Il caos dell’informazione per cui è vero tutto ed il suo contrario, imbarazza il mondo intero di fronte agli evidenti crimini di guerra
Le guerre in corso per l’indipendenza dell’Ucraina
Il conflitto che è in corso in Ucraina sta assumendo configurazioni geografiche che mettono sempre più in evidenza il fallimento della Russia sul piano militare; il mancato raggiungimento di quegli obiettivi che erano stati chiaramente identificati sin da quando è iniziato l’attacco di terra per entrare in Kiev. Nessuna strategia ne, tanto meno, nessuna disposizione tattica, possono altrimenti giustificare il ripiegamento successivo su obiettivi che, praticamente, erano alla portata della Confederazione Russa già dall’inizio.
Questa considerazione resta valida qualunque sia l’ulteriore evoluzione del conflitto. Ma la guerra combattuta sul campo è solo una delle forme di confronto fra le parti; altre guerre sono in atto, che alla guerra delle armi sono legate, anche se combattute su altri fronti.
La più sbandierata è quella delle sanzioni. Un conflitto asimmetrico ed altisonante sul piano dei commerci e dell’economia di cui in fondo è difficile apprezzare gli effetti, in un paese che vive il concetto di benessere in modo molto articolato. Giova ricordare che la Russia, a prescindere dalle ricchezze immani dei sui oligarchi, è una grande nazione del secondo mondo, con un reddito pro-capite di 23.163 dollari per anno: la metà di quello del Regno Unito e circa un terzo di quello degli Stati Uniti.
Appare anche confusa e differenziata la rete dei partecipanti reali alle azioni sanzionatorie, come differenziate sono le modalità utilizzabili per aggirarne alcune senza troppi problemi. Insomma non è una sorpresa se, nonostante le sanzioni, prodotti italiani francesi e tedeschi sono ancora abbondanti sugli scaffali dei supermercati e dei negozi russi. Una sanzione sola potrebbe veramente incidere in modo devastante sull’economia russa, quella relativa all’acquisto di gas e petrolio ma, se venisse applicata, potrebbe essere letale per alcune economie europee come l’Italia e la Germania. Un’altra guerra che si muove ed interagisce con le azioni belliche è quella che avviene ai margini del conflitto armato ed è quella cioè che impegna, anche se in modo diverso e con scopi differenziati, praticamente tutti i servizi di “intelligence” del mondo.
Un confronto fra sofisticate capacità che si legano intimamente agli eventi sul campo quando servono, ad esempio, per definire obiettivi e spiegare i dettagli di scenario.
I due eserciti a confronto ricevono e vengono guidati da informazioni che provengono spesso da attività dei satelliti oltre che da notizie relative alla consueta azione di spionaggio. Senza il supporto delle informazioni, che il sistema di controllo satellitare USA fornisce all’esercito ucraino, sarebbero impossibili i successi che lo stesso sta ottenendo sul campo di battaglia. Un’altra guerra che è in atto in questo conflitto, tra nazioni evolute e società complesse che utilizzano sistemi sofisticati, è quella generalmente chiamata “cibernetica”.
Un modernissimo modo di scontro fra tecniche intrusive e capacità difensive che tendono alla compromissione dei sistemi logici e fisici che sono regolati dall’impiego di internet. Una guerra fra tastiere che ciascuno stato belligerante porta in modo sistematico per inficiare la struttura bellica e statuale del nemico. Ma forse la più subdola delle guerre in atto in Ucraina è quella dell’informazione che i belligeranti utilizzano quasi esclusivamente per divulgare propaganda. Una guerra che è difficile definire in termini didascalici ma è in atto, è intuibile e coinvolge tutti anche coloro che sono lontano dal conflitto e che di esso non sentono o temono gli effetti.
E’ evidente che la notizia è il bene prezioso del reporter ma troppe sono le fonti, i tramite ed gli intenti con cui la notizia viene divulgata, a volte manovrata, altre falsificata e , molte sono le volte in questa sporca guerra, in cui essa viene “creata”. Enti e esperti sono al servizio di Ucraina e Russia per modellare l’informazione in modo da renderla gradita ad un numero grande di spettatori nazionali ed internazionali.
Questo è tanto più valido per l’Ucraina che ha disperato bisogno di un’opinione pubblica favorevole e di quel supporto internazionale senza il quale non sarebbe in grado di sostenere lo sforzo bellico in atto. Assistere ad un dibattito sulla guerra in una televisione russa da un’idea chiara del livello di manipolazione dei fatti e questo non deriva dal confronto con notizie e fatti divulgati in una televisione Ucraina, ma dal paragone con i servizi degli inviati liberi delle TV italiane e non solo.
Quindi il tutto ed il suo contrario servono solo a frastornare l’osservatore sprovveduto ed a manovrare il consenso. Ed allora la possente nave ammiraglia, il lanciamissili incrociatore Moskva, che affonda tra le fiamme non è stato colpito da un missile nemico Neptune, ma è stato travolto da una tempesta non lontano dalla costa del Mar Nero ed un missile Tochka-U, che fa una strage alla stazione Kramatorsk, non è stato lanciato dalla base dei separatisti a Shakhtarsk, in cui è stato provato venissero detenuti anche missili di quel tipo e da cui i satelliti hanno tracciato la provenienza, ma sarebbe stato lanciato da truppe ucraine per uccidere donne e bambini ucraini al fine di impietosire il mondo. Quindi basta negare e divulgare una versione contrapposta per creare confusione ed alimentare le colonne dei negazionisti che non hanno nessun problema ad affermare che i cadaveri sulle strade di Bucha e le fosse comuni di Irpin e Borodyanka sono comparse e figuranti di set cinematografici e che le donne incinte e le infermiere che scappavano dall’ospedale pediatrico da Mariupol erano attori pagati da una casa cinematografica americana e chi più ne ha più ne metta.
La guerra dell’informazione è rivolta essenzialmente agli spettatori, all’opinione pubblica e cioè a quell’insieme di mondo di cui un 5% crede in modo convinto, che la terra sia piatta, il 4% che il vaccino anticovid inietti nel corpo un microchip per controllare l’umanità e percentuali ancora più alte riguardano persone che vedono UFO ed intrattengono rapporti con alieni. Ma nel caso della guerra in Ucraina la cosa è più complessa e ben più alta è la percentuale di coloro che ritengono che l’azione del Presidente della Confederazione Russa sia giusta e che quindi la Repubblica Ucraina avrebbe perso, oppure non avrebbe mai avuto, il diritto di esistere. A prescindere da quella parte di fruitori della notizia che negano per definizione, direi del tipo “nego ergo sum”, se si scava solo un po’ al fondo di queste convinzioni si trova sempre una solida base ideologica pacifista, oppure anti-Nato e sempre anti-americana.
Uno zoccolo durissimo che impedisce qualsiasi libertà di pensiero, che nega l’evidenza di una guerra e di chi l’ha voluta andando a rimescolare nel recente passato per trovare motivazioni capaci di giustificare massacri e crimini di guerra. Vi trovano promesse mancate da parte dell’occidente sull’espansione della NATO ma anche la violazione Russa del trattato di Budapest con cui i firmatari e prima di tutti proprio la Confederazione Russa, si impegnavano a “garantire la sicurezza, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina”.
A presentare questo trattato all’ONU, già violato con l’invasione della Crimea, fu Sergej Lavrov, ora potente ministro degli esteri russo ed allora rappresentante della Russia presso le Nazioni Unite. Nessun precedente, nessuna violazione, nessuna motivazione potranno mai giustificare, però, l’invasione di una nazione sovrana ed il massacro di cui è oggetto.
La guerra dell’informazione fa vittime innanzi tutto tra più “fragili” e fa suicidi fra coloro che non vogliono accettare la logica che è insita nelle cose: coloro che rifiutano l’evidenza, non accettano verità fondamentali e si rifiutano anche di rispondere ad una semplice domanda: “E’ credibile un’informazione divulgata da un paese in cui manifestare il proprio dissenso ti porta in galera, in cui giornalisti vengono avvelenati ed in cui chi chiama guerra una guerra va in prigione? Il fatto poi che quel paese diventi oggetto di denuncia per crimini di guerra da parte delle Nazioni Unite e che l’Assemblea Generale dell’ONU lo sospenda dal Consiglio dei Diritti Umani restano fatti irrilevanti, manovre occulte della NATO e dell’imperialismo americano.
Il Presidente della Confederazione Russa ha deciso di occupare una Nazione con un governo democraticamente eletto, la propaganda russa giustifica questa azione violenta con la necessità di abbattere un governo nazista che stava opprimendo comunità russofone: un governo guidato da un presidente ebreo e di lingua russa la cui famiglia è stata massacrata dai nazisti.
Sergio Franchi