Il Pontino Nuovo • 14/2022
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FEDE
FEDE
RAGIONE
RAGIONE
®
SACERDOZIO
E
SACERDOTI
PERCHÉ NON SI SPOSANO?
“Vivere in incognito, come Dio”: questa apparente-
mente paradossale citazione di Gesualdo Bufalino è
in realtà radicata nel libro degli Atti (c. 17) dove Pao-
lo apostolo annuncia il “Dio ignoto” a taluni filosofi in
Atene. Una delle cose cognite di Dio riguarda il “sa-
cer”/dozio. L’Esodo (c. 32) attesta l’istituzione del sa-
cerdozio levitico, concernente cioè la tribù ebraica di
Levi. Inizialmente il sacerdozio fu esercitato in una
grande tenda dove potevano entrare esclusivamente i
sacerdoti per attuare sacrifici animali. Si può notare
che il sacerdote ebraico doveva essere sposato con
una ragazza del popolo israelita. Il recente Congresso
Mondiale sulla Famiglia accoglie certo che la Parola
del Signore tiene in considerazione matrimonio e fa-
miglia per tutti. Di qui può scaturire la domanda: per-
ché i sacerdoti oggi non si sposano? Non è forse
strano parlar bene della famiglia nei congressi, e anzi
consigliarla, senza però far-
ne esperienza diretta?
Nel Vangelo il Signore pro-
pone agli uomini un sacer-
dozio nuovo, perché nuova
è pure l’alleanza istituita da
Gesù col sacrificio del pro-
prio corpo. Sacerdote eter-
no e unico è ora soltanto
Gesù, fatto sacerdote con
un giuramento di Dio e in-
corporato in un ordine sa-
cerdotale tutto particolare:
«Tu sei sacerdote in eterno,
secondo l’ordine di Mel-
chisedec» (Salmo 110).
Questo salmo messianico
sarà citato da Gesù stesso e ricordato anche da Pietro,
dopo la risurrezione, per attestare la signoria del Ri-
sorto (Atti 2).
Melchisedec, chi era costui? Era un contemporaneo
di Abramo, sacerdote non per discendenza umana –
come nel caso dei leviti – ma per le sue qualità indivi-
duali. Fu re di Salem (= re di pace) e «sacerdote del-
l’Iddio altissimo» (Genesi 14). Nel Vangelo Melchise-
dec è assimilato a Cristo Gesù, sacerdote di Dio per-
ché scelto da Dio, re di giustizia e di pace, qualità che
ritroviamo personificate al massimo grado proprio in
Cristo. Tramite il quale si fa «pace» con Dio e si ottie-
ne «giustizia».
Il sacerdozio di Cristo è continuo, non muta. In quanto
risorto, vivente, il suo sacerdozio è presente, costante,
senza fine. Lo scrittore della lettera agli Ebrei afferma
infatti che Gesù, «siccome dimora in eterno, ha un
sacerdozio che non si trasmette» (7,24).
IL VANGELO E IL
CONCILIO VATICANO II
Se il sacerdozio di Gesù è “intrasmissibile”, ci si
chiede da chi abbiano ricevuto il sacerdozio co-
loro che oggi si propongono come sacerdoti. Le
caratteristiche del sacerdozio di Gesù si riassumo-
no nella immutabilità, nella perfezione e nella
unicità del Suo sacrificio – fatto una volta per
sempre, e quindi valido sempre e per ogni peccato
(7,27). Attraverso la sofferenza, l’ubbidienza e la
mediazione unica di Gesù Cristo, la persona può
ottenere giustificazione, pace con il Padre eterno
(Ebrei 10,12).
Purtroppo, in contraddizione col Vangelo, il Con-
cilio Vaticano II (sessione del 21.11.1964) ribadi-
sce il concetto del sacerdozio gerarchico: il sacer-
dote officiante esprime e attua una mediazione tra
l’uomo e Dio. Tuttavia questo sacerdozio, che
sembra imitare il model-
lo levitico, manca delle
caratteristiche fonda-
mentali del sacerdozio di
Gesù: eternità, unicità,
intrasmissibilità.
Lo stesso Concilio si
esprime poi in modo più
aderente al Vangelo
quando parla del sacer-
dozio comune di tutti i
credenti: «[Voi] come
pietre viventi, siete edi-
ficati quale casa spiri-
tuale, per essere un sa-
cerdozio santo per offri-
re sacrifici spirituali, ac-
cettevoli a Dio per mezzo di Gesù Cristo» (1 Pie-
tro 2,5).
I credenti offrono a Dio la propria testimonianza:
opere buone, un culto in Spirito e verità «con rive-
renza e timore», la propria vita di costante rinno-
vamento interiore, di esperienza della volontà di
Dio: sobrietà, affetto, operosità, esortazione, testi-
monianza, riprensione, zelo, onore, ospitalità, be-
nedizione, rinuncia alla maldicenza, intercessio-
ne per gli uomini (Cfr. Ebrei 12,28; Romani 12).
Come scrive Pietro, ogni credente, uomo o don-
na, è un sacerdote e offre questi sacrifici accet-
tevoli a Dio tramite il mediatore unico Cristo Ge-
sù, del quale il credente si fida, al quale si affida e
nel quale confida. Questa semplicità meravigliosa
del Vangelo, accolto con fiducia a sincerità di cuo-
re, fa dei discepoli di Cristo la Comunità del Si-
gnore.
Gesualdo Bufalino, scrittore (1920-1996)
Conversazioni personali su appuntamento:
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domenica ore 10.00 Conversazione biblica - culto a Dio
mercoledì ore 20.00 Studio del Vangelo di Luca
IL VANGELO PER I BAMBINI: SCUOLA PER I GIOVANISSIMI
Questa pagina,
interamente curata ed
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che si incontra in
POMEZIA,
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ha il solo fine di
promuovere il
ragionamento sui temi
importanti della vita e
della fede in Cristo.
www.chiesadicristopomezia.it Il prossimo numero uscirà il 17.09.2022 Tel. 339.577 3986
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La fede
come
esercizio
della
mente
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