costituirsi parte civile, ma dovrebbe preoccuparsi per aver approvato in cda i bilanci della Progetto Ambiente nonostante gli illeciti da noi segnalati, di averli rivotati in consiglio insieme alla sua maggioranza e assumersi le proprie responsabilità. Il processo ai danni dell’ex amministratore unico della Progetto Ambiente infatti va ad accertare se sia stato commesso un reato penale. Il sindaco con le sue dichiarazioni sembra non aver capito che anche qualora non si fosse configurato un danno per l’ente – il che è tutto da verificare – il rinvio a giudizio riguarda la presunta violazione di una norma. Questo è molto grave, chi amministra deve in primis rispettare la legge e deve garantire quella trasparenza che su questo argomento non c’è stata. E offendere l’opposizione non serve certo a cambiare la realtà dei fatti. Le indagini sono ancora in corso e confido si faccia chiarezza su tutti i fronti di questa vicenda”.
Proprio l’assenza di trasparenza e chiarimenti nel merito ha prodotto l’esposto in procura dei due consiglieri.
“Le abbiamo provate tutte prima di arrivare alla denuncia – rimarca il consigliere Vincenzo La Pegna - che abbiamo presentato oltre un anno dopo da quando il caso è esploso. Resto basito a leggere le dichiarazioni del sindaco, che ritengo fuori dal normale.
Noi consiglieri comunali non avevamo alcuna intenzione di colpire nessuno, siamo stati costretti ad avanzare quella denuncia dopo che, preoccupati per aver rilevato irregolarità nell’amministrazione della partecipata del comune, abbiamo cercato chiarimenti nelle sedi istituzionali senza mai riuscire ad ottenere una risposta. Abbiamo presentato l’esposto un anno dopo , la magistratura ha ritenuto di aprire un indagine per verificare le ipotesi di violazioni da noi formulate e ben due giudici hanno ritenuto valide le conclusioni a cui è giunto il PM, accogliendo quindi la richiesta del PM di rinvio a giudizio dell’ex amministratore unico, che si troverà a rispondere in tribunale di atti approvati in CDA anche dal sindaco Terra. Ricordo che il consiglio comunale è chiamato a vigilare sull’operato delle partecipate: sia i consiglieri di maggioranza che hanno approvato i bilanci, sia l’opposizione che lungi dal voler colpire qualcuno, ha agito a esclusivo interesse della buona amministrazione. Assurdo che per il sindaco il fine giustifica i mezzi: il danno viene già arrecato quando non vengono rispettate le leggi e il processo penale che si terrà sembra confermare la fondatezza dei nostri dubbi”.
Francesca Cavallin
Nessuna programmazione e una libera interpretazione del codice degli appalti, ha portato la Progetto Ambiente a procedere per anni con affidamenti diretti sottosoglia per i servizi di gestione del personale, acquisto dei mastelli e noleggio dei mezzi, in contrasto con la normativa vigente. Anche la ex consigliera Carmen Porcelli interviene sul rinvio a giudizio dell’ex amministratore unico della Progetto Ambiente Valerio Valeri, dopo che nel 2018 fu proprio lei la prima a sollevare dubbi sulla gestione della partecipata e in particolare sul ricorso costate agli affidi diretti all’interinale chiamata a fornire personale a tempo determinato e per l’acquisto dei mastelli per la raccolta differenziata.
“Il punto non è il possibile abuso d’ufficio - sottolinea Porcelli - ma la libera interpretazione del codice degli appalti, nonché i compiti che lo statuto prevede. Gli affidamenti diretti per l’acquisto dei mastelli della differenziata, il ricorso al personale esterno e il noleggio dei mezzi hanno subito un esponenziale aumento dei costi dal 2012 ad oggi. Vero è che la capillare copertura del servizio di raccolta differenziata avrebbe fatto lievitare naturalmente i costi, ma è altrettanto vero che per erogare questo servizio - gestito seriamente dal 2009 - riesce davvero difficile credere che, in previsione della copertura territoriale, non vi sia stata da parte delle amministrazioni D’Alessio prima e Terra poi la programmazione degli acquisti del materiale attraverso delle gare”.
Gare che di fatto non ci sono state, ma negli anni ogni critica all’amministrazione sul tema è stata accolta smentendo la veridicità dei dati forniti dall’opposizione.
“Dopo la conferenza stampa che tenni nel 2018 sul tema degli affidamenti diretti - sottolinea Carmen Porcelli - la risposta del sindaco e dell’allora assessore non fu istituzionale, non arrivò in una commissione o in consiglio comunale, arrivò ugualmente in una conferenza stampa, nel corso della quale -oltre ad offendere la sottoscritta, accusata tra le altre cose di “irresponsabilità politica” per aver osato mettere in discussione la gestione della Progetto Ambiente -non fu fornito alcun dato oggettivo in merito ai punti da me sollevati. Anzi fui accusata di aver diramato dati errati. A questo punto mi sorge legittimo il dubbio che anche il magistrato che ha aperto l’inchiesta e rinviato a giudizio l’ex presidente della Progetto Ambiente sia uno “sprovveduto”.
Per ravvisare alcune delle anomalie da me rilevate a suo tempo, deve avere anche lui consultato il materiale sbagliato, così come affermato dall’allora assessore all’ambiente. Proprio perché il sindaco difende l’operato dell’ex presidente della Progetto Ambiente, attendiamo la costituzione di parte civile del Comune di Aprilia nel processo, atto che permetterà al primo cittadino di esporre tutte le ragioni dell’ente”.
Francesca Cavallin