Intervista al capogruppo del M5S Massimiliano Villani che sta studiando anche da Sindaco
“Lavoriamo per il bene dei cittadini di Pomezia”
Massimiliano Villani è il capogruppo dei consiglieri comunali del M5S di Pomezia. In un movimento senza tessere e senza gerarchie di partito Villani è di fatto il massimo esponente politico del Movimento a Pomezia. Diventa quindi opportuna ed interessante questa intervista per capire cosa ne pensa il M5S locale sugli scontri tra i due leader nazionali: Conte e Di Maio.
- Villani lei è una persona sempre ponderata nei giudizi, questa volta sull’elezione del Capo dello Stato mi è sembrato che sia salito sulle barricate. Ma non le sembra che, grazie alle interessate scelte dei peones, con la riconferma di Mattarella, alla fine abbia prevalso per fortuna lo stellone italico?
“Guardi, mi ritengo una persona seria e, con onestà intellettuale, penso che quello a cui abbiamo assistito durante le cosiddette “Quirinarie” sia stato uno spettacolo poco edificante. La politica ha un senso quando pianifica e decide e la rielezione del Capo dello Stato ha, a mio parere, palesato una classe dirigente che, negli ultimi quattro anni e soprattutto negli ultimi 12 mesi di cosiddetto governo di unità nazionale, è stata incapace di lavorare su un nome di alto profilo e condiviso, che avrebbe potuto e dovuto prendere il posto di chi ormai, in tutte le salse, aveva a più riprese dichiarato di non volersi più impegnare in quel ruolo. Mi dica lei, onestamente, in quante occasioni abbiamo sentito un Presidente della Repubblica uscente, dichiarare apertamente e in numerose occasioni la propria volontà di fare altro? Un uomo delle Istituzioni che, alla soglia degli 81 anni, aveva legittimamente deciso di non volersi più proporre. E, invece, sappiamo tutti cosa è successo e qual’è stato il sacrificio di una persona che, con encomiabile senso di responsabilità, è dovuta tornare sui propri passi e accettare un pressing politico che ormai era divenuto non più contenibile. A Mattarella tutta la mia stima, ma non posso non commentare con un po’ di tristezza e un briciolo di sarcasmo quel lunghissimo applauso al momento della rielezione, che sapeva più di liberazione e di protocollo che di altro, dopo giorni in cui si è stati capaci solamente di sparare e bruciare tutti i nomi fatti. Allo stesso modo non posso che stigmatizzare l’atteggiamento di molti politici che, a rielezione avvenuta, hanno fatto a gara per intestarsi i meriti del Mattarella-bis, facendolo passare per l’epilogo che tutti gli italiani si auguravano e meritavano per la stabilità del Paese. Eravamo secondo me a un passo dal fare qualcosa di diverso e di importante per questo Paese, ma purtroppo ancora una volta ci siamo fermati qualche metro prima del traguardo. Peccato”.
- In questi giorni assistiamo allo scontro tra Conte e Di Maio. Lei nel gioco della torre chi butterebbe giù? Non mi dica però nessuno dei due che non ci credo.
“Le dico la verità. Non mi ha mai affascinato il gioco della torre, perché il più delle volte chi si esprime lo fa nella totale ignoranza di come siano andate effettivamente le cose. Quello che ad oggi sappiamo, viene riportato dai giornali e da qualche comunicato o estemporanea uscita. Però so per certo una cosa e cioè che, se si continuasse con questo gioco al massacro e non ci si confrontasse alla luce del sole, soprattutto per un Movimento che ha bisogno solo di stabilità e organizzazione dopo lunghissimi mesi di cambiamenti, dalla torre butterei giù entrambi. Sa bene quanto personalmente abbia gradito l’arrivo di Giuseppe Conte al timone della mia forza politica, perché speravo e spero ancora nella forza carismatica e nelle capacità di un leader che ha saputo traghettare l’intero Paese fuori dalla prima terribile emergenza covid. Al contempo però sono convinto che sia giunto il momento, non più rinviabile, di avere una sola strategia, un solo percorso da seguire, una sola voce a parlare: non è voglia di “un uomo solo al comando”, ma necessità di fare finalmente sintesi e ordine in un mare spesso confuso di idee, approcci e dichiarazioni spesso buone solo per qualche like sui social”.
- A Pomezia da tempo è già in atto una forte divisione nel gruppo consiliare. In verità questa divisione ufficialmente non ha creato problemi alla stabilità dell’amministrazione. Ma ora che lo scontro a livello nazionale si è accentuato con il rischio addirittura di una scissione, quali ripercussioni vi potranno essere nella nostra città?
“A Pomezia c’è un gruppo nutrito di maggioranza con alcune idee e posizioni fisiologicamente differenti, ma con una grande convergenza verso quello che è il nostro vero e unico obiettivo fino alla primavera del 2023: il bene di Pomezia e dei suoi cittadini. In realtà in tutte le forze politiche presenti in Consiglio sono presenti visioni e idee diverse. Prendiamo ad esempio la Lega: lei davvero crede che ci sia unità di intenti tra chi, da anni, porta avanti coerentemente ideali di destra e chi, invece, è in quella compagine da pochi mesi ed è alla spasmodica ricerca di uno spazio di visibilità dopo aver, nell’ordine, tentato la strada delle liste civiche, provato a fare un’alleanza con il M5S al ballottaggio del 2018 e infine trovato un approdo in un partito che per anni ha combattuto come il male assoluto?”
- Il sindaco Zuccalà da tempo dà segnali di dialogo con il Pd locale condivisi di buon grado dalla nuova segreteria di questo partito, è pensabile che questo avvicinamento porti il prossimo anno ad una alleanza elettorale?
“Il sindaco Zuccalà è persona seria, saggia e conosce bene il valore del confronto con chi dimostra di lavorare con altrettanta serietà e impegno per la Città. Proprio dal confronto e dalle differenze possono nascere spunti di riflessione: siamo tutti consapevoli che la politica è in primis dialogo, fattore fondamentale ma non sufficiente ad oggi per parlare di alleanze, per le quali occorrono ad esempio anche visioni programmatiche convergenti ”.
- Immagino che lei non ambisca a fare per sempre il consigliere comunale, che ruolo vorrebbe svolgere in futuro? Più di qualcuno del Pd lo vedrebbe bene candidato a Sindaco in un’alleanza con i Cinque Stelle...
“Le aspirazioni le hanno tutti e io non faccio eccezione. Chi dice che non le ha, sta mentendo spudoratamente. Tuttavia, mi creda, nella mia vita e nella mia professione non ho mai ricercato a tutti i costi un ruolo perché ho sempre creduto nell’impegno e nel lavoro, unici valori che permettono agli altri di sceglierti come guida o come riferimento. Penso davvero che i tempi che viviamo abbiano bisogno di persone equilibrate, di buon senso e con capacità di visione: di sicuro mi riconosco queste qualità e sono contento se possano essere apprezzate anche fuori dai confini del mio partito. Quanto al mio futuro, vedremo”.
A.S.