Il Pontino Nuovo • 15/2019
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A pochi giorni dalla sua morte, i
parrocchiani di Sant’Isidoro a
Santa Procula Pomezia, Padre
Pietro lo ricordano così:
“Beati gli invitati alla mensa del
Signore”
é la frase, che con la tua inimita-
bile cadenza, amavi ripeterci nelle
confessioni, nelle omelie, nei dis-
corsi personali o pubblici, per far-
ci capire che la nostra beatitudine
e la nostra salvezza stanno nel
partecipare ai sacramenti.
Amavi anche spiegarci il signifi-
cato di “Candidato”, colui che in-
dossava la toga bianca per distin-
guersi e per dire agli altri che era
disponibile a mettersi al servizio
degli altri.
Da giovane venivi in moto a cele-
brare la messa a Sant’Isidoro, do-
po la cerimonia accendevi la tua
moto per tornare a Pomezia e di-
cevi che quella era la tua seconda
messa: “La messa in moto”.
Hai sempre saputo insegnare in
modo tale che il tuo interlocutore
recepisse messaggi e concetti; hai
saputo insegnare ovunque, dal
pulpito, dalla cattedra, dal confes-
sionale, nei corsi sulla Bibbia, al
capezzale degli ammalati.
Usavi un linguaggio semplice, fa-
cile, molto comprensibile, per far-
ci capire l’essenza della fede e del
nostro vivere da cristiani; non
perché tu fossi un semplicione, al
contrario sei stato un sacerdote
molto attento e profondo, hai in-
teriorizzato talmente bene la fede
cristiana da essere in grado di
spiegarla e trasmetterla con gran-
de facilità. Senza scomodare i
grandi padri della chiesa o i gran-
di filosofi, tu parlavi ai cuori dei
fedeli direttamente dal tuo cuore,
sapevi trovare esempi dalla vita
quotidiana per trasmettere la
grandezza di Dio e del suo mes-
saggio d’amore.
Nella tua umiltà hai sempre accet-
tato i “consigli “ che ti venivano
dati. Ricordo pochi anni fa, du-
rante la settimana santa, ero stato
incaricato di leggere la parte del
narratore nella “passione di Cri-
sto”, tu hai espresso il desiderio
di fare quella parte, il parroco ac-
cettò e ti chiese non leggere con
la tua solita cantilena, tu non hai
risposto, hai accettato il consigli
ed hai letto la parte con tanta fati-
ca e con molta espressione (eri
già ammalato).
Non ti sei mai risparmiato anche
quando, negli ultimi tempi, avevi
gravi problemi di salute. Hai sem-
pre accettato gli inviti a celebrare
cerimonie religiose nei luoghi più
impensati e remoti, sei stato sem-
pre disponibile ed hai sempre
avuto parole di insegnamento, di
fede e di speranza, anche dal tuo
letto di malattia hai trovato il mo-
do di chiamare i tuoi parrocchiani
per restare in contatto con loro.
Hai sempre trovato il tempo per
tutti, probabilmente perché, come
dicevi spesso: “Vi porto tutti nel
mio cuore, uno ad uno”.
Nel confessionale ti definivi “la
lavatrice” di Dio, ed avevi la ca-
pacità di mettere noi penitenti a
nostro agio di fronte al Cristo,
crocifisso per perdonare quei pec-
cati che stavamo confessando.
Avevi la capacità di infondere si-
curezza e serenità perché quella
veste che era stata macchiata, tor-
nava candida con la confessione,
potevamo sentirci quindi, di nuo-
vo, “Candidati” al premio finale
e beati perché invitati alla mensa
del Signore. Ti sei fatto servo del-
le comunità dove hai esercitato il
tuo apostolato, da giovane sacer-
dote, da parroco e anche quando
ti hanno chiesto di metterti da
parte e di non fare più il parroco;
hai dominato il tuo orgoglio con
la preghiera, e ti sei messo total-
mente a disposizione dei confra-
telli per il bene della comunità
cristiana.
Hai pregato cosi:
“O signore, insegnami ad invec-
chiare
convincimi che la comunità
non compie alcun torto verso di
me,
se mi va esonerando dalle respon-
sabilità
se non mi chiede più pareri,
se ha incaricato altri a subentare
al mio posto.
togli da me l’orgoglio dell’espe-
rienza fatta
ed il senso della mia responsabili-
tà.
Accetta, o signore, l’offerta della
mia debolezza.
dammi la salute del corpo e la se-
renità dello spirito.
senza rimpianti sul passato,
in modo che contribuisca con
l’ottimismo
alla gioia ed al coraggio di chi mi
è vicino.
rimani sempre a me unito,
investendomi del tuo amore che
non conosce tramonto.
Resta con noi signore, perchè si
fa sera”.
Padre Pietro, tu che hai indossato
la veste bianca, perché invitato a
partecipare alla mensa del Signo-
re, e perché candidato al Paradi-
so; tu che ora partecipi al ban-
chetto celeste, intercedi per noi
presso Dio, perché anche noi sap-
piamo indossare e conservare con
amore la nostra veste bianca, per
partecipare al banchetto eucaristi-
co su questa terra e insieme a te a
quello Celeste.
Padre Pietro prega per noi!
I fedeli della parrocchia di
Sant’Isidoro Agricoltore a
Santa Procula Pomezia
A pochi giorni dalla scomparsa di Padre Pietro, i parrocchiani di Sant’Isidoro a Santa Procula gli dedicano questa lettera
Padre Pietro intercedi per noi presso Dio
Pag. 6 IL PONTINO NUOVO Cronaca di Pomezia ANNO XXXIV - N° 15 - 1/15 SETTEMBRE 2019
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