Il Comune ha chiesto un aiuto economico al Ministero delle Infrastrutture
Abusivismo edilizio
Quella contro l’abusivismo edilizio nel territorio di Aprilia è una battaglia costosa che l’amministrazione non può permettersi di sostenere da sola: per questo l’esecutivo ha chiesto aiuto al Ministero delle Infrastrutture, chiedendo di elargire 173 mila 538 euro del fondo dedicato alle demolizioni di immobili già acquisiti a patrimonio comunale. Le risorse serviranno a demolire per ora 9 manufatti iniziati e mai portati a termine – quindi non ad uso abitativo – ma gli interventi costano circa il doppio e l’ente rimanda a un momento successivo il reperimento delle risorse necessarie per poter materialmente procedere alle demolizioni. A un anno di distanza dall’approvazione della delibera consiliare utile a introdurre l’indennità di danno per coloro che occupano un fabbricato abusivo e per questo motivo acquisito a patrimonio comunale, la battaglia all’abusivismo diffuso nel comune nord pontino prosegue con la candidatura al bando per la concessione dei contributi per le demolizioni: 74 mila 353 euro, stando alla delibera di giunta, verranno impiegati per demolire un manufatto allo stato grezzo per civile abitazione su una base di circa mq. 220, rialzato dal piano di campagna di circa cm. 20, costituito da pilastri in c.a. e tamponato a mezzo di foratoni, ha una superficie di ca mq. 160 di cui mq. 25 adibiti a veranda; 82 mila 163 euro serviranno a demolire manufatti grezzi in muratura di 3 piani alto dal piano di campagna per circa 7,60 metri con due solai in cemento armato; 17. mila euro per 7 manufatti alcuni in muratura ma di piccoli dimensione, altri gazebi in legno con basamento in cemento.
Nel frattempo gli assessorati ai lavori pubblici e all’urbanistica stanno procedendo a un lavoro immane per eseguire i frazionamenti funzionali all’acquisizione degli immobili abusivi non sanabili a patrimonio comunale e poter poi procedere alle demolizioni dei manufatti considerati non di pubblico interesse; parallelamente gli uffici all’urbanistica stanno effettuando un vero e proprio censimento per monitorare la portata del fenomeno assai diffuso. Basti pensare che lo scorso anno, quando l’ente aveva acquisito a patrimonio comunale 18 immobili, 705 erano i verbali emessi dal 2008 al 2019 nei confronti di chi ha costruito fuori dalle regole del piano regolatore vigente e della variante di recupero, attività che avevano portato all’emissione di verbali per 1 milione 344 mila euro, la gran parte dei quali non pagati. Se ogni demolizione costa in media 40 mila euro, chiaro che sarà impossibile finanziare gli interventi solo con le risorse del bilancio, che pure attraverso controlli serrati sul pagamento delle multe e con l’introduzione effettiva dell’indennità di occupazione potrebbero aumentare. Quanto alle demolizioni che potrebbero essere effettuate se il governo accoglierà la richiesta, l’amministrazione ha scelto di partire con immobili abusivi non ancora completati e quindi non ancora abitati o non destinati a residenziale.
Francesca Cavallin
Per via del Tufello conferenza dei servizi ad inizio dicembre
Fotovoltaico rinviato
La conferenza dei servizi rinvia a inizio dicembre ogni decisione sull’impianto fotovoltaico di via del Tufello, proposto dalla Econtaminazioni srl che vorrebbe produrre 5,99 Mwp di energia rinnovabile installando 16 mila 664 pannelli fotovoltaici in silicio poli e monocristallino su di un terreno a destinazione agricola. Nel frattempo però, proprio in occasione del primo tavolo tecnico convocato dalla Regione Lazio alla presenza del Comune di Aprilia e degli altri enti interessati, la società ha presentato una modifica progettuale sulla quale l’area Via sarà chiamata il 4 dicembre ad esprimere il proprio parere: prevede di ridurre la superficie prevista originariamente per l’intervento, pari a 160 mila mq, incrementando invece la produzione di energia e portando l’impianto verso la produzione di 8 Mwp di energia.
“La proponente – si legge infatti nel verbale della seduta che si è svolta il 23 ottobre scorso – ha depositato parte della documentazione relativa alla modifica progettuale proposta in sede di tavolo tecnico. Tale modifica prevede l’installazione di a 8 MWp a fronte dei 5,99 richiesti in origine su una superficie di 5,83 ettari a fronte dei 7,3 ettari iniziali, la superficie totale a disposizione rimane quella prevista di 10,91. Saranno installati pannelli da 575W invece degli originari 360 Wp. Sull’area d’impianto – precisa poi la Regione - non sono presenti vincoli di PTPR, non c’è vincolo idrogeologico nè aree interessate da vincoli PAI”.
Proprio l’assenza di vincoli – sull’introduzione dei quali il Comune sta ora lavorando - potrebbe spianare la strada al progetto e se è vero che l’area Via ha dichiarato che sarebbe “comunque auspicabile una modifica progettuale che preveda l’utilizzo di una minor quantità di superficie a fronte di una maggiore produzione di energia rinnovabile”, si esprimerà nel merito solo il 4 dicembre 2020 o comunque quando sarà pervenuta presso gli uffici della Regione tutta la documentazione tecnica richiesta dal proponente. Privo dei vincoli necessari per bloccare al momento il piano, il Comune di Aprilia ha dichiarato che ci sarà un incontro con il proponente per stabilire l’entità e la natura delle compensazioni.
Una magra consolazione per un territorio bersagliato dalle richieste per la realizzazione di impianti fotovoltaici. Sul più imponente, il parco per la produzione di 40 Mwp della STN 1, si attende a gennaio la pronuncia del tribunale amministrativo, che nel frattempo ha bloccato i lavori a Le Scalette dopo l’istanza della Presidenza del consiglio dei ministri. Gli altri progetti invece, tutti calati in periferia, sono in attesa della pronuncia della Regione: quello della Eleven Green ubicato tra Pantanelle e Casello 45 è stato escluso dalla richiesta di Via, in sospeso quello che Sorgenia vorrebbe realizzare nei pressi dell’impianto di Campo di Carne. Francesca Cavallin