E’ il 184° anniversario della costituzione
Corpo dei Bersaglieri
184° Anniversario della costituzione del Corpo dei Bersaglieri, specialità dell’Arma di Fanteria dell’Esercito italiano. Fu istituito il 18 giugno 1836 in Piemonte, allora Regno di Sardegna, su proposta del Capitano Alessandro La Marmora.
Il compito del Corpo era di esplorazione, primo contatto con il nemico e fiancheggiamento della fanteria di linea. Il battesimo del fuoco avvenne l’8 aprile 1848 nella battaglia del ponte di Goito, all’inizio della Prima Guerra d’Indipendenza, ove rimase gravemente ferito lo stesso La Marmora.
Protagonisti della “Breccia” di Porta Pia a Roma il 20 settembre 1870: quest’anno ne ricorre il 150° anniversario.
Nel corso della seconda guerra mondiale i Reggimenti Bersaglieri vennero inquadrati nelle Divisioni corazzate, motorizzate e celeri, e combatterono valorosamente su tutti i fronti. Parteciparono alla Guerra di liberazione con il 4º Reggimento ed il Battaglione “Goito”.
Attualmente i Reggimenti sono 6 e le loro Bandiere sono decorate di 7 Croci di Cavaliere O.M.R.I. , 10 Medaglie d’Oro, 8 Medaglie d’Argento, 26 Medaglie di Bronzo al Valor Militare e di 1 Medaglia d’Oro e 3 d’Argento al Valore dell’Esercito.
I Bersaglieri sono stati protagonisti in varie missioni internazionali di pace in Libano, Somalia, Bosnia, Albania, Kosovo, Iraq e Afghanistan. Come tutti i soldati dell’Esercito Italiano hanno dato il loro prezioso contributo per contrastare e contenere la diffusione del Covid19.
Inoltre, la Brigata Bersaglieri Garibaldi è stata impegnata nell’ambito dell’Operazione Strade Sicure, ottenendo lusinghieri risultati nel garantire la sicurezza dei cittadini della Capitale.
LA FANFARA
L’atto costitutivo del Corpo del 18 giugno 1836 stabiliva che per ogni compagnia ci fossero 13 trombette ed un caporale trombettiere. Era il 1° luglio 1836 la prima volta che i Bersaglieri uscirono dalla Caserma “Ceppi” di Torino : «…marciavano in testa dodici soldati colla carabina sulla spalla sinistra, tenendo nella destra corni da caccia con cui suonavano una marcia allegra, vivace e tale da far venire la voglia di correre anche agli sciancati…» (Quarenghi).
La Fanfara dei Bersaglieri è l’unica al mondo ad esibirsi a passo di corsa. Questa consuetudine deriverebbe dall’ingresso in Roma, alla breccia di Porta Pia, che i fanti avrebbero dovuto effettuare a passo di carica, ma che divenne spontaneamente una corsa.
Associazione
“Un ricordo per la pace”
Il Comune approva una mozione a sostegno dell’italiano detenuto negli Usa
Giustizia per Chico Forti
Il Consiglio Comunale di Aprilia nell’assise di metà giugno ha approvato all’unanimità con 17 voti favorevoli la mozione presentata dal Gruppo consiliare Unione Civica, con i consiglieri Moroni e Bartolomeotti, “Giustizia per Chico Forti’’ impegnando il Sindaco e la Giunta a sollecitare gli organi competenti del Governo affinchè mantengano alti gli sforzi diplomatici per pretendere che Enrico Forti abbia la possibilità di avere giustizia mediante la celebrazione di un nuovo processo. È stato in questi giorni inoltre esposto sul palazzo comunale uno striscione con la dicitura “Giustizia per Chico Forti’’. Nel 2019, svariati gruppi di persone hanno spontaneamente iniziato a riunirsi nelle proprie città, con l’intento di diffondere il più possibile il messaggio, che in questa iniziativa diventa “Giustizia per Chico”. In molti in Italia ormai si stanno mobilitando per il caso di Chico Forti che dunque approda anche ad Aprilia. Persone comuni che investono il loro tempo e le loro energie per sensibilizzare l’opinione pubblica e diventare la voce di Chico. Grazie al loro impegno, in moltissime città sono stati distribuiti e affissi striscioni, cartelloni e locandine de L’Onda di Chico. È stata anche composta una canzone e uno spot è stato trasmesso nelle radio e nelle sale cinematografiche.
“A chiunque potrebbe capitare di trovarsi nei panni di Chico Forti - scrivono i sostenitori dell’iniziativa sul blog di riferimento - aiutaci a sostenere la sua causa e a riportarlo in Italia. Grazie di cuore, anche da parte di Chico”. Il team L’Onda di Chico.
“Ringrazio tutti i colleghi consiglieri comunali per la sensibilità mostrata su un tema così delicato come quello trattato - afferma il capo gruppo Marco Moroni- Aprilia è sempre stata una città sensibile verso le persone in difficoltà”.
“Enrico Forti, detto Chico - si legge sul blog - è un italiano condannato all’ergastolo negli Stati Uniti d’America. Da allora si trova in un carcere di massima sicurezza a Miami per un crimine che dichiara di non aver mai commesso e, nonostante vent’anni di reclusione, non smette di proclamare la sua innocenza. Tutto ha inizio quando Chico Forti partecipa al quiz televisivo Telemike, vincendo una cospicua somma di denaro. Con questa vincita, due anni dopo, decide di inseguire il suo sogno americano e si trasferisce negli Stati Uniti dove continua la sua attività di film-maker e produttore televisivo. Di lì a poco conosce la sua seconda moglie, dalla quale avrà tre figli: Savannah, Jenna e Francesco. In quel periodo le cose per lui vanno a gonfie vele e in poco tempo riesce a trasferirsi in un esclusivo complesso residenziale di Miami: Williams Island. Decide inoltre di intraprendere attività imprenditoriale parallela, questa volta nel settore immobiliare, specializzandosi nella compravendita di appartamenti di lusso. Tutto sembra perfetto ma, ironia della sorte, l’arrivo di Chico a Williams Island segnerà l’inizio della sua triste vicenda, poiché qui entrerà in contatto con le persone sbagliate. La sua vita, infatti, viene improvvisamente sconvolta quando, nel febbraio del 1998, viene trovato morto Dale Pike, figlio di Tony Pike, dal quale Chico stava acquistando il Pikes Hotel di Ibiza. Per quell’omicidio, il 15 giugno del 2000, Chico viene condannato all’ergastolo da una giuria popolare, senza alcuna prova forense oggettiva e dopo un processo durato soltanto diciotto giorni! La sua condanna, però, non è stata emessa “al di là di ogni ragionevole dubbio”, anzi, sul verdetto di colpevolezza i dubbi sono numerosi, fondati su una lunga serie di omissioni, errori, scorrettezze e approssimazioni da parte della polizia di Miami, iniziati con il ritrovamento del cadavere e proseguiti durante tutto il corso dell’iter giudiziario. A sostenere Chico in tutti questi anni, oltre alla sua “mamma roccia” Maria, oggi novantaduenne, ci sono i suoi tre figli, lo zio Gianni Forti con Wilma e il suo amico del cuore Roberto Fodde. Tantissimi amici, artisti e personaggi dello spettacolo hanno parlato della sua vicenda per tenere viva l’attenzione mediatica, nella speranza che presto Chico possa rientrare in Italia da uomo libero. Negli ultimi mesi, grazie ai servizi de Le Iene, in Italia si è creato un forte coinvolgimento dell’opinione pubblica. In seguito a questo interessamento, la pagina Facebook Chico Forti ha lanciato l’idea di affiggere le prime locandine “Liberate Chico” nelle attività commerciali e sulle auto. In poco tempo la solidarietà cresce al punto che si decide di dare un nome a tutte queste iniziative e nasce così L’Onda di Chico, facendo un chiaro riferimento al suo passato nel mondo del Windsurf”.
P.N.