Il Pontino Aprilia • 14/2019
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Dietro la lettera inviata il 17 giu-
gno scorso in Comune dalla Pa-
guro srl, che si propone di finan-
ziare il piano di caratterizzazione
e l’eventuale bonifica del terreno
di uno dei quattro siti ad altissima
priorità ora oggetto del piano co-
munale di caratterizzazione al va-
glio della Regione Lazio, si cela
ancora l’incubo della discarica
controllata di Via Savuto. Un pro-
getto, quello presentato nel 2016
e poi bocciato dalla conferenza
dei servizi, sul quale oggi il pro-
prietario di Paguro srl ha presen-
tato in Regione la richiesta di ri-
esame. Una circostanza che non è
sfuggita all’attenzione della com-
missione congiunta urbanistica e
ambiente del 25 luglio scorso,
concentrata sul punto 17 della let-
tera presentata dalla società legata
al patron di Rida Ambiente Fabio
Altissimi, che senza troppi giri di
parole afferma che “qualora la
bonifica del sito determinasse ol-
tre alla riqualificazione dell’area
la produzione di rifiuti da gestire,
Paguro srl a ulteriore supporto
della comunità locale è disponibi-
le ad accogliere tali rifiuti in una
discarica controllata che potreb-
be sorgere nelle arre di proprie-
tà”. Una prospettiva che la lista
Terra, attraverso l’intervento del
capogruppo Omar Ruberti ha re-
spinto con fermezza.
“Il privato propone una connes-
sione forzata e artificiosa tra due
temi non correlati tra loro, come
la caratterizzazione e bonifica e
la realizzazione di una discarica
controllata: dietro la bonifica si
nasconde la volontà di realizza-
zione una discarica a cui il comu-
ne ha già detto no. In tutte le sedi,
tecniche e politiche, prima di va-
lutare la proposta dobbiamo riba-
dire che per un discorso di pro-
grammazione non vogliamo una
discarica e che su questo territo-
rio non ci può essere un privato
che in regime di monopolio possa
chiudere il ciclo dei rifiuti. Non
solo non ci serve una discarica,
ma dobbiamo ristabilire i giusti
quantitativi necessari al fabbiso-
gno dell’Ato per non assumere il
ruolo di cuscinetto di Roma. Non
è chiaro inoltre perché lui diffidi
noi a intervenire, quando even-
tualmente dovrebbe essere prero-
gativa del Comune intervenire”.
Ma la caratterizzazione stessa,
seppur necessaria per sperare di
attingere ai fondi regionali neces-
sari per bonificare 4 siti inquinati
che attendono da 40 anni, rischia
di generare un effetto domino.
“Noi non conosciamo la tipologia
di rifiuti sepolti lì sotto– ha di-
chiarato il consigliere della Lega
– e non sappiamo se il privato ha
notizie in tal senso. Qualora
emergesse la presenza di una ti-
pologia di rifiuti che non può es-
sere spostata ma deve essere trat-
tata in loco, indipendentemente
da chi finanzia lì si creerebbe un
deposito e al Comune spetterebbe
il compito di evitare che il sito
possa diventare un libero accesso
per rifiuti provenienti da fuori.
L’eventuale analisi delle acque
poi, qualora emergesse l’inquina-
mento delle falde, costringerebbe
il sindaco a emettere un’ordinan-
za di divieto all’emungimento dei
pozzi. A quel punto o il Comune
investe per realizzare un acque-
dotto o le case di La Gogna sa-
rebbero di fatto inagibili. Aspetti
che con questa richiesta pervenu-
ta dal patron di Rida, non vanno
sottovalutati”.
Francesca Cavallin
Un’estate dal dibattito piuttosto infuocato per lo smaltimento dei rifiuti
L’incubo della discarica a via Savuto
Pag. 30 IL PONTINO APRILIA Cronaca di Aprilia ANNO XXX - N° 14 - 9 AGOSTO/10 SETTEMBRE 2019
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Il papà Giovanni Carlo è stato un internato militare
Lettera a Vasco Rossi
Medaglia d’Onore a Giovanni
Carlo Rossi papà del cantante Va-
sco Rossi. È quanto si prefigge
come obiettivo l’associazione
“Un ricordo per la pace” nell’am-
bito del progetto “MEMORIA
AGLI I.M.I”. Il tentativo di con-
tatto con Vasco attraverso una let-
tera inviata ai media. L’associa-
zione apriliana svolge attività di
ricerca storica e divulgazione dei
tragici avvenimenti delle guerre
mondiali ed ha realizzato nume-
rose iniziative culturali in territo-
rio laziale. È curatrice di una mo-
stra permanente sulla Battaglia
di Aprilia, oltre 300 reperti storici
provenienti dalla collezione pri-
vata di Ostilio Bonacini. Nel
2014 “Un ricordo per la pace” ed
il veterano britannico Harry
Shindler furono i promotori del
Memoriale dedicato al padre del
musicista Roger Waters (Eric
Fletcher Waters) disperso ad
Aprilia nei cruenti combattimenti
del 1944 aventi come finalità la
liberazione di Roma.
Dal 2011 “Un ricordo per la pa-
ce” assiste gratuitamente gli
aventi diritto nelle richieste della
Medaglia d’Onore, onorificenza
concessa ai cittadini italiani mili-
tari e civili, deportati ed internati
nei lager nazisti ai quali, se mili-
tari, è stato negato lo status di pri-
gionieri di guerra.
L’attenzione dei ricercatori del-
l’associazione è rivolta ora alla
storia del papà di Vasco Rossi.
Vasco: un nome insolito che, co-
me dichiarato dal cantante, fu
scelto dal padre in omaggio ad un
compagno di prigionia che gli
aveva salvato la vita durante un
bombardamento in Germania, du-
rante la seconda guerra mondiale.
Giovanni Carlo Rossi fu uno dei
650.000 IMI (Internati Militari
Italiani) che sui vari fronti dissero
NO al nazismo dopo l’armistizio
dell’Italia l’8 settembre 1943 e
pertanto catturati dai tedeschi e
deportati nei campi di concentra-
mento in Germania, obbligati a
lavorare per l’economia di guerra
nazista. Uno degli eroi, Giovanni
Carlo, di una resistenza per molti
anni oscurata. Un’oblio perpetua-
to nei confronti degli IMI fino
all’“istituzionalizzazione” della
memoria che in Italia arrivò di
fatto con la legge n. 296 del 27
dicembre 2006. È con questa leg-
ge che lo Stato Italiano ha previ-
sto per gli ex internati la conces-
sione della Medaglia d’Onore a
titolo di risarcimento morale per
la fedeltà alla Patria; concessa su
richiesta degli eredi (pochissimi
gli IMI ancora viventi) tramite
decreto del Presidente della Re-
pubblica.
Giovanni Carlo Rossi venne cat-
turato all’isola d’Elba con i suoi
commilitoni probabilmente il 17
settembre 1943 giorno della resa
dopo i bombardamenti degli Stu-
kas nazisti che costarono la vita
ad oltre 100 persone tra militari e
civili. I militari vennero detenuti
dai tedeschi nella Caserma “Vit-
torio Veneto” a Portoferraio fino
alla deportazione nei campi di
concentramento in Germania nel-
l’ottobre 1943. Giovanni Carlo
venne internato in un campo nei
pressi di Dortmund.
Nella lettera indirizzata a Vasco,
scrive Elisa Bonacini a sua volta
figlia di IMI e presidente di “Un
ricordo per la Pace”: “Noi non ci
conosciamo, Vasco, ma abbiamo
qualcosa in comune. Nel nostro
DNA un po’ della forza dei nostri
padri, del loro coraggio. I nostri
papà tra i 650 000 soldati italiani
che per fedeltà alla Patria, allora
Regno d’Italia, dissero NO al na-
zismo e preferirono subire la pri-
gionia nel lager, costretti al duro
lavoro per la Germania. Fortuna-
ti entrambi nel ritornare a casa,
seppure l’ombra di loro stessi,
smagriti ed irriconoscibili”. Con-
tinua Elisa nel proporre la richie-
sta della Medaglia IMI: “Lo so,
Vasco per alcuni questa onorifi-
cenza è solo un pezzo di latta, ma
vedi… è lo Stato italiano che si
inchina davanti al sacrificio di
questi italiani; io credo significhi
molto, che anche tuo padre ne sa-
rebbe orgoglioso”. Termina Elisa
con un appello: “Caro Vasco, tu,
seppur inconsapevolmente sei il
più celebre dei testimonial per
accendere i riflettori sulla storia
degli IMI . Troppi anni di oblio.
Chi meglio di te può farlo?”.
Si attende ora un riscontro del
cantante, notoriamente molto le-
gato al padre scomparso nel
1979, quando Vasco era ancora
agli esordi della sua straordinaria
carriera. La richiesta dell’onorifi-
cenza che potrebbe partire a suo
nome o di un familiare un modo
di dimostrare ulteriormente l’af-
fetto e la stima per un uomo che
tanto ha trasmesso a Vasco, i veri
valori della vita. E.C.
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