Arriva la stagione del sole e del mare, medicina terapeutica di benessere economico, fisico e mentale
L’estate a Nettuno: la regina delle stagione
La stagione di Nettuno è l’estate. Si comincia ad avvertire il suo arrivo verso la metà di maggio; a giugno la città l’accoglie a braccia aperte. Porte e finestre si aprono al sole, i giardini si riempiono di rigoglioso caprifoglio, si colorano di rose, di pennacchi di oleandri ed espongono mantelli di bougainvillea. Basta solo pronunciarla la parola estate: «Finalmente è arrivata!», e ne avverti la luce e il calore e si spalanca il cuore. Quella meravigliosa medicina naturale che è il sole, inonda le strade, le piazze, i vicoli. I suoi raggi entrano in tutte le case e dall’alto dei finestroni s’infilano nelle chiese.
Il sole sale in terrazza, e ai giovani sdraiati nell’isoletta d’ombra dell’ombrellone consegna messaggi tropicali di oasi e atolli, di danzanti hawaiane e collane di fiori, oppure il messaggio più prosaico, ma non meno gradito, della frittura di pesce della trattoria sottostante.
L’estate chiama a raccolta i rondoni che arrivano veloci e formano sulla Basilica della Madonna delle Grazie e sull’antica chiesa di San Giovanni, rotanti ombrelli di ali irrequiete. E il sole che filtra da quelli ombrelli di ali è un cielo più azzurro e più felice.
I balconi della città spettegolano con i panni stesi ad asciugare. Uno, con due pantaloncini e una veste strappata, dice che lì ci sono tre bambini scatenati; un altro, con una enorme vestaglia, che lì c’è una donna di grossa taglia. Una serie di fazzoletti c’informa che tutta la famiglia s’è beccata un bel raffreddore. Da un altro balcone, uno stenditoio ci fa sapere che quella sventata della signora ha messo insieme nella lavatrice panni di colore e panni bianchi, ed ha fatto un macello. Intanto, con l’aiuto del vento, le maniche lunghe di una camicia da uomo salutano affettuosamente la camicetta di organza rosa della signorina della casa accanto, che sembra schernirsi lusingata. Arriva a tempo la signora a portar via la camicia del marito.
I ristoranti, stanchi di stare al chiuso, vengono fuori e si sistemano con tavoli, sedie e ombrelloni sui marciapiedi, o addirittura sotto apposite tettoie. Anche le pizzerie e i bar si precipitano all’aperto, mentre spuntano tavolini, sedie e ombrelloni intorno ai chioschi di bibite e gelati. E, nelle pizzerie, i clienti aspettano che si liberi il tavolo all’aperto. Con l’estate lavorano tutti, perché la città straripa di gente. Gli abitanti aumentano a sessanta- settantamila e al sabato, quando in auto, treno e autobus, arrivano quelli di fine settimana, salgono ancora di più.
Sono allegri, eccitati e giovani; tutti anche i vecchi. Hanno fame e hanno sete. Mangiano tutto, bevono tutto. Nei bar, nei chioschi, il personale si fa in quattro per servirli.
All’ora dei pasti si fa ressa nelle trattorie. Gente in piedi che aspetta impaziente che si liberi un tavolo. Nelle altre ore i pizzettai e i gelatai hanno il loro bel da fare. Per le strade, ragazzini e fior di ragazze e ragazzi azzannano rettangoli di pizza, o leccano, golosi, coni di gelato. Dai negozi di oggetti balneari, buffi berretti, costumi da bagno e prendisole, cigni e coccodrilli di gomma, pinne, maschere e fucili subacquei, lenze e canne da pesca prendono la via del mare. Si compra in tutti i negozi.
L’estate per Nettuno, è la regina delle stagioni. Nelle spiagge, dal poligono alla Divina Provvidenza, nascono una fungaia di ombrelloni; centinaia di persone si offrono al sole e cercano refrigerio in acqua; chi cammina conversando, chi nuota, chi si lancia palloni. Meravigliosa stagione, l’estate. Ti senti improvvisamente una persona nuova, libera, non solo da tutte le noie, ma anche da te stesso. Ti livella, perché dà a te, come a tutti gli altri sulla spiaggia, lo stesso sole, la stessa brezza, la stessa onda fresca.
L’estate a Nettuno significa anche “Isola Verde”. Il verde dell’isola di Nettuno, in località Campana, è fatto di pini romani, e l’isola non sorge dall’azzurro del mare, ma dal verde dei prati. Quella che regna qui è un’estate diversa da quella della spiaggia, anche la gente è diversa da quella della spiaggia. Quella va pazza per il sole, questa ama l’ombra, Migliaia di chiome di pini formano tunnel d’ombra che ti lasciano respirare un’aria corposa che sveglia un senso di benessere, e dà una leggera ebbrezza. Questa è l’estate a Nettuno.
Silvano Casaldi