Carmen Porcelli, Rosalba Rizzuto ed Andrea Ragusa chiedono al Comune di impugnare la Determina Regionale per il terreno della Paguro
Uso Civico: il pagamento dell’obolo non cancella il vincolo
Porcelli, Rizzuto e Ragusa inviano integrazioni sul tema: “il pagamento di un obolo non cancella un vincolo e un principio della Costituzione. Il paesaggio va tutelato”
“La Determina Regionale di liquidazione del diritto di uso civico di pascolo a favore della collettività residente di Ardea sul terreno della Paguro sito in Aprilia va annullata: benché l’estinzione dell’uso civico non cancelli il vincolo paesaggistico, perché è confermata l’esistenza del bosco ceduo, il procedimento amministrativo potrebbe viziato. Ci chiediamo come mai il Comune di Aprilia non si affretti ad impugnare la determinazione della Regione Lazio, con quel procedimento infatti sono stati del tutto ignorati i diritti della comunità di Aprilia”.
Carmen Porcelli, Rosalba Rizzuto e Andrea Ragusa, firmatari delle osservazioni inviate alla Direzione Valutazioni Ambientali per la Conferenza dei servizi indetta dalla Regione Lazio per l’istanza di VIA presentata dalla Paguro nel sito de La Cogna, avevano inserito nel documento una ricostruzione dettagliata della liquidazione del diritto di uso civico. In questi giorni il parere della Sovrintendenza ai beni culturali conferma l’inefficacia della liquidazione di quel diritto ai fini di estinguere l’uso civico.
“L’affrancazione dell’uso civico non produce sic et simpliciter il superamento del parere paesaggistico – scrivono in una nota - perché esso viene meno solo se intimamente connesso all’uso civico, mentre il valore paesaggistico permane perché è un concetto con una portata generale sancito dall’articolo 9 della nostra Costituzione. Il sito acquistato dal privato sorge nelle antiche tenute di Gogna - S. Appetito, che sono state per molti secoli il feudo esclusivo della famiglia Cesarini (che nel 1673 assunse il predicato ducale Sforza Cesarini), fino al 2 agosto 1926 quando Maria Torlonia in Sforza Cesarini vendette a Salvatore Lanza. Le antiche tenute erano prevalentemente boscose e venivano utilizzate per il taglio novennale delle essenze legnose, per il pascolo del bestiame e per la semina dei cereali, come ha scritto lo storico Bernardino Tofani nella sua opera omnia, “Aprilia e il suo territorio”: malgrado il Comune di Aprilia ritenga trascurabile la presenza del bosco, il perito demaniale che ha effettuato la valutazione dell’uso civico, ha confermato l’esisto della macchia boschiva. La permanenza del vincolo paesaggistico è un concetto ribadito dalla stessa Regione Lazio nella determinazione di liquidazione del diritto di uso civico, ma ciò che ci ha messo in allarme è un particolare, sfuggito a tutti, emerso in occasione delle precedenti conferenze dei servizi, indette relativamente al primo progetto presentato dalla Paguro, e che abbiamo notato rileggendo attentamente il diniego della Regione Lazio dell’ottobre 2017”.
Secondo Carmen Porcelli, Rosalba Rizzuto e Andrea Ragusa l’iter per la liquidazione del diritto di uso civico sarebbe tutto da rifare perché il Comune di Aprilia sarebbe stato escluso dalla fase istruttoria: la Regione ha trasferito le indicazioni al Comune di Ardea per avviare il procedimento di liquidazione, ma quest’ultimo a sua volta era obbligato a trasferire gli atti al Comune di Aprilia, “perché anche la comunità civica di quel territorio si esprimesse, e questo ben prima della conclusione dell’iter e della liquidazione dell’uso civico” dicono i tre firmatari. Altro aspetto singolare di questa vicenda è che il sindaco del Comune Ardea, ente che ha avuto affisso al proprio Albo pretorio la determina di liquidazione della Regione Lazio, ha presentato nel maggio 2017 opposizione all’atto prodotto dall’area usi civici della Pisana, ma 40 giorni dopo i termini previsti dalla legge.
“Per quale ragione l’amministrazione comunale intendeva impugnare l’atto di liquidazione? Temeva forse che si estinguesse un vincolo sul sito di La Gogna, oppure riteneva che la comunità di Ardea non avesse alcun diritto sul terreno di via Savuto? Purtroppo, il Comune di Ardea non ci ha fornito alcuna risposta ancora – scrivono Porcelli, Rizzuto e Ragusa – e al di là delle tesi dei periti demaniali, e non ci convince il fatto che sulla stessa area corrispondente ad un antico toponimo due enti locali, Aprilia ed Ardea, applichino principi diversi su casi analoghi, ci sembra che la legge possa essere stata applicata in maniera dissimile. Lo sottolineiamo e da come risulta dall’Albo pretorio cercando “Usi civici”, mentre per la Regione Lazio e per il perito demaniale di Ardea, il diritto di uso civico dei territori appartenenti all’antico toponimo La Gogna - S. Appetito, pur se ricadono nel comune di Aprilia, sono a vantaggio della comunità di Ardea, ci chiediamo perché per il Comune di Aprilia sui terreni adiacenti a quello di via Savuto, sempre appartenenti all’antico toponimo, il diritto di uso civico si liquida all’Ente di Piazza Roma?”
Adesso la questione più urgente resta il diritto di uso civico e il vincolo paesaggistico: “Il Comune di Aprilia rispetto alla liquidazione del diritto di uso civico si era limitato a constatare che la perimetrazione del bene non possedeva più i requisiti necessari di bosco, invece avrebbe dovuto impugnare la Determinazione Regionale di liquidazione degli usi civici proprio per difendere il territorio di Aprilia dal rischio di veder realizzata una discarica. Adesso non c’è più tempo da perdere!”
Per concludere, ricordiamo che i primi dodici articoli della Costituzione italiana contengono i cosiddetti “principi fondamentali”, valori alla base dell’ordinamento repubblicano immodificabili, neppure attraverso il procedimento di revisione costituzionale.
L’inserimento dei principi fondamentali nell’incipit della Costituzione non è affatto casuale, ma risponde al preciso intento dei Costituenti di evidenziarne, anche testualmente l’importanza, fugando al contempo ogni possibile dubbio circa la loro immediata efficacia ed applicabilità.
Tra i principi fondamentali figura anche l’articolo 9, che testualmente recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Quindi, stabilito che l’apposizione del vincolo, ben oltre e altrove dall’esistenza dell’uso civico, è tutelato in quanto paesaggio dall’articolo 9 della Costituzione, come può il semplice pagamento di un obolo, confliggere con il dettato Costituzionale?
Cordiali saluti
Rosalba Rizzuto