Grande preoccupazione della cittadinanza che non era abituata a questo genere di escalation con droga, armi e pistolettate
La criminalità dilaga ad Aprilia
Droga, armi e pistolettate. Non è un periodo facile quello che sta vivendo Aprilia. Episodi criminali che si ripetono in maniera costante e che stanno preoccupando non poco la cittadinanza, non abituata a questo genere di escalation. La criminalità è radicata e presente non solo nel comune pontino ma anche nei comuni limitrofi come Anzio e Nettuno.
“I recenti fatti di cronaca nel nostro territorio – spiegano i referenti dell’associazione Reti di Giustizia - richiedono una riflessione immediata. Nella notte di sabato 24 maggio a Nettuno un uomo non si è fermato all’alt delle Forze dell’Ordine, tentando una fuga che gli è costata la vita. I successivi rilievi hanno permesso di scoprire che trasportava 25 chili di cocaina. Lunedì 26 maggio ad Aprilia si è verificato un inseguimento simile, che ha portato al ferimento di due membri delle Forze dell’Ordine nonché danni ad auto e cose lungo il percorso. L’uomo trasportava 3.6 grammi di eroina, 3.7 chilogrammi di cocaina, 2.4 chili di hashish e circa 234 grammi di marijuana. Mercoledì 28 maggio, le Forze dell’Ordine hanno rinvenuto 21 chili di cocaina e un arsenale di armi in un’abitazione di Velletri, dopo il fermo di due uomini per un controllo stradale. Questi fatti non sono isolati. Solo per citare alcuni precedenti: ad Aprilia, mercoledì 21 maggio, dal fermo di un uomo che deteneva 149 grammi di hashish; ad Anzio, venerdì 16 maggio, dal fermo di un uomo e una donna residenti a Nettuno che trasportavano 15 chili di cocaina; sempre il 16 maggio, ad Aprilia, dal rinvenimento di un arsenale di armi da fuoco sequestrato ad un cittadino spagnolo durante una perquisizione domiciliare.
Come Reti di Giustizia – Il sociale contro le mafie riteniamo che questi fatti, sempre più gravi e frequenti, debbano ricevere una risposta chiara e unanime da parte dei territori coinvolti. Non possiamo ritenerci esenti dall’escalation di violenza: tali fatti non sono sporadici o isolati, vanno invece contestualizzati nel riassestamento degli equilibri criminali. Gli sviluppi dell’inchiesta “Assedio” della DDA di Roma, tra cui le relazioni che hanno confermato lo scioglimento del Comune di Aprilia ed il suo commissariamento straordinario, evidenziano il radicamento della criminalità organizzata. Dall’ultima relazione semestrale della DIA emerge che “Omertà, condizione di assoggettamento e i tentativi di influenzare l’Amministrazione comunale di Aprilia, completano uno scenario che ricalca chiaramente gli schemi tipici dell’agire mafioso”.
“Allo stesso tempo, come sottolineato in un precedente comunicato congiunto con Coordinamento Antimafia Anzio-Nettuno e Rete No Bavaglio, guardiamo con grande attenzione al processo “Tritone” che ha segnato una svolta nel contrasto alle mafie nei nostri territori svelando pesanti collusioni con numerosi esponenti politici della destra locale al governo per decenni ad Anzio e Nettuno”.
“Qualsiasi livello di collaborazione con le mafie, con la zona grigia professionale e imprenditoriale che le circonda, porta vantaggio esclusivamente a queste ultime a prescindere dall’apparente posizione di favore momentanea - tra cui bisogna ricordare il tema dello scambio elettorale politico-mafioso.
Quelli che sembrano “favori” elargiti ai singoli (e che invece sono diritti esigibili da tutte e tutti), oltre ad avere un impatto legale, sono danni inestimabili alle comunità cittadine, cui vengono negati diritti e servizi essenziali per il vantaggio di pochi. Abbiamo più volte sottolineato che si possano descrivere le mafie, in collusione con imprenditori privati e amministratori pubblici, come “società di servizi” che operano a vari livelli - economico, sociale, politico, culturale - specialmente laddove il welfare locale non offre alternative sane. Occorre ricordare però che l’erosione dei servizi essenziali deriva da precise responsabilità economiche e politiche, che le mafie prosperano sull’uso improprio del bene comune per un profitto privato. Riteniamo quindi indispensabile smontare la retorica facile dell’omertà individualista del “non mi riguarda” che limita l’antimafia ad azioni repressive, e agire sul fronte della giustizia sociale. Ribadiamo infine che, se questi eventi sono collegati e dunque richiedono un monitoraggio attento e sistematico, allo stesso tempo solo un profondo cambiamento dal punto di vista politico, economico e culturale è in grado di garantirci dignitose tutele da questo sistema di dominio, prevaricazioni e sfruttamento. Per contribuire a questo auspicato processo di cambiamento politico, economico e culturale, Reti di Giustizia ha promosso la nascita del Coordinamento per la Giustizia Sociale di Aprilia, un raggruppamento informale di associazioni e comitati uniti da un sentire comune verso i valori di giustizia sociale, legalità, trasparenza e parità di trattamento nell’accesso ai beni e servizi pubblici. Sabato 17 maggio si è tenuto il primo evento pubblico del CGSA, che ha ne ha esemplificato i fini trasversali: accanto ad un approfondimento giornalistico del complicato intreccio criminale sul nostro territorio, si è tenuto un tavolo di discussione sulle discriminazioni subite dalla comunità queer. A seguire si è svolto un momento ludico caratterizzato da musica, socialità e performance artistiche. Insieme, le energie positive dei nostri territori possono costruire un’alternativa di lungo termine, che possa sostituire il favore con il diritto, il sopruso con la solidarietà, il voto di scambio con la partecipazione attiva, la discriminazione con l’inclusione, lo sfruttamento con il lavoro di qualità, la criminalità con l’imprenditoria responsabile”.
Alessandro Piazzolla