Il Pontino Aprilia • 13/2022
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FEDE
FEDE
RAGIONE
RAGIONE
®
LA PAROLA
TRASCURATA:
GRAZIA
SAPER DIRE “GRAZIE”
“Grazia” significa “dono”, per cui non si dovrebbe
parlare di “grazia gratuita”. Eppure l’apostolo Paolo
usa proprio quest’espressione per dire che il dono della
salvezza morale spirituale in Cristo è un regalo che Dio
dona a tutti, senza compravendita, senza merito alcuno
(ma occorre accoglierlo e rin-GRAZIA-re!).
L’evangelo presenta Gesù che predica e dice: “Lo
spirito del Signore, dell’Eterno, è su di me, perché
l’Eterno mi ha unto per recare una buona notizia agli
umili; mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il
cuore rotto… per proclamare l’anno di grazia
dell’Eterno…” (Is, 61). Questa profezia si adempie in
Gesù stesso che dice: “Oggi si è adempiuta questa
scrittura, e voi la udite” (Lc, 4). Gesù proclama
solennemente il TEMPO STORICO della “grazia di Dio”.
Gesù è venuto, ha insegnato, ha operato, è stato
perseguitato, è morto, è
risorto (oggi è il
Vivente!). Da allora è
venuta con lui una
“grazia” abbondantissima,
riservata non a un’élite o a
un popolo particolare, ma
disponibile a ogni persona
in ogni momento della
vita. Solo Gesù Cristo è
“pieno di grazia” (Gv, 1).
Il tempo storico della
grazia di Dio è qui-e-ora
per ciascuno. Ecco perché
il Consiglio di Cristo
esorta al cambiamento
finché si può dire “oggi”,
finché siamo vivi (Eb, 3).
Dal concetto e dalla parola “grazia” si trae il
“ringraziare”: esprimere la propria “gratitudine” per un
dono (grazia) ricevuto. Ma la pratica del ringraziamento
appare ben poco… praticata. I genitori dovrebbero
ringraziare il Signore per i figli. I figli dovrebbero
ringraziare per i genitori amorevoli e responsabili. Le
mogli dovrebbero ringraziare per i mariti, e viceversa.
Quando una persona muore, si dovrebbe ringraziare per
il bene che quella persona ha fatto e ispirato ad altri. I
più giovani dovrebbero ringraziare per gli anziani
che, proprio perché anziani, sono un baluardo contro
tanti pericoli della vita (a meno che un anziano non
voglia fare la fine di Salomone…). Occorre ringraziare
il Signore per un’opportunità di lavoro, per un buon
medico, per un’amicizia. Ringraziare per chi ci parla
dell’evangelo. Col tempo e con la fede si può imparare
a ringraziare persino per la malattia e per la stessa
morte. Né l’una né l’altra separano dall’amore di Dio
chi vive dell’amore di Dio e ringrazia Dio per il suo
amore.
LA GRAZIA È CRISTO
Per apprezzare la grazia che origina nel Signore occorre
umiltà di cuore. Merce rara in tempi in cui trionfa un
individualismo sfrenato: egoismo, personalismo, il
“realizzare se stessi”. L’essere umano vale non in quanto
persona amata da Dio, ma vale in base a quanto
possiede. Conta il conto in banca. E i possedimenti
quasi mai si sposano con un atteggiamento umile della
persona che (non) si rende conto di poter perdere tutto,
ad esempio, per una morte improvvisa. Denaro, potere,
orgoglio, superbia hanno poco a che vedere con il
riconoscimento e la gratitudine per la “grazia” di Dio.
Avete notato che pochi sono coloro che dicono “grazie”
quando ricevono qualcosa? Molti pensano di avere tutto
e di non dover ringraziare mai nessuno. Pochi,
purtroppo, coloro che riconoscono che la grazia di Dio
è la persona di Cristo Gesù stesso (Tito, 2), che senza
di Lui la nostra vita è
nonsenso. Senza Cristo
tutto passa. Con Cristo tutto
assume il senso di un futuro
buono.
Ma proprio perché la
visione della vita che Gesù
propone è tanto più
concreta e alta, proprio per
questo bisogna tenere ben
presente che la “grazia” Sua
esclude ogni forma di
mercato. Nello stesso testo
di Isaia su cui Gesù fonda e
proclama il suo “tempo di
grazia” si legge: “O voi tutti
che siete assetati, venite alle
acque, e voi che non avete
denaro, venite, comprate. Mangiate! Venite, comprate
senza denaro, senza pagare, vino e latte! Perché
spendete denaro per ciò che non è pane? E il frutto delle
vostre fatiche per ciò che non sazia? Ascoltate
attentamente e mangerete ciò che è buono, e l’anima
vostra godrà di cibi succulenti! Inclinate l’orecchio, e
venite a me; ascoltate, e l’anima vostra vivrà…” (Isaia,
55).
Occorre “ascoltare” il Signore. La Sua grazia, la fede
verace e la vera Comunità di Dio, non hanno nulla a
che vedere col comprare e vendere, con investimenti in
questa o quell’impresa, nulla a che vedere con qualche
forma di mercato, nulla a che vedere con banche e
azioni e obbligazioni. La grazia non si compra né si
vende. Cristo è grazia divina che invita alla fede basata
sulla Parola scritta; la fede induce al ravvedimento e al
battesimo consapevole in Cristo, per rinascere a vita
nuova vissuta, appunto, nella grazia divina, avendo
Cristo Vivente come nostro unico Intercessore presso il
Padre. Il momento per cambiare è adesso.
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La fede
come
esercizio
della
mente
Questa pagina,
interamente curata
ed autofinanziata dalla
comunità di cristiani
che si incontra in
APRILIA,
VIA G. CARDUCCI, 9,
ha il solo fine di
promuovere il
ragionamento sui temi
importanti della vita e
della fede in Cristo.
www.chiesadicristoaprilia.it Il prossimo numero uscirà il 10.08.2022 Tel. 328.12 99 756
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