I Consorzi sono soddisfatti della decisione regionale
Eppur si muove
Sembra veramente che qualcosa all’interno dell’amministrazione del Comune di Aprilia si stia muovendo, e precisamente mi riferisco alle determine di non assoggettabilità alla VAS espresse dalla Regione Lazio relativamente ai quattro sistemi periferici di Campoleone; Campo di Carne; Campoverde; e centro Urbano Est, anche se in passato al posto del Centro Urbano Est c’era Casalazzara, ma l’importante è andare avanti e portare a casa dei risultati tangibili.
Un plauso all’assessorato all’Urbanistica tutto, funzionari, personale, ed assessore che sembra si siano svegliati e abbiano capito che per le periferie è tempo di cambiare marcia poiché i cittadini sono ormai stanchi di attendere provvedimenti risolutivi agli annosi problemi, per cui bravi, avete vinto una battaglia ma non basta, adesso dovete vincere la guerra.
Firmato per il direttivo del
Coordinamento dei
Consorzi di Aprilia
Giancarlo Mulas
L’ARPA Lazio ha bocciato il piano di messa in sicurezza dell’industria chimico-farmaceutica
Bonifica Recordati
Una caratterizzazione condotta in maniera non omogenea, senza rispettare gli standard tecnici previsti dalla legge e senza dare modo agli enti preposti di verificare la bontà delle analisi condotte preliminarmente alla messa in sicurezza del sito inquinato. L’Arpa Lazio boccia il piano di messa in sicurezza della Recordati, passato al vaglio della conferenza dei servizi indetta dal Comune di Aprilia per verificare l’analisi di rischio sulla bonifica del sito del terreno dell’industria chimica farmaceutica Recordati di Aprilia. Ente che a sua volta, con la determinazione 10 del 22 febbraio scorso a firma del dirigente del settore ambiente Marco Paccosi, ha comunicato la conclusione negativa del procedimento, prendendo atto della nota pervenuta il 2 febbraio scorso da parte di Arpa Lazio, che ha evidenziato elemento ostativi all’approvazione del documento relativo all’attività di messa in sicurezza del sito inquinato. Nelle more del proseguimento della procedura amministrativa volta a chiudere la vicenda, Recordati dovrà tenere conto delle prescrizioni dell’Arpa, procedendo ad elaborare la documentazione necessaria tenendo conto delle criticità rilevate da Arpa, da inoltrare agli enti preposti entro e non oltre 90 giorni dalla notifica dell’atto pubblicato sull’albo pretorio. In particolare, relativamente alla matrice delle acque sotterranee, sarà necessario mantenere e implementare gli interventi di messa in sicurezza di emergenza, al fine di contenere e ridurre i livelli di contaminazione e di procedere all’aggiornamento del monitoraggio delle acque sotterranee nelle aree esterne allo stabilimento, anche utilizzando se necessario i pozzi idrici esterni.
“Il nuovo piano di monitoraggio - si legge all’interno del documento sottoscritto da Paccosi - con l’individuazione grafica dei punti di campionamento previsti e del relativo cronoprogramma, dovrà essere trasmesso a questo ente entro e non oltre dieci giorni dalla notifica della presente. I risultati del monitoraggio dovranno essere messi a disposizione degli enti per le successive determinazioni di competenza”.
Secondo Arpa Lazio infatti le procedure di analisi e verifica preliminari alla caratterizzazione del sito infatti, sono state eseguite prima dell’entrata in vigore della del D.Lgs 152/2006, che detta procedure tecniche e specifiche metodiche per la caratterizzazione dei siti inquinati. Mancano inoltre certificati analitici di laboratorio dei campioni sottoposti a determinazione chimico- fisica. Inoltre, le campagne di monitoraggio delle acque di falda non riportano con chiarezza le modalità con cui sono state condotte e riporterebbero dati incongruenti tra loro. Infine, in merito alla analisi di rischio sanitaria ambientale, l’arpa segnala l’assenza di riferimenti necessari a valutare la bontà delle analisi specifiche sui poligoni, mentre non risulta essere stata effettuata l’analisi del vicinato e la definizione della geometria delle sorgenti. Tutti dati necessari per stabilire con precisione la presenza nelle aree limitrofe di inquinanti e metalli pesanti, quali mercurio, dicloroetilene, tricloroertilene e triclorometano.
“Sulla base delle valutazioni fatte sull’incertezza delle metodiche di campionamento e sulla scarsità di conoscenze recenti sullo stato di contaminazione – scrive infatti l’Arpa - si ritiene non ci sia allo stato attuale un quadro sufficientemente solido per escludere tali contaminati da quelli indice (anche considerando che nel documento Progetto di Messa in Sicurezza Operativa in relazione a tali parametri non sono previsti interventi di riduzione delle concentrazioni ma unicamente monitoraggio delle concentrazioni”.
Francesca Cavallin