non solo al mare, ma, ad esempio, al cielo o addirittura al trascorrere del tempo. Si può parlare infatti, in senso lato, di “messaggi in bottiglia” anche per le targhe trasportate da razzi-sonda verso lo Spazio esterno al nostro Universo e per i radio-messaggi interstellari, inviati alla ricerca di altre forme di vita intelligente. E i fogliettini scritti dai bambini che volano in cielo con i palloncini colorati? Non sono forse anch’essi messaggini in bottiglia”, alla ricerca di un contatto amico? Come anche i contenitori definiti “capsule del tempo”, che trasportano ai posteri testimonianze oggettive dell’epoca in cui vi furono sigillate?
CURIOSITÀ –Torniamo alla nostra bottiglia trovata tra gli scogli! Ansioso di conoscerne il contenuto, la porto al riparo e con pazienza ne tolgo il sigillo. Cautamente, con pinze sottili afferro i lembi del foglio arrotolato; lo estraggo e lo distendo sul tavolo. Ecco apparire alcune righe di parole sbiadite, vergate in lingua inglese… e vi leggo di una struggente malinconia…
Il Guardiano del Faro
LA COMPLESSA STORIA
DELLA RUSSIA/10
di Francesco Bonanni
Il vero ed unico scopo del viaggio sotto mentite spoglie di Petro I, detto il Grande, nei più importanti Stati Europei fu quello di rendere la Russia un Paese moderno.
Difatti studiò le Strutture Produttive ed Organizzative dei Paesi visitati e reclutò Maestranze qualificate da portare in Russia.
Sulla base delle conoscenze acquisite nei suoi viaggi, una volta rientrato a Mosca, introdusse una serie di profondi cambiamenti nelle Strutture Statali e Sociali. Oltre a creare Governatorati per il controllo fiscale e giudiziario in tutto il territorio dell’Impero, promosse iniziative per introdurre Costumi e Comportamenti occidentali nell’Aristocrazia russa. Istituì, inoltre, un Senato formato da nove membri con il compito di essere di supporto all’Attività di Governo e sostituì il Patriarcato con il Collegio Ecclesiastico del Santo Sinodo con a capo un Governatore Generale di sua nomina.
Nel 1772 emanò un Decreto che attribuiva in via esclusiva allo Zar il diritto di designare il suo Successore prescindendo dalla Primogenitura.
In Campo Economico, pur riconoscendo il ruolo importate dell’Iniziativa Privata, ricorse ampiamente all’Intervento Pubblico.
Favorì il Processo di Industrializzazione soprattutto negli Urali ove impresse un notevole impulso all’Industria Estrattiva e Metallurgica.
Infine, nel Processo di Modernizzazione della Russia, adottò il Calendario Giuliano, semplificò l’Alfabeto russo (ideato nella seconda metà del IX secolo dai fratelli San Cirillo e San Metodio allo scopo di evangelizzare i Popoli Slavi) e fece pubblicare il primo giornale russo.
Con obiettivo di fare della Russia la maggiore Potenza dell’Europa Orientale decise di acquisire il necessario sbocco al mare attraverso il predominio del Baltico e della regione del Mar Nero. Ma ciò lo portò a scontrarsi con l’Impero Ottomano e con la Svezia.
Pietro colonizzò quindi le Coste del Mar Nero il cui possesso fu confermato nel 1699 con la Pace di Carlowitz, conclusa a seguito delle guerre tra Lega Santa ed Impero Ottomano.
Invece il dominio sul Baltico si presentò difficile.
Pietro aderì alla Coalizione contro Carlo XII di Svezia allo scopo di conquistare l’Estonia, ma dopo una breve occupazione fu costretto a rinunciare temporaneamente al possesso del Paese Baltico.
Solo successivamente, approfittando del fatto che la Svezia era impegnata in una guerra contro la Polonia, si impossessò della Carelia e dell’Estonia e nel 1703 fondò sul Baltico la Città di San Pietroburgo che nel 1712 divenne la Capitale della Russia.
Chiuso il confronto con la Svezia Pietro riprese la guerra contro gli Ottomani senza però riuscire ad impossessarsi del Mar di Azov.
e dovette accontentarsi di assicurarsi un assoluto predominio russo solo sulla Regione Baltica.
Si proclamò Zar di Tutte le Russie e morì a San Pietroburgo nel 1725.
Come possiamo constatare dalle recenti vicende belliche, sia la Russia Zarista che quella Sovietica e Postsovietica ha sempre considerato il dominio del Mar Nero una questione di vitale importanza sia dal punto di vista strategico che commerciale in quanto rappresenta l’unico sbocco sul mare per tutti i mesi dell’anno a differenza del Mar Baltico impraticabile durante il periodo invernale.
Per questo la Russia da un punto di vista geopolitico si è sempre ritenuta menomata senza la possibilità di un proprio assoluto dominio sul mare in quanto solo gli Stati talassocratici possono considerarsi Grandi Potenze a pieno titolo.
SCRITTURA AL FEMMINILE
Rubrica aperta a tutti
QUERELLE DES FEMMES
VENEZIA: centro editoriale del rinascimento e
un’“eccezione”
Prima di affrontare le singole personalità femminili veneziane, le tre “ribelli”, rappresentanti della Querelle des Fammes, un breve ritratto della Venezia dei secoli XVI e XVII e il suo ruolo preminente in ambito editoriale.
VENEZIA E L’EDITORIA Durante l’era rinascimentale Venezia diventa un centro molto fertile della Querelle e, considerata sullo sfondo del dibattito a livello europeo, definita un’“eccezione” in senso assolutamente positivo, […] in nessun altro luogo si osserva una tale densità di discorsi e di ‹nodi› discorsivi che uniscono tanti campi diversi sotto il segno della Querelle […] Venezia produce fino alla prima metà del Cinquecento oltre il 50% delle opere femminili; nelle opere a stampa scritte da donne si osserva inoltre un forte aumento di argomenti profani. (Zimmermann, «‹L’eccezione veneziana›» 2014). In effetti Venezia ha rappresentato, all’epoca, un luogo esclusivo per le prerogative dimostrate nell’ambito librario, così come nella produzione letteraria femminile.
La città offriva già in quegli anni le condizioni giuste per la produzione e prolificazione letteraria e proprio in questa città sono stati stampati quei «testi di qualità esemplare» che sono divenuti dei veri e propri ‹classici› della Querelle.
VENEZIA E LE DONNE Venezia si distingue rispetto ad altre situazioni italiane ed europee per una maggiore attenzione alla situazione della donna: le bambine vanno alla scuola pubblica, anche se in percentuale minima rispetto ai maschi, e non possono comunque accedere agli studi superiori.
Le donne possono ereditare al pari dei fratelli (anche se con notevoli limitazioni per i beni immobili), possono fare esse stesse testamento, hanno diritto ad una dote congrua, possono testimoniare in giudizio, possono esercitare un’attività economica anche a livello imprenditoriale. Anche a Venezia, tuttavia, le donne non possano ricoprire nessun tipo di carica politica: esse, pertanto, devono essere sempre, o quasi, rappresentate dal marito o dai fratelli maschi, ed hanno come destino il matrimonio o il convento.
VENEZIA E LA QUERELLE Due fattori hanno agevolato un particolare radicamento della “Querelle” in area veneziana. Da un lato il clima libertino che ha caratterizzato la stessa città avversaria di quei nemici che impedivano il libero agire, e dall’altro, in particolare alla fine del Cinquecento, il clima misogino diffuso all’interno della città, che sembra essere divenuta il centro del misoginismo italiano, e per reazione, all’inizio del nuovo secolo, la culla del moderno femminismo europeo (Daria Perocco, Alla ricerca di una letterata, 2007), dove compaiono a stampa gli interventi diretti di alcune scrittrici a difesa del proprio sesso: le tre “ribelli”, Moderata Fonte, Lucrezia Marinella, Arcangela Tarabotti, personalità che verranno affrontate nei prossimi articoli.
Qui, in conclusione, alcune righe su Venezia della lunga introduzione nella tradizione umanistica lausurbis che precede l’opera di Moderata Fonte. L’autrice sembra stabilire un rapporto diretto fra la città e le donne veneziane quando inserisce i termini-chiave della “querelle” – «eccellenze, nobiltà e dignità»:
[…] Questa città però è differentissima de tutte le altre ed è nuova e meravigliosa opera della man di Dio; e sì per questo, come per molte rare se sopranaturali eccellenze in nobiltà e dignità avanza già tutte le altre città del mondo, così antiche come moderne, onde dirittamente può chiamarsi Metropoli dell’universo.[…] In questa dunque veramente città divina, residenzia de tutte le grazie ed eccellenze sopranaturali,fra le più chiare e reputate famiglie si trovarono, non ha gran tempo ed ancor si trovano alcune nobili e valorose donne di età e stato diferenti, ma di sangue e costumi conformi, gentili, virtuose e di elevato ingegno […].