Appuntamento il 17 febbraio al Teatro Ghione per divertirsi, vedere i risultati della tecnica terapeutica e per rovesciare i tanti pregiudizi
L’efficacia terapeutica della tangoterapia
È attivo da inizio anno, presso l’IC Via della Tecnica, il laboratorio di tangoterapia condotto dal maestro Roberto Nicchiotti, teso a corroborare l’equilibrio neuropsicomotorio delle persone con disabilità fisica, psichica o psicofisica. Le possibilità di efficacia terapeutica, ormai comprovate, della tangoterapia - discusse nel volume della collana CambiaMenti della casa editrice Alpes, in Tango, una passione che cura (con curatela di Nicchiotti e Roberto Miletto), sono dati riscontrabili presso la stessa comunità scolastica del territorio. Gli studenti e le studentesse partecipanti al progetto, coadiuvati dai docenti di sostegno e dagli assistenti specialistici della scuola, mostrano apprezzabili miglioramenti funzionali e una maggiore consapevolezza di sé, oltre che un atteggiamento più disinvolto nell’interazione con gli altri.
L’importante ricaduta positiva sugli aspetti annoverabili tramite l’etichetta di fenomeni psicosociali ci induce a definire il laboratorio, già a questo punto dell’anno, uno spazio di inestimabile valore socio-culturale e riabilitativo.
Il tango argentino, una danza sensuale e sintonica in cui il singolo incontra la coppia, definito «un pensiero triste che si balla» (secondo la splendida espressione del celebre compositore di tango Enrique Santos Discepoli), si basa su una dinamica del movimento che segue le variazioni di intensità e i cambi di ritmo allo scopo di attivare le parti più autentiche del Sé, sovente inespresse, e di instaurare un dialogo tra i corpi fondato sulla cosiddetta «empatia cinestetica».
Roberto Nicchiotti, attualmente alle prese con le coreografie dello spettacolo «Tango alieno», ha affermato: «sono molto felice di porter tenere il laboratorio di tangoterapia con i ragazzi della scuola, per questo devo ringraziare il dirigente scolastico Stefano Colucci e l’azienda ‘Servizi in Comune’. Vedere crescere questi ragazzi, via via sempre più consapevoli del loro corpo e delle loro potenzialità, avvalora sempre di più quello che penso, e cioè che in noi ci sono semi che devono solo avere il terreno giusto per germogliare. Vorrei invitare i più curiosi allo spettacolo che io, la regista Annalisa Biancofiore e il direttore musicale Cristiano Lui abbiamo strutturato, insieme con tanti altri artisti.
Il 17 febbraio, al teatro Ghione, chi vorrà potrà vedere con i suoi occhi il risultato della nostra tecnica terapeutica e divertirsi a rovesciare quei pregiudizi cui ancora ci sforziamo ostinatamente di credere».
Marta Mariani