Se vedi un palo dell’Enel deteriorato… risponde l'803500
Può capitare di notare un palo in cattivo stato. Parliamo di quelli in cemento armato che dopo anni di onorato servizio dànno segni di degrado.
Che si deve fare?
Innanzitutto precisiamo che stiamo parlando dei pali che sostengono la rete elettrica non dei lampioni che illuminano le strade. La distinzione è importante per capire a chi fare presente il problema. I lampioni infatti sono competenza del comune, la rete elettrica invece lo è di Enel.
Alt! Ma quale Enel? Sì perché l'ente che una volta gestiva l'intero sistema elettrico della nazione si è trasformato nel tempo dividendosi in varie branche che sono spesso diventate vere aziende autonome. C'è ad esempio la Enel Energia che è uno dei gestori che offrono i loro contratti sul mercato libero, e c'è Servizio Elettrico Nazionale (SEN) che cura le utenze elettriche finché il mercato libero non diventerà obbligatorio (mancano ancora quasi due anni a quel momento previsto per il 1 gennaio 2024).
Invece quando si parla di impianti stradali, come una cabina o appunto un palo, il titolare è Enel Distribuzione (sito web e-distribuzione.it). Ad esso fanno capo tutte le problematiche delle rete elettrica d'Italia quando dai grandi elettrodotti dell'alta tensione la corrente arriva a ramificarsi in case, aziende e strutture.
Bene, tornando a noi e al nostro problema del palo rovinato cosa possiamo fare ?
Il canale messo a disposizione da Enel Distribuzione per chi vuole segnalare un problema presenta qualche asperità che speriamo venga via via smussata. Il punto è che esso è chiaramente stato progettato per rispondere all'utente che ha un guasto in casa propria : fino a pochi mesi fa ogni richiesta di contatto si apriva infatti con la richiesta del codice identificativo del contatore domestico (il famigerato POD=punto di distribuzione). Solo da poco tempo il numero verde offre la possibilità di specificare che si vuole segnalare non un problema all'impianto di casa ma ad un impianto stradale; ma anche così si percepisce bene che quest'ultima opzione è stata inserita in modo un po' raffazzonato, riadattando voci e termini nati specificamente per l'utenza domestica.
Tant'è. Il canale alla fine esiste e funziona. Il caso raccontato dalle foto qui accanto, anzi i due casi, dimostrano che segnalare serve. A riprova ecco qui sotto la comunicazione che Cittainsieme ha inviato a Enel Distribuzione dopo essersi cimentata con due casi pratici. La lettera si conclude con proposte di miglioramento. Vedi mai che dovessero darci retta...
a Spett. Enel Distribuzione – Manutenzione impianti stradali.
comunicazione inviata via PEC
Oggetto: osservazioni su procedura segnalazione guasti impianti stradali
Ci riferiamo alla vostra procedura di accoglienza di segnalazioni per problemi agli impianti stradali.
Mossi da senso civico abbiamo ritenuto opportuno, in data 23/4/22, segnalarvi due situazioni di sospetto pericolo relative a pali in cemento armato chiaramente deteriorati e per i quali chiedevamo un vostro sopralluogo. Le segnalazioni sono andate a buon fine ed abbiamo notizia che alcuni problemi effettivamente c’erano e che per essi sono ora programmati i provvedimenti del caso.
Dobbiamo però esprimervi alcune considerazioni riguardo alle criticità da noi rilevate nell’effettuare proprio le segnalazioni.
Cosa abbiamo segnalato.
Abbiamo notato due pali in cemento di sostegno alla linea elettrica particolarmente deteriorati e con un vistoso affioramento dell'armatura in ferro. I due pali si trovano ad Anzio (RM) ai seguenti indirizzi:
ANZIO -via Ippolito Nievo fra il civico 5 ed il 7;
ANZIO -via Adda angolo con via Tirreno.
Come abbiamo proceduto.
Abbiamo seguito il canale suggerito nel vostro sito, il numero verde 803500.
La prima segnalazione si è risolta in pochi minuti con l’unico neo che alla fine della telefonata, nonostante quanto indicato dall'operatore, non ci è stato fornito automaticamente il codice di rintracciabilità della segnalazione ma solo il questionario di qualità.
La seconda segnalazione è stata invece piuttosto controversa e ha richiesto più chiamate.
Nella prima di esse il problema è stato liquidato sommariamente dall'operatore come "non di pericolo imminente perché il palo non è caduto"; l'operatore ha quindi deciso di girarci ad altra postazione dalla quale è iniziata però una procedura automatica tutta impostata sul guasto di abitazione (richiesta del Pod, richiesta di dati personali, ecc.). Ne siamo usciti NON fornendo risposte se non il CAP di zona. Dopo altri minuti di squilli ci risponde un operatore che chiede di nuovo "il palo è pericolante?" Risposta: "Non lo sappiamo, non siamo tecnici, per questo chiamiamo. Lo abbiamo visto fortemente deteriorato, con lacune di cemento in più punti e con il ferro che affiora alla vista." L'operatore scompare e dopo un altro minuto di silenzio parte il servizio automatico di valutazione della chiamata: votiamo ovviamente 1 (il minimo).
Al secondo tentativo la segnalazione va a buon fine, anche se l'operatrice non riesce a trovare via Adda nel suo archivio, cosa che aggiriamo fornendo la traversa e così riesce a registrare il caso. Come nella prima segnalazione però il sistema non fornisce nessun numero di tracciabilità e la chiamata si chiude dopo aver chiesto il parere di qualità: diamo 4 al servizio e 5 (il massimo) all'operatrice che obiettivamente ha capito il problema e se ne è fatta carico.
Cosa non ci è piaciuto
-L’operatore che accetta la segnalazione non può farne più di una e quindi nel nostro caso abbiamo dovuto ripetere tutta la trafila per segnalare i due casi.
-A fine telefonata il sistema non fornisce il codice di rintracciabilità della segnalazione ma si limita a chiedere la valutazione di qualità e poi chiude la chiamata.
-Perché esiste solo il n.verde? perché non aggiungere una email con un indirizzo unico che provveda poi a smistare ai settori preposti ? O magari un form online direttamente sul sito ?
Cordiali saluti.
Ass. Cittainsieme
Nettuno. Finanziato
il restauro dell'ex Divina Provvidenza
"PNRR-iniziative per la rigenerazione urbana" lo Stato ha assegnato tre milioni e mezzo di euro al recupero e il restauro della grossa struttura nota come "ex Casa della Divina Provvidenza", lo storico edificio all'ingresso del comune di Nettuno.
Lo stanziamento statale è stato ottenuto grazie alle documentate motivazioni preparate dai tecnici comunali e ad esso si sono aggiunti 142.000 € deliberati dal comune stesso. L'obiettivo è di tornare a rendere sicura, accogliente e fruibile una sede da sempre a disposizione dei cittadini ma chiusa dal 2018 per i seri problemi di agibilità che presentava. L'edificio, nato a fine Ottocento per essere nuova sede nazionale dell'ordine religioso dei Fatebenefratelli diventò invece un sanatorio e casa di salute grazie all'opera tenace di Fra Giovambattista Orsenigo.
Esso è stato sede di numerose importanti entità, fra queste:
la chiesa parrocchiale di s.Barbara, fulcro religioso dell'omonimo quartiere;la scuola professionale Colonna-Gatti, oggi fusa con l'alberghiero Apicio";
la stanzetta d'ospedale in cui spirò la giovane Maria Goretti nel 1902, oggi trasformata in cappellina nota anche come "Tenda del Perdono";
il Centro sociale anziani, oggi temporaneamente spostato in zona s.Giacomo.
Il sanatorio dei Fatebenefratelli nacque come struttura riservata ai maschi e aveva solo alcune stanze, ben distanziate dal resto, per curare eventuali casi femminili gravissimi. In una di queste fu ricoverata la morente Maria Goretti.
Più tardi si stipulò un accordo con un ordine di suore ospitaliere che avrebbero dovuto gestire in autonomia più vasti ambienti femminili; la collaborazione durò pochi anni e le suore si trasferirono altrove finendo poi nel 1921 in quella che oggi è la residenza per anziani Villa Miramare, al di là della litoranea.
Sempre nel 1921 l'intero edificio venne venduto al Vaticano che ne affidò la gestione al Comitato Romano di Previdenza e Assistenza Sanitaria ed assunse la denominazione di Casa della Divina Provvidenza con cui è oggi più noto. Dopo la Seconda guerra mondiale l'attività ospedaliera ando rapidamente scemando per terminare del tutto negli anni 50.
Anzio. Approvati gli interventi per la scuola
Virgilio. Cantiere aperto entro il 2022
istrutturazione e messa in sicurezza del Virgilio, l'edificio scolastico che si apre su via Goldoni e sul retro nel piazzale della stazione di Lavinio.
In particolare si provvederà alla sostituzione degli infissi, alla nuova pavimentazione e al completamento dell'impermeabilizzazione del lastrico solare.
Nei giorni scorsi il comune ha stanziato per questi lavori 630.000 euro.
Partono quindi le procedure realizzative che prevedono l'inizio dei lavori entro il 2022.
Il Virgilio è una scuola "secondaria di primo grado" (la vecchia scuola media per intenderci). Esso è uno dei quattro edifici che formano l'Istituto Comprensivo n. 5 di Anzio.
Gli altri tre sono:
la Sirenetta (scuola per l'infanzia in piazza s.Anastasio - Lavinio mare)
il Leonardo da Vinci 1 (scuola per l'infanzia in via delle Camelie - Lido dei Pini)
il Leonardo da Vinci 2 (scuola primaria in via delle Tuberose - Lido dei Pini)