Necessaria una riconversione per quello di Lavinio
Ipotesi Consorzio
Sono tanti i consorzi nati col boom economico degli anni 50 e 60, quando gli Italiani, dopo la lavatrice e la Fiat 600 cominciavano a sognare la casetta al mare. E così fioccavano le lottizzazioni di terreni agricoli che venivano destinati a soddisfare la giusta aspirazione di un popolo che diventava sempre più agiato e che veniva sollecitato alla realizzazione di una seconda casa con ogni tipo di facilitazione ed esenzione fiscale. Le grandi e piccole lottizzazioni di terreni privati richiedevano la preventiva realizzazione delle cosiddette opere di urbanizzazione e cioè di quelle opere che riguardavano i servizi comuni, come le fogne, le condotte idriche, l’illuminazione stradale ecc, a partire dalle strade che venivano create a cura dei confinanti ed assumevano la funzione di “strade vicinali”. Esse rimanevano di proprietà comune dei cosiddetti consorzi stradali obbligatori che venivano realizzati con atti notarili e che prendevano forza legale da un vecchio decreto del 1918. Un Decreto avente forza di legge, emanato dal parlamento e promulgato dal Luogotenente del Re che era temporaneamente impegnato a dirigere le azioni militari. Il decreto si chiama appunto Luogotenenziale, porta la data del 1 settembre 1918 ed il numero 1446. Esso fu convertito in legge il 17 aprile 1925 col numero 473. Un ruolo importante veniva esplicato dal comune in cui le lottizzazioni venivano realizzate che, però, restava solo responsabile per gli aspetti di controllo e di partecipazione alle spese di manutenzione delle infrastrutture comuni quando queste assumevano una funzione di uso pubblico. Tutti questi consorzi, che sopravvivono in forza di statuti che ne impediscono in pratica la chiusura, sono oggetto di controversie legali e la loro gestione avviene spesso in modo piuttosto contrastato. L’incremento degli oneri fiscali nazionali sugli immobili e l’ istituzione di tasse specifiche destinate alla realizzazione e gestione delle opere comuni rende il pagamento di ulteriori balzelli addizionali per tenere in vita consorzi stradali, sempre più iniquo e contestato. Il Consorzio di Lavinio è uno di questi consorzi e in quanto a contestazioni legali ne subisce da decenni e, anche se queste non hanno sortito il risultato che i contestatori auspicavano, certamente hanno creato un’atmosfera irrespirabile ed un’immagine di un ente che usurpa e che è lontano dalla gente. Una distanza che la dirigenza del Consorzio di Lavinio non ha certamente contribuito, almeno nel passato recente, a ridurre con decisioni ed attività condivise. Che ruolo gioca il Comune di Anzio? Il Comune, obbligato a contribuire in qualche modo alla responsabilità di gestione di strade che sono di fatto pubbliche e quindi di responsabilità comunale, ha eletto il Consorzio a capro espiatorio dei mali di Lavinio ed, in cambio di un tozzo di pane sotto forma di alcune decine di migliaia di Euro di contributo, gli delega la responsabilità della gestione di 30 km di strade. Se la responsabilità della manutenzione e ricostruzione di strade pubbliche, spetta all’Amministrazione, responsabile (Comune, Provincia o Stato), se la gestione delle linee elettriche spetta all’ENEL, se l’illuminazione stradale spetta all’ente comunale, se la gestione della rete fognaria spetta al Comune ed all’ente che gestisce la fornitura idrica, se la rete delle fognature stradali spetta al Comune, se è al Comune i cittadini pagano gli oneri di urbanizzazione ed i diritti per l’uso di suolo pubblico o di affissione a che serve un consorzio stradale nel 2020? Se alcuni consorzi dello stesso tipo si sono estinti per “raggiungimento degli scopi statutari”, altri hanno modificato lo statuto in modo da fornire ai propri soci servizi alternativi; altri ancora hanno contrattato con l’ente comunale condizioni di collaborazione tali da compensare i costi dei servizi. I consorzi amministrati con supporto di una grande base di consenso hanno trovato soluzioni condivise con i consorziati che, spesso le dirigenze consortili lo dimenticano, sono i reali proprietari dell’ente. Vi sono anche consorzi che, pur senza le modifica dello statuto originale, riescono a fornire servizi nell’ambito “stradale” tali da soddisfare i consorziati in buona fede. Un esempio si trova ad Anzio e mi riferisco al Consorzio Lido dei Pini. Questo consorzio. che è di dimensioni inferiori rispetto a quello di Lavinio, certamente esplica attività che, anche se sono al limite di quelle previste dallo statuto, sono certamente da considerarsi integrative e che quindi concorrono alla valorizzazione del territorio ed al benessere dei suoi abitanti. Invito chi non ci crede a circolare nelle strade del comprensorio di Lido dei Pini, di andare nella sua sede, dove vengono organizzati piccoli eventi e dove si trova un piccolo museo archeologico, per rendersi conto che si può essere utili ed accettati dalla gente.
La raccolta dei rifiuti verdi, la pulizia stradale, la sicurezza notturna e....la gestione di uno stabilimento balneare consortile sono servizi utili e, di fatto, aggiuntivi a quelli che i cittadini già pagano agli altri enti pubblici. Questo avviene al Consorzio stradale Lido dei Pini. Il Consorzio di Lavinio? Le polemiche sterili non servono a niente e non servono nemmeno a convincere la dirigenza della situazione. Ed allora? Si pensi ad una conversione del Consorzio di Lavinio in una nuova entità che esplichi servizi che la gente richiede e che non sono prestati da altri enti. Naturalmente non si tratta di un processo facile ma è certamente meno difficile di quello che si pensa; se solo chi gestisce il Consorzio prendesse coscienza che non si trova in quel posto per condividere un pezzetto di sottopotere ma per prestare un servizio alla Comunità: questo sarebbe un valido punto di partenza. Il resto si chiama partecipazione e condivisione. Ma modificare l’atteggiamento di chi alimenta diatribe personali e rancori repressi è molto più difficile che trasformare il Consorzio di Lavinio in un ente utile ed apprezzato dagli abitanti.
Sergio Franchi
“Lo sport contro il bullismo” un’altra iniziativa per far vivere la Pineta della Gallinara
Contro il bullismo nelle scuole
Continuano le manifestazioni che un gruppo di persone di buona volontà organizza nel palcoscenico naturale della Pineta del Lido dei Pini. L’evento, organizzato dal Gruppo Operativo Salviamo la Pineta è stato decisamente un successo. “lo sport contro il bullismo”, questo il nome della manifestazione, ha permesso ai campioni dello sport di coinvolgere i bambini della scuola Leonardo da Vinci di Lido dei Pini e la popolazione locale nell’affrontare il tema del bullismo e del cyber bullismo tra gli adolescenti. Una piaga che colpisce circa il 67% dei ragazzi tra gli 8 e i 18 anni e che spesso nasce proprio tra i banchi scuola.
Tutto è cominciato con l’esposizione dei lavori dei bambini, cartelloni, poesie e canti inerenti il problema del bullismo tra i più giovani. Successivamente i Campioni dello sport come Omar di Felice, Emanuele Ludovisi e Benedetta Benedetti (campionessa italiana e medaglia d’oro alla coppa Europa di lancio del peso e del disco) hanno intrattenuto i presenti e coinvolto i partecipanti in un vero e proprio percorso di consapevolezza e coscienza sul problema sul problema troppe volte sottovalutato. A seguire, tutte le delegazioni olimpiche delle Forze Armate e di Polizia, Fiamme Oro, Fiamme Gialle e Sezione sportiva di Judo dell’Arma dei Carabinieri hanno affrontato il tema dello sport come prevenzione e soluzione al problema del bullismo attraverso la crescita dell’autostima, la forza di squadra e la sana competizione. Emozionante vedere bambini e tutti i presenti mescolarsi tra le forze dell’ordine, acclamarli ed applaudirli per i loro racconti e parole contro ogni tipo di violenza tra gli adolescenti.
L’assessore al turismo Valentina Salsedo ed il Consigliere Massimiliano Marigliani hanno portato i saluti dell’amministrazione Comunale. Una spilla ricordo per ogni partecipante riportante il logo della campagna Ministeriale “un nodo contro il bullismo nelle scuole” ha strappato un sorriso ad ogni bambino. Ogni delegazione invitata ha donato alla scuola un ricordo ed una dedica, in particolare Benedetta Benedetti ha donato un disegno, fatto con le sue mani, raffigurante un atto di bullismo ed uno sportivo che difende la vittima. Un sola nota di rammarico per il fatto che la Dirigenza della scuola ha inteso di non far partecipare l’intero istituto alla manifestazione. Una manifestazione di qualità come se ne vedono poche, un evento ben riuscito per divulgare il principio di solidarietà e di fratellanza e per contrastare i sentimenti di odio che generano una sottile violenza che spesso distrugge un’infanzia.
Luca Ceglia
Centrale biogas: fermarla si può
Spesso le piccole e grandi violenze dell’ambiente avvengono per l’incuria dei governi, a volte con la loro collusione, quasi sempre per ragioni di guadagno e speculazione ma, purtroppo e troppo spesso, esse vengono commesse con la complicità di coloro che ne patiscono le conseguenze. Troppo spesso la gente non sa, molto più spesso non vuole sapere e quasi sempre se ne frega e si avvede della porta aperta solo dopo che le mucche hanno preso il largo. La realizzazione di impianti impattanti, come una centrale biogas, vengono sempre accompagnati di mobilitazioni di popolo che si muove sotto il vessillo di una parte politica, fatto che se da una parte da consistenza alla mobilitazione ne rivela, prima o poi, l’aspetto divisivo e gli esiti sono spesso negativi. Noi abbiamo scelto la via legale, la strada maestra del confronto istituzionale, liberi da costrizioni partitiche e dalla necessità di compiacere o di denigrare un Giunta Comunale o Regionale. Confronto e discussione che abbiamo cercato di fare negli incontri con la politica, nelle commissioni e nell’ambito del Consiglio Comunale.
Abbiamo contribuito in modo determinante a bloccare la centrale biogas della Green Future. Abbiamo fermato il mega-deposito di rifiuti di Eco-Transport. Non abbiamo potuto fermare la Centrale biogas della Spadellata perchè il Comune di Anzio l’aveva già autorizzata senza darne notizie alla gente. Noi continuiamo a credere nella forza della legalità e nella coerenza delle persone per bene per fermare la centrale della Spadellata causa di disagio, danno economico e potenziale pericolo per gli abitanti.
Siamo convinti che essa possa essere fermata perchè pensiamo che la legge sia dalla nostra parte.
Per fare questa battaglia di giustizia e di legalità serve la presenza della gente, perchè la gente è la nostra forza.
Il giorno 18 febbraio alle ore 10,30 presso la Sala Consiliare di Villa Sarsina si parlerà delle ragioni della Centrale della Spadellata e la TUA PRESENZA, per sapere come stanno i fatti, è indispensabile.
E’ anche indispensabile continuare la nostra battaglia per far capire alla politica di Anzio che la salute degli abitanti, la loro sicurezza ed i loro interessi familiari non possono essere svenduti per trattare i rifiuti di Roma e per soddisfare solo ragioni di speculazione economica.
PARTECIPA, LA TUA PRESENZA E’ INDISPENSABILE
Uniti Per l’Ambiente