Il Pontino Aprilia • 20/2019
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“Ancora una volta, così come
ripetutamente fatto presente in
questi ultimi mesi, ci ritroviamo
a denunciare non solo la croni-
ca mancanza delle attrezzature
necessarie a svolgere alcune
delle normali pratiche speciali-
stiche, ma anche e soprattutto
la mancata sostituzione o ripa-
razione di quelle in uso quando
si guastano. Tempi di sostituzio-
ne per nulla certi - riporta Clau-
dio Frollano del Tdm Aprilia -
e così lunghi che in alcuni casi,
quali ad esempio le visite medi-
co-legali o oculistiche, addirit-
tura sospese nel primo caso per
problemi informatici (fuori ser-
vizio stampante e difficoltà di
collegamento con i server pre-
posti allo svolgimento della
normale attività) e, nel caso
delle visite oculistiche, addirit-
tura fuori servizio e non funzio-
nanti alcuni strumenti necessa-
ri per una corretta diagnosi
(Oftalmoscopio e Autorefratto-
metro necessari nella diagnosi
di Astigmatismo, Pachimetro
non funzionante), altri obsoleti
(vecchio di 30 anni e danneg-
giato l’apparecchio per il Cam-
po Visivo), tanto che in alcuni
casi non si è potuta erogare la
visita prenotata. Non va dimen-
ticato inoltre che da lungo tem-
po è stato richiesto l’apparec-
chio per l’ecocardiogramma,
che si dice “in arrivo”, ed è
stato acquisito un elettrocardio-
grafo, ma ne servono altri due.
Altro problema la mancanza di
defibrillatori. Ne esiste uno in
Oncologia, ma è vecchio e pre-
senta difficoltà nell’utilizzo. Per
quanto riguarda la Chirurgia, è
disponibile solo una attrezzatu-
ra minimale, in condivisione
con Dermatologia”.
Un nuovo grido di allarme del
Tdm Aprilia.
“Per ultimo - riporta Claudio
Frollano del Tdm Aprilia - si se-
gnala la carenza di arredi (letti-
ni, scrivanie, armadietti…) La
domanda è sempre la stessa:
ma è veramente così difficile or-
ganizzare almeno la sostituzio-
ne di uno strumento nel caso
non fosse riparabile, in tempi
tali da poter evitare l’interru-
zione dell’ attività o peggio an-
cora erogare una visita non
adeguata? Di chi è la responsa-
bilità? Vogliamo altresì ricor-
dare che la simulata sui nuovi
parametri LEA nel Lazio, che
saranno operativi dal 2020,
hanno evidenziato che non si
raggiungerebbe la sufficienza
proprio a causa della inadegua-
tezza del Servizio Sanitario ter-
ritoriale. Continuando su que-
sta strada faranno appena in
tempo ad ufficializzare l’uscita
della Regione Lazio dal Piano
di Rientro, che dovrebbe avve-
nire alla fine del 2019, per poi,
con i nuovi parametri, ritornar-
ci nel 2020.
In generale il nostro Servizio
Sanitario pubblico è più che ac-
cettabile, perché quindi non or-
ganizzare meglio ruoli e soprat-
tutto responsabilità, al fine di
creare percorsi certi e puntuali,
specialmente nel campo dell’as-
sistenza logistica, almeno per le
visite specialistiche presenti
nelle strutture? Si conta troppo
solo sul commitment del perso-
nale, che lavora sotto pressione
ed in condizioni non ottimali,
esponendosi così anche all’ira
dei pazienti (che comunque non
giustifichiamo) che li identifica-
no come i responsabili del dis-
servizio, ignari del fatto che
questi ultimi sicuramente
avranno fatto presente più volte
che un determinato strumento
era in dirittura d’arrivo o, peg-
gio ancora, già non funzionan-
te. Bisogna entrare nella logica
che i macchinari e gli strumenti
per gli accertamenti diagnostici
vanno inseriti in un serio piano
di manutenzione programmata,
sostituiti quando diventano
inaffidabili e riparati con un si-
stema di pronto intervento, al-
trimenti la momentanea sospen-
sione del servizio continuerà ad
essere inevitabile. Auspichiamo
la creazione di percorsi sempli-
ci, chiari e veloci per evitare di
raccogliere dati negativi sulle
prestazioni e sull’organizzazio-
ne del Servizio Sanitario terri-
toriale, che si ripercuotono non
solo sui cittadini, ma anche sul-
le autorità che hanno il compito
di intervenire per rendere la sa-
nità pubblica fruibile e ben
strutturata. E’ compito della
Regione Lazio creare procedure
operative standard che siano
applicabili e sostenibili dalla
organizzazione del nostro siste-
ma sanitario ed evitare così che
anche il pensionamento di un
operatore sanitario o ammini-
strativo possa mettere in crisi
l’intera ASL, creando inefficien-
ze paurose con ulteriori aggra-
vi anche di spese. Purtroppo
questo tipo di programmazione
è completamente assente e si
continua ad operare in emer-
genza, con tutte le conseguenze
del caso, come se non si sapes-
se in anticipo chi sta per anda-
re in pensione ma fosse una
sorpresa. Il fatto poi che i pre-
sidi sanitari siano stati ribattez-
zati con il nome di “Azienda”
dovrebbe far riflettere ed essere
da sprone a fare proprie parole
quali produttività, efficienza,
soddisfazione del cliente, così
come pure contenimento dei co-
sti. Ogni cliente, in questo caso
“paziente”, va considerato co-
me una risorsa per l’Azienda
ASL alla quale si rivolge e va
trattato come tale, altrimenti è
solo una sponsorizzazione del
privato o una migrazione sani-
taria in altre regioni, le cui pre-
stazioni vengono liquidate a ca-
ro prezzo, nel nostro caso, dalla
Regione Lazio. La sfida di chi
si fa chiamare “Azienda” è
quella di rimanere competitivi,
che significa produrre di più
migliorando la qualità del ser-
vizio offerto e mantenendo o
abbassando i costi. Chiaro che
se il tutto si vuole raggiungere
solo abbassando i costi taglian-
do sul personale e non sosti-
tuendo la strumentazione ne-
cessaria neanche quando è rot-
ta e irrecuperabile, allora l’o-
biettivo di poter offrire un Ser-
vizio Sanitario pubblico che
soddisfi le necessità dei cittadi-
ni sarà difficile da raggiunge-
re”. P.N.
La denuncia di Claudio Frollano del Tribunale Diritti del Malato di Aprilia in merito al malfunzionamento degli ambulatori
Alla Asl strumenti obsoleti e rotti
Pag. 26 IL PONTINO APRILIA Cronaca di Aprilia ANNO XXX - N° 20 - 22 NOVEMBRE/10 DICEMBRE 2019
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