Quando la prevenzione non viene fatta nel modo adeguato
Pericolo scampato
Pensare che si possa far fronte alla grande richiesta dell’energia che il progresso richiede senza un’adeguata disponibilità di impianti che la producano è utopia pura del tipo di quella alimentata da un ambientalismo sterile. Ogni impianto industriale di qualsiasi genere è come una medicina, comporta sempre qualche forma di danno all’ambiente e qualche forma di rischio per la popolazione che vi vive.
Le società industriali moderne si danno regole e limiti che servono appunto per ridurre al minimo danni e rischi per l’ambiente, per le persone e per gli animali che vi vivono. E’ ricorrente la notizia di qualche impianto di produzione o qualche deposito di rifiuti che prende fuoco o che viene aiutato a prendere fuoco.
Gli articoli di giornale che ne riportano sono spesso costretti a fare l’elenco di che cosa si sarebbe dovuto fare e che non si è fatto e di quali sono le inadempienze di coloro che avrebbero dovuto controllare e non lo hanno fatto ecc... E poi “la Magistratura ha aperto un’inchiesta per definire le responsabilità” che equivale a dire quasi sempre che si apre un’indagine che non porterà a nulla.
Un esempio ad Anzio: a via della Spadellata n 5 è stato costruito un impianto per la produzione di bio metano da lavorazione organica. Quando il progetto fu presentato la distanza di sicurezza da obiettivi sensibili era di 1000 metri, quando esso fu approvato tale distanza era stata ridotta a 500 metri, il Comune di Anzio fissa, nel proprio regolamento una distanza di 1000 metri; il nuovo piano rifiuti regionale riporta tale distanza a 1000 metri.
Perché fu autorizzato l’impianto di via della Spadellata ad una distanza di 284 metri da una scuola e da palazzine di edilizia popolare che identificano un chiaro obiettivo sensibile? Dobbiamo aspettare che la Magistratura indaghi? Uniti Per l’Ambiente è in contatto con la gente ed ha istituito un osservatorio a cui i cittadini si possono rivolgere per segnalare problemi inerenti all’ambiente: Riporto la segnalazione molto preoccupata della signora Carla B. pervenuta all’inizio di agosto.
“Ciao scusa il ritardo ma sono stata molto impegnata.
Dunque ieri sera alle sei circa stavo nel mio giardino a via rinascimento ad Anzio che confina con il terreno dove è situato l’impianto al metano a parte che da anni da quando è stato installato e parliamo degli anni 80, varie volte chiamammo i vigili del fuoco per il male odore degli additivi del gas e ci hanno sempre risposto che non era nocivo ma a noi il mal di testa veniva. Ora passiamo ai fatti di ieri ad un tratto abbiamo visto delle fiamme alte proprio dentro il terreno suddetto dove c’è l’impianto, siamo subito usciti per vedere se le forze dell’ordine erano arrivate, infatti c’ erano le macchine dei carabinieri e polizia a bloccare il traffico poco dopo sono arrivati i vigili del fuoco che sono intervenuti tempestivamente evitando una catastrofe... la cosa che mi fa riflettere è come mai un impianto così pericoloso sia posto vicino ad abitazioni privat,e un distributore di benzina una scuola e per finire un ospedale.. nessuno è mai intervenuto per cambiare la locazione.. e noi siamo qui ad essere sempre in pena ora più che mai e d’estate gli incendi sono all’ordine del giorno. Ultima cosa, grazie ai condizionatori che abbiamo in casa abbiamo dovuto chiudere tutte le finestre per non respirare aria maleodorante dovuta ai residui dell’incendio.. spero di essere stata esaustiva .. buona serata. Carla”
Ho preferito riportare in modo integrale la segnalazione da cui si rileva lo stato di precarietà in cui è costretto a vivere chi si trova nelle vicinanze di impianti che causano miasmi e che possono provocare incendio o deflagrazione.
Non so quali siano le norme che regolano l’esistenza dell’impianto che Carla segnala ma so per certo che se le condizioni che esso genera sono quelle segnalate, quell’impianto non è nel luogo in cui dovrebbe stare.
Il senno del poi è uno dei grandi limiti di questo Paese e di questo sistema sociale mentre c’è tanto bisogno di prevenire.
Dopo la segnalazione di Carla B. abbiamo saputo di altri incendi anche gravi di depositi ed impianti, come quello della SEP di Pontinia, uno è scoppiato proprio in prossimità della centrale biogas di via della Spadellata, il giorno 26 agosto verso le ore 13 ed è stato domato dai Vigili del Fuoco.
Ad ogni evento, dopo che danni a persone e cose si sono verificati, seguiranno puntuali indagini che puntualmente cercheranno di fare giustizia la, dove la norma non è stata applicata e dove chi doveva controllare non ha controllato.
Sergio Franchi