La decisione della Giunta di intitolare l’area verde è stata criticata da Rifondazione e dall’ANPI
Giardino Franco Calissoni
“L’intitolazione dell’area verde di Aprilia nord a Franco Calissoni e il discorso tenuto dal sindaco Terra nell’occasione, indicano un esempio di imprenditorialità e cura della natura ai giovani apriliani. Noi non pensiamo che si possa omettere di ricordare la partecipazione del generale Calissoni, come volontario, alla guerra civile spagnola dalla parte dei falangisti del dittatore Franco. Molti giovani accorsero in Spagna da tutto il mondo per difenderne la democrazia combattendo, Calissoni stava, invece, dalla parte della dittatura fascista. La toponomastica di una città deve rispettare i valori costituzionali e politici di antifascismo su cui è nata la Repubblica italiana. Questo è l’esempio da dare ai giovani se proprio vogliamo accettare una visione così banalmente pedagogica della politica”.
Lo afferma il gruppo di Rifondazione comunista di Aprilia.
“Non vogliamo esempi, vogliamo che ogni azione politica, anche l’intitolazione di un luogo pubblico, rifletta una profonda comprensione della storia : c’è il passato di chi ha combattuto il fascismo e quello di chi stava con le dittature fasciste. A questi ultimi non può essere intitolato un luogo pubblico. I volontari come Calissoni vinsero in Spagna e in quel paese la dittatura si protrasse fino agli anni settanta, lui era dalla parte del torto. Questa intitolazione ci indigna ma non ci stupisce in una città che non riesce ancora a festeggiare il 25 aprile come liberazione nazionale e ricorda quel giorno come compleanno di Aprilia. Una città dove sono presenti, nella maggioranza, esponenti della destra più retriva e dove, un anno fa, il vicesindaco ha partecipato, con fascia tricolore, ad un evento di rivisitazione nostalgica delle città di fondazione a Piana delle Orme. Una rimozione del passato che, come ci insegna Primo Levi, ci espone al rischio di riviverlo”.
A.P.
Come capita quasi sempre ad Aprilia, la targa dell’intitolazione di un parco, di una via, di una scuola non presenta alcun riferimento utile per i cittadini che attesti il valore di questa decisione e, ovviamente, i motivi di tanto onore.
Ricordiamo ancora una volta che una targa, un monumento, come anche l’istituzione di una giornata del ricordo di un evento che si presume importante per i cittadini, sono memoria storica; sono segni di una identità e di una cultura cittadine; sono arredi urbani preziosi, che segnalano orizzonti esemplari di vita collettiva e, soprattutto per le giovani generazioni, percorsi educativi di riconoscimenti valoriali per il futuro.
Scrive Filippo Fasano ANPI “Vittorio Arrigoni” “E quindi.. non è roba di poco conto. E’ dunque talmente importante dare un nome ad un luogo della Città che è istituita una Commissione ad hoc con persone altamente qualificate con il compito di esaminare, indagare, approfondire la bontà delle proposte pervenute e preparare la documentazione relativa. Allora, per il caso specifico, le domande sono: Ha lavorato la Commissione toponomastica?
Sono stati approfonditi adeguatamente i percorsi di vita del Gen. Calissoni?
Sono state motivate le ragioni per le quali, da oggi, il personaggio fa parte della nostra storia collettiva? E ancora: chi, quale gruppo di cittadini, ha sentito il bisogno di proporlo per l’intitolazione di un parco cittadino?
Esiste il nullaosta prefettizio?
Voglio sperare che qualcuno risponda in maniera esaustiva. Non a noi ma ai cittadini
La decisione della Giunta di intitolare un parco (perché ancora libero, è stato detto) a Franco Calissoni non pare risponda a questi criteri. Vogliamo intitolare un parco al sindaco di Aprilia (1964 – ’65)? Piccola annotazione: basta un anno, un’apparizione di alcuni mesi come Amministratore, per rendere un Signore meritevole di essere ricordato per sempre nella Storia di Aprilia? Oppure vogliamo ricordarlo per la sua opera imprenditoriale sul nostro territorio (Tenuta Calissoni – Bulgari), per la creazione di un’ oasi naturale apprezzata da tutti? Vi sembra sufficiente? Oppure (ma non lo diciamo e, soprattutto, non lo scriviamo!) per la sua indiscussa fedeltà al Fascismo tanto da utilizzare anche la sua tenuta come scenario di manifestazioni in onore e memoria dei Legionari di Spagna, presenti con i loro vessilli anche alle adunate neofasciste al Cippo di Campoverde il 25 di Aprile? Sì. Perché per alcuni questo è un titolo d’onore (Affile docet).
Per noi, che ancora crediamo di essere figli della Repubblica antifascista, che vorremmo che la Costituzione sia la Stella polare di cittadini responsabili, che ci aspettiamo ogni volta che i nostri Amministratori una volta eletti facciano seguire al formale Giuramento atti conseguenti, per noi quest’ultimo è un elemento decisivo”.
P.N.