Il Pontino Nuovo • 19/2019
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Il 29 ottobre Pomezia ha festeg-
giato l’ottantesimo anniversario
della sua inaugurazione avvenuta
il 29 ottobre. Ecco un breve cenno
dei punti salienti che portarono al-
la inaugurazione della città.
La città nuova
Tutto ebbe inizio alla vigilia di
Natale del 1928 quando viene
promulgata dal Regime Fascista
la legge della bonifica integrale
chiamata “Legge fondamentale
del Regime” che prevedeva la bo-
nifica dell’Agro Romano e Ponti-
no e la costruzione di cinque nuo-
ve città.
L’opera di bonifica venne affidata
per l’Agro Romano e per quello
Pontino al Consorzio della Boni-
fica di Littoria e al Consorzio del-
la Bonifica Pontina. Il nostro ter-
ritorio entrò sotto il controllo del
Consorzio della Bonifica di Litto-
ria che iniziò ad operare fin dal
1928.
La realizzazione dei centri abitati
e di nuove colonie agricole, spe-
cialmente con agricoltori excom-
battenti, fu affidata all’Opera Na-
zionale Combattenti il cui presi-
dente era l’on. Araldo Di Crolla-
lanza. Pomezia fu l’ultima, delle
cinque città, fondata dal regime
fascista, a compimento della boni-
fica pontina. Le altre erano state:
il 30 giugno 1932 Littoria, attuale
Latina; Sabaudia il 5 agosto 1933;
Pontinia il 19 dicembre 1934;
Aprilia il 25 aprile del 1936.
Il 1 ottobre 1937 venne bandito
un concorso per il piano regolato-
re di Pomezia, quinta città nuova
dell’Agro “Redento”. La commis-
sione, presieduta dal presidente
dell’O.N.C. on. Araldo Di Crolla-
lanza, scelse il progetto presentato
dal gruppo degli architetti Petruc-
ci e Tufaroli e dagli ingegneri
Paolini e Silenzi, gli stessi che
avevano vinto il concorso di Apri-
lia.
La fondazione
Il 25 aprile del 1938 venne posta
la prima pietra della fondazione di
Pomezia dall’allora presidente del
consiglio cav. Benito Mussolini.
La posa della prima pietra avven-
ne all’incirca intorno alle ore
17.00, era di lunedì.
La pergamena di fondazione era
ornata di fasci, di spighe e di at-
trezzi di lavoro. Venne firmata dal
presidente del consiglio Benito
Mussolini e benedetta da Mons.
Trovalusci, Vicario generale di
Albano e Ostia, quindi chiusa in
un astuccio e poi in una custodia
di zinco, insieme a monete dell’e-
ra fascista, venne infine murata
nel grande blocco di marmo che,
calato nella terra, costituì parte
della base della torre comunale.
L’atto di nascita di Pomezia fu sti-
lato poi con decreto legge appro-
vato dal Consiglio dei Ministri in
data 23 maggio 1938.
Fu dato il nome Pomezia sia in
omaggio a Suessa Pometia, antica
città del Lazio arcaico di cui è te-
stimoniata l’appartenenza alla le-
ga Latina verso il 500 a.C. e sia
perché questo nome rievocava
ricchezza ed abbondanza di rac-
colti, Pomezia “ città dei pomi”.
Mentre venivano costruiti gli edi-
fici del capoluogo, i suoi due nu-
clei abitativi di una certa consi-
stenza furono Ardea ed il borgo di
Pratica che diventò, in via provvi-
soria, il centro operativo del nuo-
vo Comune. Appena fuori dal bor-
go, nell’excaserma, oggi Museo,
vennero sistemati gli uffici comu-
nali. La massima autorità del Co-
mune fu il Commissario Prefetti-
zio, dr. Aurelio Leone, che prov-
vide a organizzare tutta la struttu-
ra amministrativa. Il borgo di Pra-
tica era il punto di riferimento
dello staff dirigenziale dell’Opera
Nazionale Combattenti e delle
ditte appaltatrici.
In pochi mesi costruirono l’attua-
le centro storico della città raccol-
to intorno a piazza dell’Impero
(ora piazza Indipendenza) e si
provvide, nelle campagne, all’ap-
poderamento ed alla costruzione
delle case coloniche che avrebbe-
ro ospitato i coloni.
L’inaugurazione
Il 29 ottobre del 1939 avviene l’i-
nagurazione da parte del presi-
dente del Consiglio Benito Mus-
solini della nuova città. Mussolini
arrivò alle 14.30 ad Ardea che fa-
ceva parte del nuovo Comune di
Pomezia, con un notevole seguito
di autorità dove visitò le opere
realizzate dal regime e poi si di-
resse a Pomezia. Alle 15.30 il cor-
teo entro a Pomezia per via Roma
dove l’attendeva una folle enorme
arrivata da tutto il Lazio.
Il Duce premia 345 rurali delle al-
tre quattro città dell’Agro da lui
fondate.
Accompagnato dal presidente del-
l’ONC Araldo Di Crollalanza vi-
sita poi gli edifici della “città nuo-
va”, subito dopo parla dal terraz-
zo della torre acclamato dalla fol-
la dei rurali. Un discorso in cui
soprattutto inneggia ai grandi ri-
sultati della bonifica dell’agro ro-
mano e pontino conclusisi con l’i-
nagurazione di Pomezia, ultima
delle cinque città dell’agro fonda-
ta dal regime. Terminata la ceri-
monia si reca nella tenuta della
duchessa Sforza Cesarini a Cam-
po Iemini e subito dopo rientra a
Roma.
Mussolini, allora all’apice del
consenso, di certo non immagina-
va che sarebbe ritornato pochi an-
ni dopo, nel territorio di Pomezia
in ben altra veste. Infatti il 12 set-
tembre 1943 scese da un aliante
tedesco, all’aeroporto di Pratica di
Mare, liberato dalla prigionia di
Campo Imperatore per salire su
un aereo che lo avrebbe condotto
in Germania. L’inizio della fine
del suo regime e della sua stessa
vicenda personale.
Il nuovo Comune
Un’altra data importante è il 3
giugno 1938 in cui, con Regio
Decreto si costituisce il nuovo
Comune di Pomezia. Il nuovo Co-
mune era composto dall’attuale
territorio del Comune di Pomezia
e di quello di Ardea con una su-
perficie di 158,24 Kmq. Un terri-
torio che nel censimento del 1936
aveva solo 2144 residenti.. Dopo
l’inaugurazione tre erano i nuclei
più importanti del nuovo Comu-
ne: la rocca di Ardea , il borgo di
Pratica di Mare e il centro urbano
di Pomezia dove le poche abita-
zioni, di proprietà dell’Opera Na-
zionale Combattenti, furono abi-
tate dai primi impiegati comunali
e dell’Opera. Mentre nelle campa-
gne vi erano i poderi assegnati
dall’ONC ai coloni arrivati a par-
tire dal giugno del 1939. In totale
187 famiglie assegnatarie. Vi era-
no inoltre pochi altri centri rurali
non toccati dagli espropri del re-
gime anche essi scarsamente abi-
tati. Dopo la guerra, al censimen-
to del 1951, nel Comune di Pome-
zia risultarono. appena 6005 abi-
tanti e 47 attività locali, con 104
addetti complessivi. E’ l’inzio di
un’altra storia!
A.S.
Vi proponiamo la ricostruzione storica dal professor Antonio Sessa in merito alla nascita del Comune di Pomezia dal regime fascista
80° anniversario dell’inaugurazione di Pomezia
Pag. 4 IL PONTINO NUOVO Cronaca di Pomezia ANNO XXXIV - N° 19 - 1/15 NOVEMBRE 2019
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