Il disavanzo del bilancio 2019 ammonta a18 milioni 256 mila 345 euro
Comune: Bilancio in rosso
Le difficoltà a incassare le imposte comunali, la carenza di liquidità e la scarsa prudenza nei bilanci degli anni passati rispetto all’accantonamento di somme necessarie a coprire incassi previsti e mai entrati nelle casse del Comune di Aprilia fa emergere un disavanzo che ammonta complessivamente a 18 milioni 256 mila 345 euro, mentre il Comune per far quadrare i conti si trova addirittura a dover accantonare per il 2019 31 milioni 002 mila 519 euro. Un debito mostruoso che l’ente, approvando il rendiconto di gestione per l’anno 2019, dovrà impegnarsi a ripianare nei prossimi 15 anni, un risanamento che avrà un peso perché ridurrà ulteriormente le capacità di spesa dell’ente per i prossimi anni. Nel frattempo i bilanci redatti nel recente passato sono finiti sotto la lente della Corte dei Conti, che nei giorni scorsi attraverso una missiva ha chiesto al Comune di Aprilia controdeduzioni su aspetti poco chiari rilevati all’interno dei consuntivi degli ultimi anni. Nodi da sciogliere che sembrano ruotare tutti sulle sostanziali differenze tra previsioni di entrata e le entrate effettive iscritte sui bilanci consuntivi, su somme accertate e somme effettivamente riscosse e sulle modalità con cui le poste sono state iscritte nei rendiconti. E in effetti dalla nota integrativa al rendiconto di gestione 2019 redatto dal nuovo dirigente alle finanze Emiliano Di Filippo e dagli uffici della ragioneria dell’ente, che ha proceduto al riaccertamento dei residui, pare emergere un quadro allarmante. Negli anni l’ente di piazza Roma ha compresso eccessivamente l’ammontare del fondo crediti di dubbia esigibilità e come hanno fatto anche altri comuni in Italia, utilizzando almeno dal 2015 il metodo semplificato – dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale con la sentenza 4 del 2020 – ha utilizzato la quota del fondo di anticipazione di liquidità da rimborsare per sistemare l’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità previsto nel risultato di amministrazione. Ora che il metodo è stato censurato dalla Corte Istituzionale e dal febbraio scorso il nuovo dirigente alle finanze ha messo mano ai conti del Comune di Aprilia, è venuta allo scoperto l’esigenza di accantonare per il 2019 oltre 31 milioni di euro: sottraendo al totale i 19 milioni 370 mila 294 euro del 2018 e 2 milioni 511 mila 894 euro per il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità assestato al 2019, resta da coprire un disavanzo di 9 milioni 120 mila 330 euro, da spalmare sui bilanci dei prossimi 15 anni. Il passivo sale però a 18 milioni 256 mila 345 con l’applicazione della corretta procedura di imputazione contabile del Fondo Anticipazione di Liquidità e il Comune dovrà accantonare anche 26 milioni 258 mila 866 per le anticipazioni concesse dal DL 35 del 2013 e non ancora rimborsate. Spiegando la manovra all’interno della nota integrativa, anche il nuovo dirigente non può far altro che prendere atto di una situazione economica preoccupante. “L’importo da accantonare per il 2019 – recita infatti la nota integrativa al rendiconto 2019 – è pari a 31 milioni 002 mila 519 euro, che rappresenta il 93% dei residui attivi delle entrate considerate per il fondo, congruo a sterilizzare gli effetti negativi delle mancate riscossioni delle entrate di difficile esazione.(..). Sicuramente tali scelte andavano ponderate più adeguatamente negli esercizi precedenti, al fine di evitare il rischio di rinviare oneri all’esercizio 2019. Questo però non è avvenuto e dunque nel rendiconto 2019, il Comune applicando integralmente il metodo ordinario per il calcolo del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, rispetto al metodo semplificato – utilizzato dal 2015 – ha fatto emergere una evidente differenza di importi da accantonare che genera un nuovo disavanzo da ripianare”.
Un disavanzo prima nascosto tra le pieghe del bilancio e ora portato alla luce, che per un comune gravato dai debiti e dai crediti solo virtuali, avvicina lo spettro del dissesto finanziario.
Segnali preoccupanti sulla buona salute delle casse del Comune di Aprilia, emergevano anche prima di un consuntivo 2019 disseminato di voci in rosso. Negli anni il lavoro sull’accertamento delle entrate svolto dall’Ufficio Tributi pare avere eccessivamente influenzato previsioni di entrata che, a giudicare dalle somme effettivamente riscosse, si sono rivelate al di sopra delle aspettative.
L’evasione alle stelle, con ammanchi di almeno 24 milioni di euro, ha convinto l’amministrazione alla fine dello scorso anno a inasprire la lotta a chi non paga con un nuovo regolamento. Ma anche per il 2019 il Comune ha continuato a incassare meno di quanto avrebbe dovuto. Lo scostamento sulla previsione di entrata sui tributi è di 829 mila 024 euro, passando da 41 milioni 790 mila euro previsti a un consuntivo da 40 milioni 960 mila 976 euro, ma scavando a fondo risulta su 2 mila 487 avvisi di accertamento emessi per l’Ici e Imu non pagata, per l’ammontare di 11 milioni 172 mila 219 euro l’ente ha incassato solo 196 mila 544 euro e addirittura dei 16 milioni 098 mila 079 euro di mancati pagamenti accertati sulla Tari il riscosso è di appena 970 mila 988 euro. Negli anni precedenti i risultati non sono stato migliori e proprio per questa difficoltà consolidata il nuovo dirigente è stato costretto a incrementare il Fondo Crediti di dubbia esigibilità. Le entrate in conto capitale per 4 milioni 197 mila 842 euro, pur in linea con gli anni passati, si scontrano con una previsione anomala di 25 milioni 263 mila 735 euro, mentre i proventi del condono sono stati appena 512 mila 083 euro. A causa della carenza di liquidità, eccessivo si rivela ancora il ricorso alle anticipazioni di tesoreria, per un totale di 17 milioni di euro che ha aiutato l’amministrazione a pagare fornitori, servizi e altre spese per ben 250 giorni su 365. L’entità delle anticipazioni non restituite è di 4 milioni 230 mila euro e le ragioni sarebbero da imputare al blocco dei conti generato dal cambio del tesoriere (1 milione 312 mila euro), ai 4 milioni 725 euro di mancati riversamenti del benefit da parte di Rida Ambiente e a mancati trasferimenti da parte della Regione Lazio 3 milioni 043 mila 016 euro, mentre restano questione appesa crediti e debiti nei confronti di Aser per 42 milioni e 16 milioni di euro. Difficoltà che hanno contratto la spesa corrente, scesa ad appena 2 milioni 685 mila 975 euro rispetto a una previsione di 8 milioni 123 mila 861 euro, contro i 47 milioni 096 euro spesi nel 2018.
Francesca Cavallin