La Croce Rossa di Pomezia chiede sostegno per i servizi di assistenza
Vogliamo un Centro per i bisognosi
A causa dell’insorgenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 e dell’emanazione dei decreti di contenimento, in assenza di idonee protezioni, il normale servizio di assistenza svolto dal nostro Comitato in favore di fasce vulnerabili come i senza tetto e sex worker è stato sospeso per un lungo mese. Un mese nel quale abbiamo solo potuto, di tanto intanto, monitorare il territorio per capire chi tra i nostri assistiti lo aveva abbandonato in cerca di opportunità o più semplicemente di cibo, chi era rimasto e in quali condizioni.
Da quando ci siamo approvvigionati dei dpi necessari e grazie alla disponibilità di tanti volontari, ad aprile abbiamo svolto un servizio di assistenza quotidiano su Torvaianica e Pomezia, incontrando quelli che noi chiamiamo “i nostri ragazzi”, non poi così “invisibili” come molti li definiscono.
Grazie al sostegno di Casa Francesco Ospitalità, di Ardea, tutti i giorni siamo in grado di fornire loro 20 pasti caldi.
In questo ultimo mese tutti i giorni abbiamo parlato con i nostri ragazzi, ci siamo spostati sul territorio strada dopo strada, piazza dopo piazza, cercando chi avesse bisogno di aiuto o semplicemente di una parola di conforto.
Abbiamo assistito senzatetto, papà in cerca di latte per i propri figli, nonni soli, persone rimaste senza lavoro, senza casa, senza cibo.
Abbiamo fornito pasti caldi, alimenti a lunga conservazione, acqua, dolci, coperte, kit igienici, gel disinfettanti. Abbiamo dato sostegno e siamo stati ripagati dai loro sorrisi e dai loro sguardi pieni di gioia. Vorremmo portare avanti questo servizio continuando a garantire la sicurezza e la protezione necessaria sia agli assistiti che ai volontari. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno di mascherine FFP2, mascherine chirurgiche, guanti protettivi. Per questo chiediamo al nostro territorio di aiutarci ad acquistare i dpi che ci permetteranno di continuare a svolgere questo servizio. Obiettivo ancora più significato sarebbe la realizzazione sul nostro territorio di un centro dedicato a loro, con servizi igienici e servizi doccia, mensa, distribuzione vestiario, dormitori, in cui si possa anche ascoltarli ed instaurare un dialogo per capire le loro esigenze e offrire informazioni utili su tutte le attività presenti sul territorio finalizzate a supportare la loro condizione di senza fissa dimora. Con questo centro si potrebbe far fronte ad un’altra emergenza che è quella del freddo e che si ripresenta ogni anno, per superarla basterebbe riconvertire strutture in disuso o sfruttare strutture ad uso stagionale. Ci occorrono partner con cui condividere e realizzare questo obiettivo.
L’unico tornaconto è la soddisfazione e la gioia che porta aver aiutato senza ricevere nulla in cambio.
Sito internet: www.crocerossapomezia.it – e-mail: info@crocerossapomezia.it - Telefono 0689910829
Operazione della Polizia Locale di Ardea
Rom in fuga
Rom in fuga e non si fermano all’alt della Polizia locale. Nuovo incendio nell’area delle Salzare, la zona dell’uso civico di Ardea. E per finire la nuova polemica sui New Jersey per evitare il passaggio di auto provenienti da altri comuni. Per ben due volte hanno tentato di entrare ad Ardea, ma in entrambe le occasioni hanno dovuto desistere perché respinti dalla polizia locale. Quattro persone a bordo di una Fiat Multipla, poi risultate abitanti del campo nomadi di Castel Romano, sono state fermate da tre pattuglie dei caschi bianchi ardeatini, agli ordini del comandante Sergio Ierace, che li hanno multati per oltre 1000 euro e respinti dai confini di Ardea. Una pattuglia della Polizia Locale aveva notato la Multipla che, all’altezza del varco posto su via Strampelli, vedendo che il passaggio era presidiato ha cambiato velocemente direzione di marcia, riprendendo la Pontina in direzione Roma. Gli agenti sono comunque riusciti ad annotare la targa, trasmettendo i dati ai colleghi dislocati sul resto del territorio. Qualche ora dopo la macchina è stata vista di nuovo allo stesso varco. Mentre gli agenti erano intenti a controllare le autocertificazioni, il veicolo ha oltrepassato il posto di controllo senza neanche rallentare. Immediato è scattato l’inseguimento e la Multipla è stata accerchiata e bloccata poco dopo da tre auto della polizia locale. Dai controlli effettuati, i quattro che si trovavano nell’abitacolo sono risultati residenti nel campo di Castel Romano. Sono stati sanzionati e scortati fino a uscire dal territorio di Ardea. Intanto un nuovo incendio ha caratterizzato l’area delle Salzare di Ardea. Una villetta, e cioè una seconda casa di un proprietario residente nella zona dei Castelli Romani, è andata a fuoco, mettendo nuovamente in allarme la popolazione.’ Scoppiata naturalmente una nuova polemica a seguito dell’installazione dei New Jersey nella zona di Lido dei Pini. Una circostanza che ha messo in subbuglio i residenti che si vendevano evidentemente bloccati in casa senza motivo giustificato e condannando apertamente la mesa in opera di queste barriere che bloccano la circolazione stradale. Il Comune di Ardea, attraverso il sindaco Mario Savarese, ha ribadito il concetto che queste forme di blocco del traffico sono una sorta di deterrente per evitare che il rischio contagio da coronavirus possa aumentare a dismisura. È un aspetto per il quale non bisognerebbe abbassare la guardia e che, mai come in questa occasione, alla luce di una riapertura maggiore dopo il 4 maggio, non sarà facile portare a termine i controlli come avvenuto in questa prima fase dell’emergenza pandemica. La Polizia Locale di Ardea continua, unitamente alle associazioni di volontariato, Protezioni Civile e CRI, continua a monitorare il territorio con la costante presenza ai varchi, la distribuzione di mascherine, autocertificazioni in bianco e l’informazione ai cittadini, sia sulle nuove disposizioni che sono entrate in vigore in questi giorni, che sull’attenzione da porre sulle misure di igiene e di distanziamento già più volte richiamate nei vari DPCM, tentando di farle diventare un nuovo modello di socializzazione. “Dobbiamo essere pronti a convivere con il virus – ha esordito il comandante Sergio Ierace della Polizia Locale di Ardea -, sino a quando non sarà disponibile un vaccino idoneo. Da quando è iniziata l’emergenza sanitaria abbiamo saputo che mascherine, distanza sociale e pulizia personale più attenta avrebbero dato un valido sostegno alla lotta alla diffusione del virus responsabile di questa pandemia. Dal 4 maggio di fatto nulla cambierà nell’emergenza che stiamo vivendo, se non l’aumento delle persone in circolazione a causa delle varie aperture concesse dal governo per la ripresa commerciale e di produzione di altre attività lavorative prima chiuse. Ciò non vorrà dire che si potrà liberamente circolare senza motivo e bisogna comprendere che queste limitazioni non sono adottate per non permettere ai cittadini di vivere liberamente, ma al contrario proprio per garantire la tutela di tale libertà. I risultati positivi sin qui raggiunti sono stati possibili grazie alle misure prese ed ai sacrifici fatti da tutti nei mesi passati. Saremmo degli sciocchi se non comprendessimo questo. I contagi non sono diminuiti perché si è trovato il modo di curare coloro che sono stati contagiati, ma perché con tali limitazioni i contagiati sono scesi. Dobbiamo quindi custodire tali risultati e proseguire la strada intrapresa evitando spostamenti inutili e, ove gli stessi fossero strettamente necessari, adottare tutte le cautele possibili per difenderci da un possibile contagio. Per tale motivo noi nel nostro piccolo stiamo cercando di sensibilizzare chi viene trovato in movimento sul territorio con la consegna gratuita dei dispositivi consegnatici dalla Protezione Civile Regionale, per prevenire il più possibile un contagio che, per il semplice calcolo delle probabilità e del rapporto esistente tra persone in circolazione e luoghi frequentati/transitati, potrebbe aumentare. Ancora una volta invito tutti - ha concluso il comandante Sergio Ierace - a non sottovalutare il momento storico che stiamo attraversando comprendendo che il virus c’è ancora, è tra di noi, e che l’unico modo al momento per combatterlo è evitare una socializzazione non protetta e non curante del rispetto di tutte quelle regole oramai note che devono entrare nella nostra quotidianità”.
S.Me.