Il Comune di Aprilia ha 2,4 milioni di euro pignorati
Urge chiudere con la ex Flavia
L’urgenza di trovare un accordo con la ex Flavia ‘82 e sbloccare così i conti correnti dell’ente ad oggi pignorati per 2 milioni 400 mila euro, ha spinto l’amministrazione a riconvocare a stretto giro la commissione finanze per analizzare gli atti e portare a chiudere una vicenda che si trascina da anni anche all’interno delle sedi giudiziarie. Una commissione riconvocata dopo le rimostranze dell’opposizione e in particolare di Piazza Civica, che aveva apertamente contestato la mancata ricezione di alcuni documenti attesi in occasione della precedente seduta e utili ad analizzare a fondo l’utilità e la bontà di un accordo transattivo che arriva a sorpresa, dopo che il Comune aveva sempre manifestato l’intenzione di andare fino in fondo per aver ragione nei confronti della ex Flavia 82, non volendo riconoscere alla società alcun risarcimento in ragione della risoluzione contrattuale dovuta alla mancata realizzazione delle opere compensative. I tribunali però negli anni hanno deciso diversamente: da un lato all’ente è stata riconosciuta la proprietà degli immobili realizzati sulla ex area comunale della 167, dall’altra la società è riuscita a farsi riconoscere un diritto di indennizzo per quanto costruito superiore a 3 milioni 500 mila euro, perché gravato da interessi di varia natura e a inizio anno, forti dell’ennesimo atto di precetto sono riusciti a bloccare parte della somma all’interno dei conto correnti comunali, di fatto bloccandone l’impiego per i servizi. Il Comune, che stava aspettando l’udienza legata al ricorso presentato per impugnare la sentenza dello scorso anno, si è visto costretto a trattare: stando all’ipotesi di accordo transattivo stilato con i legali di Flavia, verserà ai costruttori 1 milione 700 mila euro in cinque anni.
“Abbiamo urgenza di definire - commenta il Sindaco Antonio Terra - perché con l’accordo transattivo potremmo sbloccare 2,4 milioni di euro e riutilizzarli. La data dell’udienza per il pignoramento è fissata a fine maggio-inizio giugno, ma se noi non chiudiamo l’accordo per quella data la società potrebbe decidere di far valere il diritto di prelazione sui 2,4 milioni di euro e per noi sarebbe molto peggio. Oltre ad aver ridotto l’importo a 1 milione 700 mila euro infatti, avremo modo di effettuare I pagamenti in più trance tenendo conto che quest’anno a bilancio abbiamo previsto 450 mila euro, la cifra rateizzata dell’accordo transattivo. Se l’accordo non andasse a buon fine, dovremmo trovare le risorse del bilancio e operare dei tagli”.
Francesca Cavallin
Giuseppe Petito critica la decisione dell’Amministrazione che vuole incassare 1,5 milioni
Un errore cedere la farmacia
Un errore cedere la farmacia comunale, un servizio importante per la comunità, soprattutto prima di avere la certezza assoluta che ciò non comporterà la perdita al diritto di aprire in città una nuova farmacia da parte del comune di Aprilia.
I dubbi del consigliere di Piazza Civica Giuseppe Petito fanno da sfondo alla decisione della maggioranza di cedere le quote pubbliche della farmacia comunale Aprilia Nord, una decisione saggia secondo l’amministrazione Terra perché frutterá subito ad un ente a caccia di liquidità 1 milione 500 mila euro, comunicata in occasione dell’ultima commissione finanze. Una scelta che a ben vedere non sembra giungere in un momento casuale: da poco infatti l’ente, all’atto di pignoramento dei conti correnti da parte degli ex amministratori di Flavia 82, che ha comportato un blocco degli stessi paralizzante alcune attività dell’ente, ha scelto di scendere a patti con I costruttori della 167, garantendo loro il pagamento in cinque anni di 1 milione 700 mila euro.
La mossa quindi di cedere l’ultima tra le farmacia comunali volute dal Comune di Aprilia e che dal momento dell’apertura continua a produrre utili non rivelandosi affatto un affare in perdita, sembrerebbe studiato a tavolino dalla pubblica amministrazione a far quadrare il bilancio ed evitare che la maxi transazione pesi sulle casse comunali.
Ma al di là delle motivazioni immediate, la scelta è stata criticata da Giuseppe Petito, che ha chiesto alla maggioranza quanto meno di approfondire i risvolti derivanti dalla cessione.
“Premesso che la farmacia comunale rappresenta in primis un servizio per la città - ha dichiarato - e che di conseguenza non si può essere d’accordo all’idea di cedere al privato quel servizio, chiedo quanto meno che prima che venga intrapresa questa azione si cerchi di capire se così facendo il Comune perde il diritto ad avere la terza farmacia comunale sul territorio e se così fosse sarebbe necessario porre in essere tutte le valutazioni del caso per evitare di compiere una mossa avventata e dannosa per la città”.
Francesca Cavallin