La posizione della Sinistra Anticapitalista di Aprilia
La scuola è per tutti
Abbiamo appreso dalla stampa locale la decisione del liceo Meucci di Aprilia di non accettare le iscrizioni di chi proviene “da città diversa da Aprilia”. La notizia impone una riflessione più ampia sulla scuola e su come viene gestita, con o senza pandemia in corso.
Intanto è chiaro che gli spazi adibiti sono gravemente insufficienti e che questa carenza non è certo un problema recente, ma si trascina ormai da anni.
Già prima della pandemia, infatti, era chiaro che nelle scuole italiane c’era un problema di spazi. Negli anni, i vari governi succedutisi, hanno “risolto” queste carenze con le classi pollaio, cioè mettendo più studenti possibile dentro la stessa aula, con conseguenze ancor più nefaste in tempi di pandemia.
La logica che ha guidato le varie riforme della scuola è sempre stata quella di ridurre i costi per lo Stato attraverso i tagli all’istruzione, che hanno comportato la mancata assunzione e la riduzione del personale docente e non docente, il diffuso ricorso al precariato e lo sviluppo delle scuole private su cui sono stati dirottati una buona parte dei finanziamenti pubblici.
La pandemia ha messo sotto i riflettori questa situazione già drammatica, diventata ora insostenibile e tuttavia niente di concreto è stato fatto per garantire a tutte le studentesse e a tutti gli studenti un ritorno a scuola in sicurezza, a parte qualche misura tappabuchi. E l’arrivo del nuovo governo non promette nulla di buono nemmeno in tal senso.
Sarebbe necessaria un’inversione di rotta anche sul tema della scuola e ripensare una società giusta, in cui l’istruzione sia uno strumento per il pieno sviluppo della persona, luogo in cui ci sia una condivisione dei saperi aperto a tutte e tutti.
Nel migliore dei casi invece la scuola ad oggi è vista come parcheggio per le bambine e i bambini più piccoli e sempre più assoggettata alle esigenze delle imprese per i più grandi (basti pensare alla didattica sempre più orientata per essere utile “a trovare un lavoro” o alla forma di sfruttamento di manodopera a costo zero dell’alternanza scuola-lavoro).
E’ più che mai necessario:
- ridurre drasticamente il numero di studenti per aula, migliorando così la qualità dell’insegnamento e non favorire la diffusione del Coronavirus;
- attuare un pianificazione di edilizia scolastica per adeguare gli spazi alle esigenze scolastiche e sanitarie e mettere in sicurezza le strutture già esistenti;
- assumere stabilmente il personale necessario, a cominciare dalle precarie e dai precari che già lavorano nella scuola;
- costruire una scuola pubblica, laica, inclusiva e sicura
Tutti i governi degli ultimi decenni, sia di “centrodestra” che di “centrosinistra”, non hanno mai tutelato la scuola pubblica e, anzi, hanno contribuito a demolirla e a ridurla, come tutti gli altri servizi pubblici, a occasione di profitto privato. Il prossimo governo, incaricato a tutelare ancora gli interessi dei privati e non quelli della collettività, non farà di certo eccezione. Per questo è necessaria una mobilitazione unitaria di lavoratori e lavoratrici, studenti e studentesse, docenti e famiglie per difendere la scuola pubblica e il diritto universale all’istruzione.
Sinistra Anticapitalista Aprilia
Le motivazioni delle due associazioni presentate in Regione sul sito de La Gogna
Le osservazioni di FuturAprilia e Movap
In questi giorni i gruppi FuturAprilia e MovAp hanno inviato alla Regione Lazio le osservazioni predisposte con riferimento al progetto di realizzazione di bonifica e di discarca in località La Cogna.
OSSERVAZIONE A
Scrivono in una nota stampa Pierino Ferrulli Presidente FuturAprilia e Lorenzo Lauretani Presidente MovAp. Il sito cui fa riferimento il progetto si trova all’interno di un nucleo abitato composto da quasi mille unità abitative e vi sono residenti oltre 2 mila cittadini.
In particolare tale sito è ubicato nelle immediate vicinanze del centro abitato tanto che le abitazioni più vicine sono a poco più di cento metri. Il progetto, quindi, non tiene conto del fatto che tale agglomerato rientra nella “Variante Speciale per il recupero dei nuclei abusivi ai sensi della D.C.C. n° 08/2005, n°66/2011 e smi” e che la perimetrazione di tale nucleo è stata approvata in consiglio comunale nel 2015. Inoltre la carenza di servizi primari comporta la presenza di pozzi ad uso domestico di tipo igienico-potabile, che costituiscono un vincolo assolutamente ostativo alla ubicazione dell’opera in progetto, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 36/2003 e dal D.Lgs. 152/06, in quanto non è garantita la salvaguardia delle acque sotterranee destinate al consumo umano. Infine lo stesso PRG del comune di Aprilia, attesta che l’area di riferimento è interamente a destinazione urbanistica “agricola” e che parte della stessa area è interessata da “vincolo paesistico e ambientale” e ad ulteriore vincolo di “aree archeologiche”.
OSSERVAZIONE B
Per quanto attiene gli aspetti paesaggisti, poniamo in evidenzia che l’area interessata dal progetto in esame ricade all’interno dell’Ambito territoriale del Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.), adottato con D.G.R. n. 556 del 25/07/2007 e D.G.R. n. 1025 del 21/12/2007, con proroga dell’approvazione di cui alla L.R. n.3 del 26/02/2014. Che una parte dell’area comprende la fascia di rispetto del Fosso della Moletta regolarmente iscritto nell’elenco delle acque pubbliche e che rientra sulla base del D.Lgs 42/2004 nelle aree di “Protezione dei corsi della acque pubbliche”. Inoltre una parte marginale dell’area risulta essere sottoposto a vincolo boschivo così come definito dal D.Lgs 42/2004 “Protezione delle aree boscate”.
OSSERVAZIONE C
Non meno importante è l’aspetto della viabilità. Il sito di riferimento è ubicato tra due vie, Pontina e Nettunense, ad alta intensità di traffico. Per raggiungere tali arterie, si percorrono alcune strade comunali secondarie spesso prive di banchina e con una carreggiata spesso molto stretta. Intensificare la viabilità su queste strade con automezzi pesanti, oltre all’aggravio di inquinamento, rumori e polveri, comporterebbe un grave pericolo per i residenti e i molti pendolari che si recano verso la stazione ferroviaria di Campo di Carne sia dal quartiere La Gogna-Crati, che dalla vicina Tar San Lorenzo-Ardea.
OSSERVAZIONE D
Nel progetto non è sufficientemente messo in risalto l’impatto con altri insediamenti industriali. Sul territorio di Aprilia sono presenti numerosi impianti industriali a Rischio di Incidente Rilevante. Una Centrale Termoelettrica a ciclo combinato TURBOGAS Sorgenia da 750 Megawatt ubicata in Via della Cogna (ex S.p. n” 82) ubicata a circa Km. 4.200,00; lo stabilimento (ex AVIR) ubicato in Via de ila Cogna (ex S.p. n” 82) ubicata a circa Km. 4.300,00. A queste si aggiungono numerose attività di trattamento dei rifiuti, con tutte le criticità che essi portano alla popolazione e all’ambiente dal punto di vista dell’impatto odorigeno, dell’aggravio di traffico veicolare, dei rumori, delle polveri e della vivibilità in generale. Impianti, cioè, che hanno un notevole impatto sulla popolazione e sulla qualità dell’aria. Osservazioni, queste, fatte proprie dalla Provincia di Latina, che nel redarre il Piano provinciale dei Rifiuti, ha prodotto anche una cartografia delle aree ritenute idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento rifiuti ritenendo l’area di riferimento del progetto “non idonea ed anzi presenta sia fattori escludenti che di attenzione progettuale”.
OSSERVAZIONE E
A tali osservazioni puramente tecniche cui evitiamo di produrre allegati in quanto riferiti a documentazione già in possesso degli organi decisori ne aggiungiamo una che attiene la coerenza con quanto politicamente deciso in termini di programmazione. Alcuni mesi fa è stato approvato il Piano Regionale dei Rifiuti il cui cardine principale è quello di aver recepito gli indirizzi delle direttive europee N° 849-850-851-852 del 2018 (già recepite dal Governo ad agosto scorso). Nello specifico del Piano Regionale si sancisce l’aumento della raccolta differenziata con l’obiettivo del 70% entro il 2025, di ridurre del 50% il fabbisogno di conferimento in discarica e inceneritori, di incentivare la realizzazione di centri per il riuso, di convertire entro 4 anni gli impianti TMB e TM in impianti capaci di trasformare rifiuti indifferenziati in nuove materie. Infine ribadisce l’autosufficienza dei singoli Ato provinciali favorendo la progressiva chiusura del ciclo dei rifiuti e procedere ad un riequilibrio territoriale degli impianti di smaltimento. E’ opportuno, quindi, dare uno sguardo alla situazione in essere nel nostro ambito provinciale. Sul territorio di Aprilia sussistono ben 5 impianti di compostaggio e trattamento meccanico e meccanico biologico in grado di soddisfare il trattamento dei rifiuti in quantità notevolmente superiore alla necessità dell’intera provincia. Sull’intero territorio provinciale si producono rifiuti pari a circa 288.179 tonn/anno (un trend in diminuzione anche se negli ultimi anni si nota una sostanziale stabilità). Di tali rifiuti circa 126.000 tonnellate sono derivati dalla raccolta indifferenziata che, dopo un ulteriore trattamento nel TMB e unitamente a parte dei rifiuti speciali non pericolosi, rappresentano la quantità di rifiuto avviati alla discarica o presso i termovalorizzatori. Nello specifico circa il 40% di questi rifiuti sono avviati in discarica, vale a dire per una quantità di circa 50.000 tonnellate. Ebbene se volessimo perseguire gli obiettivi indicati dal Piano regionale dei rifiuti, (riduzione del 50% del conferimento in discarica) con azioni mirate e programmate si dovrebbero avviare in discarica non oltre 25.000 tonn/anno di rifiuti. Sembrerebbe, perciò, una contraddizione in termini se si arrivasse ad una autorizzazione per una discarica la cui capacità di contenimento sfiora 1 milione di tonnellate (si riempirebbe in 40 anni). Inoltre tenendo conto degli indirizzi del Piano Provinciale secondo cui bisogna “procedere ad un riequilibrio territoriale degli impianti di smaltimento”, il territorio di Aprilia vede la presenza di quasi tutti gli impianti dell’intera provincia e proprio in virtù di un necessario equilibrio bisognerebbe indicare luoghi più “idonei” magari in prossimità di quei territori dove più si producono rifiuti indifferenziati (nell’ambito provinciale la stessa città di Latina e diversi comuni lepini che hanno una raccolta differenziata notevolmente bassa).
p.n.