Rifondazione risponde al Comitato Vignarola
Il tempo è ora!
Il Comitato Vignarola stia più attento a ciò che legge: nessuno sostiene che non esista la richiesta di estendere il parco di Tor Caldara, ma che per farlo bisogna mobilitarsi di più. Il tempo è ora!
Dato che non lo abbiamo mai scritto, ci sorprende sapere che il comitato per la Vignarola abbia: “letto a mezzo stampa un articolo che sostiene che i tempi per la legge sulla Vignarola sarebbero scaduti e che quindi in Regione non esisterebbe nessuna proposta”.
Invitiamo il Comitato a rileggere con calma il nostro comunicato stampa. Non abbiamo mai parlato di tempi scaduti per la legge e non abbiamo mai affermato che non esiste una proposta di legge in attesa di essere discussa. Abbiamo solo constatato che ad oggi la Commissione non ha avuto ancora modo di occuparsene. La proposta di legge è rimasta lettera morta, nel senso appena specificato, la Commissione ancora non l’ha presa in considerazione.
Il comitato prosegue: “La relazione della commissione che deve poi essere discussa in consiglio ad oggi non esiste semplicemente perché la proposta ancora non è stata discussa in commissione”.
Nel nostro comunicato non si fa alcun cenno ad una relazione che non esiste, ma solo al fatto che la Commissione non ha avuto ancora il tempo di occuparsi della proposta di legge, quindi ribadire, come fa il Comitato che “la proposta ancora non è stata discussa in commissione” non fa che sfondare una porta aperta sulla quale noi abbiamo richiamato l’attenzione. Il Comitato ci ricorda, per fare chiarezza ed evitare confusioni, così afferma, che l’iter di approvazione della legge sarà abbastanza lungo e che “scavalcare la commissione per accelerare i tempi significherebbe arrivare con tutta probabilità ad una bocciatura della proposta”.
Il comitato e le altre forze politiche e sociali che insieme a noi sostengono questa proposta di legge, sanno che l’iter potrebbe essere accelerato, come da noi mostrato sulla base dei regolamenti consiliari della Regione Lazio sul precedente comunicato, ma ritiene che tale percorso accelerato sia meglio da scartare perché si arriverebbe “con tutta probabilità ad una bocciatura della proposta”. Apprezziamo le doti previsionali del Comitato, la sua capacità di leggere il futuro. Ma noi facciamo notare che la maggioranza che sostiene Zingaretti dispone di 24 consiglieri e che il Movimento Cinque Stelle ne ha 10 (34 su 50). Sarebbe curioso che maggioranza e Movimento Cinque Stelle respingessero la proposta di legge ambientalista solo perché non è stata preventivamente discussa in Commissione. Si assumerebbero tale responsabilità politica per capricci di burocrazia, per altro giuridicamente non fondati? E che allora sia così, non dobbiamo smascherare, forse coloro, che predicano bene e razzolano male?
Le cose non stanno come le racconta il Comitato. Quest’ultimo si è focalizzato su degli aspetti del nostro comunicato distorcendone la lettura, attribuendoci affermazioni, che leggendo nero su bianco, non possono letteralmente dedursi. Invece il Comitato ha taciuto sugli aspetti qualificanti del nostro comunicato. Anche a voler a malincuore accettare l’idea del Comitato che non è consigliabile accelerare l’iter della proposta di legge, rimane il fatto che è rimasto del tutto silente sul nostro invito che recitava: “Invitiamo pertanto LEU, il Comitato della Vignarola, i cittadini e le associazioni ad un incontro pubblico per fare il punto sulla questione, ed organizzare un movimento di popolo volto a sostenere l’iniziativa legislativa del Consigliere Ognibene”.
Il comitato non risponde su tale aspetto, ma si limita a indicarci il link, dove la proposta di legge risulta essere “assolutamente i piedi ed in attesa di essere discussa”. Forse il Comitato vuole dormire sugli allori e attendere pazientemente che la legge faccia il suo corso? Noi vorremmo informare la cittadinanza che senza un’azione dal basso che si faccia sentire sotto le finestre della Regione, la proposta rimarrà proposta. Come mostrato, non abbiamo scritto che la proposta di legge è scaduta, non abbiamo fatto cenno ad una fantomatica relazione. Abbiamo avvertito che i tempi tecnici per l’esame in Commissione sono esauriti, che il consigliere Ognibene ha la possibilità pratica di accelerare i tempi di discussione in Aula, abbiamo invitato tutti a fare il punto sulla situazione e soprattutto a organizzare un movimento che sia di sostegno e che dia forza all’azione del consigliere Ognibene. Il tempo è ora!
Ufficio stampa e
comunicazione
PRC-FdS “E. Che Guevara” - Anzio
Il Coronavirus si espande in Italia in assenza di provvedimenti efficaci
Cresce il contagio sale il disagio
L’espandersi del contagio del COVID-19 sta sempre piu assumendo i contorni di un fenomeno scarsamente controllato. Le notizie si susseguono e si contraddicono sulle modalità di contagio e l’unica regola condivisa sembra essere quella di lavarsi attentamente le mani, che poi non si concilia perfettamente col fatto che il virus si trasmette per via respiratoria e con le fatidiche goccioline emesse con la tosse o con uno starnuto. Non bisogna farsi prendere dal panico e ne tanto meno bisogna strumentalizzare un pericolo per la Nazione a fini di propaganda politica. Ciò non vuol dire però che sia stata abolito il diritto all’analisi dei fatti e dei comportamenti di chi ha l’onere di affrontare il problema e di trovare soluzioni adeguate. Non si può essere definiti sciacalli se si sottolineano le cose che non funzionano, perchè si può anche aderire in modo critico e propositivo.
Di fronte all’aggravarsi della situazione non si può dimenticare che venivano tacciati di razzismo coloro che auspicavano misure più drastiche nei confronti di coloro che provenivano dalla Cina. Se farsi prendere dal panico è certamente pericoloso ancor più pericoloso è continuare con la solita provincialissima affermazione che “abbiamo il sistema sanitario migliore del mondo”, mentre i fatti non dicono proprio che quello che si sta facendo abbia effetti positivi, specialmente quando quel sistema sanitario viene guidato da una politica poco capace. Sembra ormai tempo perso affermare che a prendere decisioni importanti debbano essere solo le persone competenti. Quante volte si sente dire che non si deve nemmeno entrare in camera operatoria se non si è un professionista in chirurgia e, in questo caso, l’affermazione è calzante visto che è della salute della gente che stiamo parlando. Sentire il Ministro della Salute e quello degli Esteri disquisire su un argomento così importante fa venire i brividi. Sentir dire che l’Italia “ ha messo in atto le decisioni più drastiche per arginare il contagio” fa il paio con l’affermazione che “l’Italia ha vietato tutti i voli dalla Cina”, fatto che è servito solo a far irritare le autorità di quel Paese. Mi è capitato, nei giorni scorsi, di trovarmi agli arrivi dell’aeroporto di Fiumicino e di cinesi che provenivano dall’estero ne ho visti tanti e, l’unico controllo cui erano sottoposti, era quello della verifica della temperatura; che è come pretendere di pescare sardine con la rete dei saraghi. Migliaia di cinesi o di altri cittadini provenienti dalla Cina sono entrati liberamente nel nostro Paese, praticamente senza controlli; mentre la nostra sanità stava trattando qualche caso allo Spallanzani ed il Ministro si vantava in giro raccontando che “l’Italia ha isolato per prima il virus”, che era già stato isolato in una mezza dozzina di altre nazioni nel mondo. Il sistema di difesa messo in atto mostra serie falle e non è solamente poco efficace ma è decisamente pericoloso se viene anche considerato come un sistema del tutto affidabile. Migliaia di cinesi arrivati a Francoforte a Parigi o a Londra dalle zone contagiate hanno regolarmente fatto il giro d’Europa in Pullman senza che nessunissimo controllo sia stato fatto sulle autostrade o sui treni. Un fatto che non appartiene ai giorni passati ma che ogni giorno continua ad avvenire regolarmente nella gran parte delle città turistiche italiane. Ma la cosa più ridicola, che serve a misurare la scarsa competenza con cui questa emergenza viene gestita, è quanto accaduto e sta accadendo a Prato, la Città cinese più grande d’Italia, dove 2.500 cinesi sono regolarmente rientrati, dopo aver passato il Capodanno cinese, nella zona di Zhejiang e da altre zone considerate ad alto rischio di contagio. E come se non bastasse queste persone sono state lasciate in “quarantena volontaria” e cioè senza che il periodo di isolamento sia obbligatorio e controllato dall’autorità sanitaria. Un blocco colabrodo che sta già creando seri danni in Lombardia ed in Veneto; un sistema di controllo che si sta rilevando inadeguato. Basta chiedersi quali sia il protocollo applicato da quei sanitari che in Veneto ed in Lombardia sono stati contagiati. Tavoli operativi e comitati di emergenza servono a poco se intorno a quei tavoli non siedono persone capaci di gestire l’emergenza e se sono i politici a decidere. E intanto l’Italia è balzata nel gruppo di testa dei paesi contagiati nel mondo ed ora sono le altre nazioni che respingono gli italiani e si comincia a recriminare per i mancati controlli ed alcune regioni rivendicano il diritto di decidere in proprio, creando una situazione caotica che certamente non serve a nessuno. Purtroppo non si vede una soluzione a breve e ragioni ideologiche stanno nascondendo un altro potenziale canale di trasmissione del contagio e cioè quello dei migranti clandestini che si continua a far sbarcare in Italia e, mentre una parte di loro vengono ammassati in quarantena, centinaia ne arrivano sui barchini e si distribuiscono incontrollati sul territorio nazionale. Purtroppo lo sanno tutti che in Africa vivono 7 milioni di cinesi che vanno e vengono dalla Cina. Tutti sanno che i paesi Africani dispongono di un sistema sanitario molto carente ed incapace non solo di fronteggiare un’epidemia ma nemmeno di rilevarne adeguatamente la presenza, eppure nessuno ne parla e niente di efficace è stato predisposto. L’invito alla massima collaborazione e disciplina deve essere da tutti recepito, ma la gestione deve passare a persone capaci di far funzionare un sistema che resta uno dei migliori del mondo ma la conferenza stampa relativa al Consiglio dei Ministri del 22 febbraio, fatta di ringraziamenti ed autoreferenzialità, non rassicura nessuno. La gente non vuole vedere politici che gestiscono questa grave situazione infarcendola di politica e di politichese; i cittadini vogliono vedere, sentire ed interrogare esperti del settore dell’emergenza sanitaria: persone capaci di gestire l’emergenza , professionisti del calibro del medico Guido Bertolaso, colui che ha portato la Protezione Civile italiana ai vertici mondiali dell’efficienza.
Sergio Franchi