Con il loro voto gli elettori italiani chiedono anche un cambio culturale
Qualcosa di destra
Nel silenzio del breve periodo di attesa, fra le elezioni e l’incarico a formare il governo, Giorgia Meloni ha frantumato tre primati: è la prima donna incaricata Presidente del Consiglio, viene aspramente contestata in una manifestazione di piazza senza avere alcun incarico di governo ed ha convocato nella sede del suo partito, in via della Scrofa, un suo ingombrante alleato per spiegargli che le infermiere e le “badanti”, possono essere anche elette Senatore della Repubblica, se piazzate in un collegio sicuro, ma non possono diventare Ministro della Salute in un governo che pretende di essere di alto profilo. Ha detto la sua nel determinare l’elezione dei due presidenti delle Camere la cui nomina ha fatto scatenare le ire dei “democratici” italiani con lo sterile e già sperimentato rimestare nel passato e nel privato di due politici eletti democraticamente e che hanno ambedue già ricoperto la carica di ministro, uno, per gli affari europei, e, l’altro, addirittura della difesa. Un comportamento colpevole al punto che è ricomparsa una stella a 5 punte ed altri segni tragici a ricordare che la democrazia non permette di scherzare col fuoco.
Ho l’impressione che la lady di ferro della Garbatella vada dritta per la sua strada anche incoraggiata dal fatto che i periodici sondaggi la continuano a dare in ascesa a scapito di chi l’ha attaccata ancor prima di avere iniziato a governare questo Paese. Le attese sono tante e non sono solo fatte di bollette, di lavoro e di controllo della pandemia che restano problemi cruciali, ma, dopo un lungo periodo di “progressismo ideologico”, che ha fatto ripiegare l’Italia su se stessa e la disastrosa esperienza grillina, la gente vuole vedere che c’è dall’altra parte. Dopo la tacita e graduale imposizione di un politically correct che spesso ha fatto a pugni con la logica, molti italiani vogliono vedere se gli equilibri sociali possono essere ancorati a concetti più comprensibili di quelli resi politicamente corretti a colpi di ideologia. La gente vuol sapere se dichiarare e praticare comportamenti in difesa del concetto di famiglia, composta da un essere di sesso maschile e da uno di sesso femminile, sia liberamente possibile e se perseguire politiche che ne facilitino l’attuazione sia un’azione di governo plausibile; oppure se la “normalità” debba prevedere necessariamente che i genitori siano individuati con un numero e la procreazione debba essere affidata a meccanismi e modalità esterne e spesso di discutibile valore etico. Molti italiani vogliono sapere se debba essere concesso a chiunque lo voglia, contro le leggi, di entrare nel nostro Paese e restarvi senza alcun diritto, per alimentare il lavoro nero e la delinquenza e senza che nessun piano reale venga predisposto per gestirne il controllo e, ove legalmente giustificata, l’integrazione; ovvero se il governo abbia l’obbligo di proteggere i confini e di controllare il legale decorso del fenomeno. Molti italiani vogliono sapere se debba esistere solo il diritto della donna ad interrompere una gravidanza non voluta o se non debba esistere anche il dovere dello Stato di dare a quella donna un’alternativa praticabile che permetta ad un essere già liberamente concepito di vivere una vita che l‘aborto interrompe. Molti italiani vorrebbero sapere se sia giusto tollerare l’occupazione della proprietà privata, spesso con la violenza degli atti e dei comportamenti oppure se debba essere dovere dello Stato tutelare i cittadini contro l’arroganza di chi può oggi impunemente farlo. Molti cittadini vorrebbero sapere se sia accettabile vivere esperienze da innocenti e patire le sofferenze dei colpevoli per una giustizia lenta ed ingiusta che permette all’avvocato dello Stato di infierire su un imputato nella certezza di poter sbagliare senza pagare per l’errore. Tanti si chiedono se sia giusto tenere in vita una legge iniqua che permette, oltre al giusto e dovuto sussidio alle categorie fragili, anche un reddito a coloro che dovrebbero lavorare, condannandoli alla mediocrità della semi-povertà e spesso al reato del lavoro nero. C’è anche chi si chiede se sia normale vivere in un Paese in cui la Polizia arresta i ladri per l’ennesima volta ed il giorno successivo sono ancora in giro a rubare oppure se un cittadino abbia il diritto di vedere adeguatamente punito chi ha commesso un reato. E tanti si chiedono se si può continuare a tollerare che bande di ragazzini tengano a scacco interi quartieri ed organizzazioni continuino a gestire occupazioni abusive di immobili dello Stato. Insomma dopo aver vissuto per tanti anni l’azione di una politica improntata su canoni ideologici e su un permissivismo colpevole, che non hanno certamente reso migliore la nostra società, celiando con Nanni Moretti, molti italiani, con il loro voto, hanno detto “Meloni, di qualcosa di destra!”. Qualcosa che riporti in voga i valori del nostro Paese, la sua identità e la sua cultura; qualcosa che produca l’efficienza delle istituzioni, qualcosa che veda primeggiare la famiglia ed i valori tradizionali che l’hanno sempre caratterizzata, qualcosa che non sacrifichi la legalità all’ideologia e che non ne crei un’altra di segno opposto; qualcosa, insomma, che riporti il Paese ad una concezione naturale della vita preservando i diritti di coloro che credono in valori diversi da quelli imposti da una visione distorta dall’ideologia.
In una società nella quale siamo giunti al punto in cui è impossibile mettere in discussione argomenti trasformati in dogmi, si aprano dibattiti e discussioni ma si permetta anche la libera espressione e la divulgazione di quei valori culturali su cui la nostra società è stata construita. “Giorgia, fa qualcosa destra”; mostra chiari segni del cambiamento e non fare in modo che il necessario allineamento ai grandi valori condivisi corrisponda alla fine all’omologazione alle vecchie ed ipocrite pratiche del passato “progressista”. Un branco di dobermann assetati di sangue circondano la Presidente Meloni che si può solo difendere con il consenso di chi l’ha votata; un consenso che svanirà in una notte se lei sperpererà il bene che le ha portato il successo e cioè la credibilità e non si è c credibili se si afferma di aver fermato il flusso dei migranti delle ONG dopo che sono stati fatti sbarcare tutti quelli approdati nei porti italiani perché “fragili” e dopo di essere stata votata perché prometteva il blocco navale. La reazione del presidente francese fa parte di un brogliaccio già letto: se l’Europa deve intervenire, la politica deve essere quella che ne provoca l’intervento. Da non dimenticare mai che noi abbiamo bisogno dell’Europa proprio quanto l’Europa ha bisogno dell’Italia.
Sergio Franchi
Un atto di legalità visto come violazione di diritti
Party interrotto
Caldo torrido quel ferragosto del 2021 in piena pandemia migliaia di giovani, supportati da un’organizzazione logistica rilevante, invadono un terreno agricolo privato parzialmente coltivato nelle campagne di Mezzano, nel viterbese, vi bivaccano per giorni installando apparecchiature musicali potentissime, gruppi elettrogeni di corrente e varie attrezzature di supporto. Allestiscono un vero e proprio mercato di distribuzione di alcoolici e di ogni tipo di droga con relativi strumenti di somministrazione. Vengono da tutta Europa ed hanno deciso di radunarsi nel nostro Paese perché nei paesi di provenienza manifestazioni del genere non sono permesse. Non sono permesse perché sono illegali, perché vi si generano comportamenti illegali, si producono illegalità nei confronti di terzi e comportamenti pericolosi per chi li tiene e per gli altri. Il rave party denominato Tecknival Space Travel, vera e propria bolgia di illegalità che ogni cittadino libero da pregiudizi ha condannato duramente e di fronte alla quale lo Stato ha dato l’ennesimo segno di incapacità a gestire il vivere sociale e la sicurezza. Risultati accertati di quell’avvenimento: un ragazzo di 24 anni morto, 7 altri suoi coetanei ricoverati in ospedale per overdose o in coma etilico, due denunce di stupro da parte di due ragazze, 4 giovani feriti alcuni cani trovati morti dopo l’evento, un danno naturale ingente e danni materiali di 300.000 Euro richiesti dal proprietario del terreno che nessuno ha mai pagato. Una lunga lista di reati commessi da migliaia di persone protetti da un cordone di Polizia che hanno visto un solo denunciato: un povero trentaquattrenne albanese, agli arresti domiciliari, che si era intrufolato al rave party lasciando il domicilio coatto. Poco più di un anno dopo la solita organizzazione capillare porta centinaia di camper a Modena dove migliaia di giovani occupano una grande struttura in muratura privata la cui copertura è a tratti pericolante, rimuovono i materiali che vi sono custoditi ed installano un sistema di amplificazione da decine di migliaia di Euro con relativi generatori, allestiscono banchetti per la distribuzione di ogni tipo di droga e banchi di vendita di cibi ed alcoolici ecc… Il Ministro Piantedosi non ritiene opportuno, però, sottostare alla rituale manfrina del cordone di Polizia che si limita a controllare i documenti dei partecipanti e decreta l’immediata interruzione dell’evento scatenando la scontata reazione dei soliti difensori della Costituzione per interruzione di uno spensierato raduno di giovani e facendo violenza a logica e buon senso in nome di un’ideologia trita e ritrita.
Apriti cielo quando il Governo, per segnare il cambio di passo rispetto all’inerzia del precedente esecutivo, emette un decreto legge per rendere illegali i rave party in Italia. Si scatena l’inferno contro il provvedimento liberticida che prelude all’instaurazione della dittatura dimenticando che quel decreto è stato firmato dal Capo dello Stato dopo la conferma della congruità costituzionale. Forse se il soffitto del capannone fosse crollato o se un altro incidente grave si fosse verificato gli stessi benpensanti difensori della Costituzione avrebbero attaccato il Governo per non essere intervenuto. Il decreto afferma un principio di legalità e di ordine pubblico anche se appare sgangherato per quanto attiene alle pene previste ed alla possibilità di intercettazione telefoniche.
D’altra parte il Governo fa i decreti ed il Parlamento le leggi, cosa che era diventata rarissima nel recente passato che ha visto il Parlamento produrre leggi senza che molti parlamentari ne avessero letto nemmeno il testo. Si modifichi il testo del decreto legge ma si ribadisca che occupare proprietà private, danneggiarle, vendere droga, violentare ragazze, maltrattare ed uccidere animali e far correre rischi alla vita delle persone non è piu permesso in questo Paese. La Ministro Lamorgese mediti sul suo comportamento in occasione dello scempio di Mezzano.
Nemmeno il Ministro Piantedosi era riuscito a prevenire l’evento ma l’ordine di sgombro immediato non lasciava adito ad interpretazioni e lo schieramento di Carabinieri e Polizia in formazione di intervento ha facilitato il Prefetto ed il Sindaco a convincere i giovani a non sfidare lo Stato ed a smontare la complessa e costosa installazione con i relativi banchetti di distribuzione di droghe ad altri strumenti di sballo per tornare nei luoghi da cui erano venuti. Esempio che servirà per chi vorrà in futuro organizzare altri eventi di illegalità, di pericolo e di violenza.
Sergio Franchi