I servizi pubblici sono lenti a riprendere dopo il lockdown
Covid pubblico e privato
Nel film Quo Vado Checco Zalone offre uno spaccato del mondo burocratico italiano santificandone uno degli aspetti piu peculiari e cioè quello della solidità e della condizione del “posto fisso”. Per non lasciarlo, l’attore pugliese, subisce tutte le angherie, perchè essere impiegato dello Stato è la cosa piu bella e la condizione piu sicura del mondo. Un pò è storia vecchia e residui di un vecchio stereotipo ma c’è anche tanto di vero nella caratterizzazione del film. Ce ne stiamo accorgendo anche in questa situazione di pseudo post pandemia. Sin dal tempo in cui i contagiati crescevano a centinaia al giorno e tanti erano i decessi, dall’industria privata si è sempre levato l’invito a rimettere in moto le attività economiche che erano state bloccate e non sempre in base ad una logica condivisibile. Nell’ambito del pubblico, dove la produttività rappresenta spesso un optional e lo stipendio è sempre assicurato, si è entrati in una specie di letargo dal quale si stenta ad uscire. Tanto per cominciare: l’Italia della scuola, gestita da un Ministro tutt’altro che sicuro di se, ha chiuso i battenti e, mentre in tutto il mondo occidentale, l’attività scolastica è ripresa, nel nostro Paese essa è rimasta sospesa. Molti uffici pubblici sono rimasti chiusi al pubblico e tanti dipendenti pubblici restano rintanati nelle loro abitazioni mentre un fortissimo ritardo si rileva nei servizi di manutenzione sul territorio. E’ scoppiato lo smart working con tutte le sue contraddizioni e con i tanti limiti che comporta. Trovo ridicolo paragonare l’insegnamento convenzionale con quello fatto a distanza e spesso attraverso l’uso di piattaforme che sono spesso una sofferenza solo ad usarle. Il lavoro a distanza ha una logica ed un grado accettabile di efficacia solo nel contesto di organizzazioni che esplicano attività d’ufficio ed in presenza di un sistema informatico efficiente e disegnato per servire le attività svolte.
Il sindaco di Milano Sala ha sintetizzato il suo pensiero sulla situazione con la frase “basta smart working, torniamo al lavoro”, chiarendo meglio il suo pensiero “a mio giudizio è il momento di tornare a lavorare. Un consiglio mi sento di darlo, io sono molto contento del fatto che il lockdown ci abbia insegnato lo smart working, e ne ho fatto ampio uso in Comune, ma ora è il momento di tornare a lavorare, perché l’effetto grotta per cui siamo a casa e prendiamo lo stipendio ha i suoi pericoli” Purtroppo la situazione risente di una gestione organizzativa del sistema Italia che definire carente significa volerne attenuare gli aspetti presenti e quelli futuri che, sul piano socio-economico, potrebbero costituire un dramma maggiore del pur grave aspetto sanitario causato dalla pandemia. Mentre le attività economiche, spinte inesorabilmente dalle necessità della sopravvivenza, hanno quasi tutte ripreso, le attività relative ai servizi proseguono a rilento e spesso sono soggette a decisioni locali che tardano ad essere prese. Lo stesso servizio sanitario nazionale ha accumulato milioni di prestazioni sospese che stanno causando danni anche gravi alle persone. Nessuno si auspica il cosiddetto “liberi tutti” ma, davanti ad un’evidenza che solo i fautori della “seconda drammatica ondata” insistono nel negare, fissate le norme di comportamento nelle varie attività e messi in campo rigorosi strumenti di controllo, ogni attività ed ogni servizio pubblico dovrebbero essere rimesse in moto e con intensità tale da assorbire il lavoro sospeso. Ma in un’Italia di Contee, Principati c’è sempre un Marchese del Grillo che ti risponde se vai a lagnarti.
Sergio Franchi
Il 25 giugno è iniziata la discussione sul progetto di legge recante la rinascita forestale
La speranza di una rinascita
In epoca di avvenimenti eccezionali e di sconvolgimenti sociali passano quasi inosservate le conseguenze di un provvedimento della Ministra Madia prese il 5 agosto 2015; una riforma scellerata concepita da una Ministra del tutto inadatta allo scopo: lo scioglimento del Corpo delle Guardie Forestali. Quella che sarebbe dovuta essere una razionalizzazione del servizio è diventata la disintegrazione di un baluardo solido ed affidabile posto in difesa della natura sin dal 1822.
Uno smembramento di competenze e di presenza radicata sui territori con il passaggio delle responsabilità ad altri enti dello Stato, in prevalenza ai Carabinieri, che ha causato danni incalcolabili al nostro patrimonio naturale.
Ne è conseguita una reazione nazionale che si è coalizzata nella Federazione Rinascita Forestale e Ambientale fiancheggiata da tanti cittadini italiani che hanno come unico scopo la difesa dell’ambiente naturale.
Gli strascichi della decisione improvvida si sono fatti sentire anche a livello di Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha “invitato il Governo Italiano a tentare una regolamentazione amichevole con alcuni ex appartenenti del Corpo Forestale dello Stato che hanno impugnato la soppressione del Corpo ed il suo assorbimento dell’Arma dei Carabinieri”.
Insomma una decisione sbagliata a cui si sta tentando di dare una soluzione attraverso la ricostituzione di una entità organica strutturata per dare un risposta alle sempre crescenti esigenze di tutela di un patrimonio naturale soggetto a continui attacchi della speculazione e dell’incuria.
Una proposta di legge è in discussione che suscita moderato ottimismo da parte degli addetti ai lavori che dichiarano:
“Anche la FeRFA, salpata insieme a Maurizio Cattoi sulla stessa caravella per andare a cercare l’America nell’ignoto, dopo lunghi mesi di mare aperto, tra solitudine, sconforto e indifferenza, vede terra.Il 25 giugno prossimo presso la Camera dei deputati inizia finalmente la discussione nelle Commissioni parlamentari riunite I e IV del progetto di legge dell’on.le Maurizio Cattoi (M5S), recante l’Istituzione della Polizia forestale e ambientale nell’ambito del Dipartimento della pubblica sicurezza.Ad esso sono stati abbinati anche i due progetti di legge simili presentati dagli on.li Silvia Benedetti (Gruppo misto) e Luca De Carlo (FdI). La FeRFA e l’AIPA ringraziano per questa tanto attesa calendarizzazione l’On.le Maurizio Cattoi e tutti i deputati amici dei forestali appartenenti ai seguenti gruppi parlamentari: Movimento 5 Stelle in primis, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Gruppo Misto e parte del Partito democratico. Oltre all’inizio della discussione politica dei progetti di legge recanti la rinascita forestale, la FeRFA, sempre insieme all’On.le Maurizio Cattoi (M5S), ripresenterà nei prossimi giorni, opportunamente modificati, gli emendamenti ritenuti “asistemici” dal Governo. Ossia:
a) immediato transito volontario in Polizia di Stato dei 950 forestali fuoriusciti dal comparto sicurezza, in attesa della stessa e successiva mobilita’ per i 7.050 forestali militarizzati,
b) immediata assunzione degli idonei non vincitori dell’ultimo concorso bandito nel Corpo forestale dello Stato.La Segreteria nazionale della FeRFA non ha mai smesso di credere nel progetto della rinascita forestale. Riteniamo che crederci sia stato fin qui fondamentale.
E dal 25 giugno sarà contagioso come tutte le buone idee e le buone battaglie”.
L’evoluzione della situazione di stallo verso una soluzione organica è attesa da tutti e specialmente da coloro che hanno fatto della difesa dell’ambiente un impegno sociale ed hanno avuto, negli ultimi anni, contezza di una perdita di efficacia del sistema di difesa.
Le foreste, i boschi e la natura di questo Paese sono elementi complessi da difendere con l’impiego di entità dedicate ed organicamente strutturate ed è auspicabile la formazione di un ente che possa con orgoglio proseguire il lavoro fatto, per due secoli, dal Corpo Forestale dello Stato.
Sergio Franchi
Trasporto pubblico
Alle Prefetture di Roma, Latina, Rieti, Viterbo Frosinone.
Ai comandi dei Carabinieri, Polizia, Vigili urbani, Guardia di finanza
e, p.c Assessore alla mobilità Regione Lazio Cotral S.p.A.
Oggetto: richiesta intervento
Il servizio di trasporto pubblico per le località balneari garantito da Cotral, sta diventando ingestibile per il personale.
Ladispoli, Passoscuro, Fregene, Nettuno, Torvaianica, Tor S.Lorenzo, Gaeta Formia, Terracina. Il numero dei viaggiatori in alcuni orari è altissimo, nessuno vuole rispettare le regole di distanziamento sociale, insulti, aggressioni verbali e minacce sono all’ordine del giorno.
Siamo con la presente a segnalare la grave situazione di ordine pubblico, e chiedere aiuto e supporto per il personale in servizio.
Disponibili a dettagliare orari e capolinea/ fermate interessate.
Le foto sono eloquenti, questo è quello che succede sugli autobus diretti nelle zone di mare Ladispoli, Passoscuro, Fregene, Torvaianica, Tor S. Lorenzo, Lavinio, Gaeta, Formia, Terracina.
Caos, insulti, minacce, c’è di tutto, venditori abusivi con enormi sacchi di merce, comitive che si accalcano se non si muore per il covid basta la mancanza di ossigeno con temperature di 40 gradi, impossibile per gli autisti gestire queste situazioni, la polizia che interviene chiede i documenti all’autista per non aver saputo mantenere il distanziamento sociale. Stessa cosa accade sulle linee urbane dei comuni delle località balneari e sulla Roma Lido.
Bisogna tutelare il personale viaggiante non si può prestare servizio in queste condizioni. SLM Fast Confsal con una nota inviata ai prefetti, ai comandi di CC. Polizia, G.di Finanza ha chiesto aiuto e tutela per il personale esposto, ed alle aziende il potenziamento del servizio.
Il Segretario Regionale
Renzo Coppini