Per il mancato coinvolgimento sulla contrattazione
L’Ugl sul piede di guerra
La Ugl minaccia azioni legali contro la Multiservizi. Il sindacato lamenta il fatto di non essere stato convocato dall’azienda speciale per iniziare la discussione per la contrattazione decentrata cosi come avvenuto con Cgil, Cisl e Uil. Questo nonostante la Ugl rappresenti la maggioranza relativa tra i dipendenti dell’Asam.
“Nonostante la società adotti il CCNL enti locali - attacca il segretario provinciale Ugl Ordisei - si vuole ricordare come la Multiservizi nonostante abbia un capitale interamente pubblico rientra nella sfera delle società private. La rappresentanza sindacale nel privato è allargata sempre a tutte le sigle sindacali che rappresentano dei lavoratori in azienda e la loro forza contrattuale non deriva dall’aver firmato o meno il CCNL applicato. Se anche vogliamo fare la forzatura e muoverci nella decentrata nello stesso modo in cui si muove un ente locale, si ricorda che al tavolo della contrattazione si siede la parte pubblica (saremmo curiosi di conoscere quest’ultima, il Comune di Aprilia?), le OO.SS. firmatarie di contratto (vi siete dimenticati di invitare il CSA) e la RSU composta da tutti i lavoratori eletti appartenenti alle sigle sindacali che sono state ammesse alla votazione previa raccolta di firme. Nelle more delle elezioni per la costituzione della RSU (mai indette) la UGL ha nominato il signor Giuseppe Bafundi quale RSA ed anche in questo caso vi siete dimenticati di invitarlo al tavolo.
Appare evidente - continua Ordisei riferendosi alla dirigenza della Multiservizi - che arbitrariamente e senza alcun fondamento giuridico e/o normativo o senza trovare alcun appoggio nelle procedure contenute nel CCNL enti locali, abbiate invitato al tavolo delle trattative le sigle sindacali a voi probabilmente più amiche, altrimenti cosa dovremmo pensare? Vi invitiamo per quanto in parola a sospendere ogni trattativa senza avere al tavolo delle trattative la UGL che ricordiamo rappresenta la maggioranza relativa degli iscritti altrimenti non solo impugneremo tutti gli atti dinanzi alle autorità competenti bensì chiederemo l’avvio della procedura di infrazione per condotta antisindacale ai sensi dell’art. 28”.
Alessandro Piazzolla
Importante punto di partenza l’accordo sottoscritto con la Regione Lazio
Lotta al caporalato
“L’accordo sottoscritto oggi con la Regione Lazio è un importante punto di partenza per la lotta al caporalato in agricoltura”. Il sindacato UGL rappresentato dal Segretario Regionale Lazio Armando Valiani e dalla Responsabile Nazionale UGL Agroalimentare Carla Ciocci è tra i firmatari del protocollo “Per un lavoro di qualità in agricoltura - Qualità dell’abitare” che, in attesa di una riforma legislativa, rappresenta al momento lo strumento migliore per arginare il fenomeno. L’aspetto dell’abitazione è l’ultimo dei punti attuati dell’accordo più generale, sottoscritto a gennaio del 2019, attraverso il quale è stato realizzato un piano d’intervento per il contrasto ai fenomeni del lavoro nero e dello sfruttamento del lavoro e per la promozione e valorizzazione della legalità in agricoltura nella Regione Lazio, con la collaborazione di associazioni datoriali, la Provincia di Latina e l’importante patrocinio della Prefetto Trio. I punti contenuti nel Protocollo, sono 10: creazione degli elenchi di prenotazione presso i CPI; creazione di un’app per favorire l’incontro domanda- offerta di lavoro; incentivi all’assunzione; formazione per i lavoratori iscritti nelle liste di prenotazione: ruolo dell’ente bilaterale; misure di trasporto gratuito; misure a sostegno dell’accoglienza abitativa; il ruolo del mediatore Culturale; la campagna di informazione; la legge regionale sul contrasto e l’emersione del lavoro non regolare in agricoltura: “Con la sottoscrizione di questo protocollo – sottolinea il Segretario Armando Valiani – si intendere mettere in campo misure volte a migliorare le condizioni abitative e sociali dei lavoratori a rischio, vittime attuali e potenziali di caporalato, in quanto persone che lavorano nel settore agricolo o nella sua filiera “in nero” o con modalità contrattuali irregolari, attraverso soluzioni abitative dignitose e stabili nel medio-lungo periodo che possano contribuire all’uscita da condizioni di marginalità, direttamente correlate al contesto di vita”.
Dunque ci saranno azioni specifiche di supporto per la ricerca di alloggi, la stipula dei contratti di affitto e l’accesso a un fondo di garanzia per eventuale supporto economico agli affitti o danni all’immobile. In particolare sono previsti: “Il piano – spiega Valiani – verrà attuato in diversi comune della provincia di Latina (Aprilia, Cisterna di Latina, Cori, Fondi, Formia, Gaeta, Latina, Minturno, Pontinia, Priverno, Sabaudia, Sezze e Terracina) e i canoni di locazione non potranno eccedere 600 euro mensili per i Comuni ad alta densità abitativa, 400 euro per quelli a bassa densità”.
A.P.