I rifiuti di Anzio all’attenzione del Consiglio regionale
Cacciatore interroga
C’è un’emergenza ambientale ad Anzio e nella zona Padiglioni, un’ emergenza che non sembra impressionare piu di tanto gli addetti ai lavori.
Si tratta di un problema legato ai rifiuti ed al mondo che ne governa la gestione. Non si ha notizia di una presa di posizione da parte di chi pretenderebbe di indossare la veste di chi si pone in difesa degli interessi dei cittadini e non se ne legge molto sulla stampa locale.
Sia chiaro che non è in discussione il diritto di fare impresa ma il fatto che questo diritto sia fatto valere nel rispetto dei diritti degli abitanti e delle norme che questi diritti dovrebbero tutelare. Personalmente non condivido le battaglie contro la legalità che fanno alcuni comitati barricadieri perchè sono troppo spesso motivate politicamente.
Se un cittadino intende costituire un’impresa in base alle regole ed alla normativa egli non deve essere ostacolato perchè è sulla libera impresa che si basa il benessere del nostro Paese. Ma quando questo viene fatto in danno degli abitanti allora ciò non è accettabile.
Tanto per dare un’immagine del tutto sintetica si stima che nella configurazione prospettata (con due centrali biogas) ed in parte già operativa, nella zona potrebbero essere trattati rifiuti organici pari a 18 volte quelli prodotti dal Comune di Anzio il che equivale ad affermare che oltre il 95% dei rifiuti verrebbero da Roma o da altre zone.
Non accettare il concetto che questo significhi diventare la pattumiera della Capitale significa avere un’ opinione del tutto ottimistica della realtà. Eppure uno dei concetti innovativi del nuovo Piano Regionale dei Rifiuti è quello della chiusura del ciclo in bacini di produzione che, grosso modo, equivale a dire che ognuno si processa i propri rifiuti.
Il tutto senza considerare che, anche se ciò appare del tutto inconcepibile, non si è voluto dar vita al piano di compostaggio nato in era Bruschini, morto in era Bruschini, rinato con un’iniziativa di Fontana ed abortito sul nascere nonostante tutto fosse pronto per dare il via al progetto sperimentale previsto presso il Consorzio Lido dei Pini e che il supo presidente si era impegnato ad implementare.
Tale piano potrebbe dar vita ad una di riduzione dei rifiuti organici del 60% e quindi la mole dei rifiuti trattati o accantonati nella zona di Padiglioni diventerebbe 30 volte quella prodotto nel Comune di Anzio. Eppure se ne parla altrove, se ne parla su altri giornali e la situazione è stata oggetto di un’interrogazione presso il Consiglio Regionale da parte del Dr. Marco Cacciatore Presidente della X commissione che si occupa di rifiuti presso la Regione Lazio il cui Ufficio Stampa dichiara “Ho presentato un’Interrogazione sulla grave situazione del trattamento di rifiuti ad Anzio, con la richiesta di monitorare la situazione ambientale e valutare l’attivazione della legge sulle aree a rischio ambientale. Nella zona di Sacida–Padiglione esiste un impianto biogas di proporzioni superiori alle esigenze del territorio, già autorizzato dalle strutture tecniche regionali nel periodo a ridosso dell’approvazione del Piano Regionale Gestione Rifiuti (Prgr). Proprio il Piano Regionale stabilisce le distanze degli impianti dai siti sensibili - quali ad esempio le scuole - ma il primo impianto non le rispetta. Ora è in cantiere un altro impianto, ugualmente non conforme con le distanze, nell’area della medesima scuola.
Sarebbe ragionevole oltre che obbligatorio, sia rispettare le distanze stabilite da centri abitati e siti sensibili che commisurare gli impianti alle esigenze della cittadinanza, minimizzando l’impatto attraverso strutture piccole, diffuse sul territorio e di proprietà pubblica, come chiede il PRGR. Non trovo riscontri da parte del Comune di Anzio sulle reali iniziative di tutela, che rientrano nelle sue competenze in tema urbanistico ad esempio, poste in essere in questi ultimi mesi”.
Il Consigliere Cacciatore “non trova riscontri da parte del Comune di Anzio sulle reali iniziative di tutela” I cittadini della zona si aspettano fatti concreti che dimostrino che certi problemi non si difendono andando al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, basta prendere le decisioni adatte sedendo nel proprio Ufficio e ciò non per combattere chi cerca di far valere un proprio diritto ma di fare in modo che non si facciano valere diritti che non si hanno: è un semplice invito alle legalità.
Sergio Franchi
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della Funzione Pubblica di CGIL, CISL e UIL
Agitazione del personale di Anzio
In merito alla proclamazione dello stato di agitazione del personale del Comune di Anzio, alla richiesta del tentativo di conciliazione al Prefetto di Roma Avv. Matteo Piantedosi ed alle dichiarazioni apparse sugli organi di stampa le scriventi organizzazioni sindacali intendono per prima cosa rassicurare l’amministrazione comunale di Anzio di aver provveduto ad inviare apposita ed urgente errata corrige in merito all’imprecisione nell’indicazione del nominativo del Prefetto, che comunque non pregiudica in alcun modo i contenuti della nostra nota.
Non avendo inviato alcun comunicato stampa sulla proclamazione dello stato di agitazione e sulla richiesta di conciliazione al Prefetto di Roma, non immaginavamo assolutamente le veementi reazioni apparse sui mass media da parte di esponenti politici e dirigenziali del Comune di Anzio, che dovrebbero, a nostro parere, considerare con attenzione l’utilizzo di un maggior equilibrio emotivo e soprattutto del linguaggio.
Vogliamo anche evidenziare, senza entrare in alcun modo nel merito delle motivazioni dello stato di agitazione che spetteranno semmai a S.E. il Prefetto valutare, che il significato conciliare è quello di ascoltare e facilitare il dialogo, mentre espressioni come “non c’è niente da conciliare” oppure “la Città di Anzio, con ansia, attende la proclamazione dello sciopero” oppure è “inutile ogni confronto”, come riportato dagli organi di stampa, esprimono, a nostro giudizio chiusura ed incapacità ad ascoltare i problemi dei lavoratori, che non dovrebbero essere, a nostro giudizio, in alcun modo patrimonio di un amministratore e di un dirigente che non vogliano essere solo plauditiin modo acritico e sottomesso.
Riteniamo altresì utile rammentare che FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, sono organizzazioni sindacali aventi tutte le prerogative sindacali derivanti dalla loro rappresentanza espressa a livello nazionale e che hanno il sacrosanto diritto, garantito dalla Costituzione e dal sangue versato da uomini umili come Bruno Buozzi, nonché l’obbligo di ascoltare e trovare la adeguate soluzioni alle problematiche anche di un singolo lavoratore soprattutto nel caso in cui si ledano i suoi diritti o anche solo per rappresentare le sue ragioni al fine di tutelare le giuste aspettative.
Gli slogan populistici contro i dipendenti pubblici li lasciamo alla politicae li respingiamo al mittente, noi ci rimetteremo all’autorevole intervento del Prefetto di Roma come abbiamo sempre fatto e come impone la legge, con scrupolo e rispetto, mariteniamo però utile rammentare che il momento difficile che sta attraversando il nostro Paese non può in alcun modo farci dimenticare coloro che hanno combattuto e perso la propria vita per arrivare a sancire i diritti dei lavoratori,diritti riportati nei contratti collettivi nazionali di lavoro, che devono essere sempre e comunque rispettati dai datori di lavoro sia pubblici che privati, con la vigilanza continua dei sindacati che devono, a loro volta, obbligatoriamente, svolgere il proprio ruolo di difesa dei lavoratori, obblighi contenuti nei loro statuti.
I dipendenti del Comune di Anzio che non si sono in alcun modo mai tirati indietro e soprattutto in questo anno di pandemia globale, molti dei quali sono stati anche contagiati dal COVID-19, hanno dimostrato sempre la loro abnegazione al servizio al fine di erogare al meglio i servizi ai cittadini, anche in condizioni di non assoluta sicurezza come avvenuto soprattutto all’inizio della pandemia.
Ma sono altresì innegabili, anche per la stessa amministrazione, le gravi difficoltà legate ad una grave e cronica carenza di personale che non possono essere di certo risolte con mere riorganizzazioni o modifiche degli orari di servizio, se non accompagnate dai giusti investimenti che una città come quella di Anzio necessita, ad un passo dall’inizio della stagione estiva che chiamerà sul litorale migliaia e migliaia di turisti, proprio per garantire e soprattutto migliorare quei servizi che la cittadinanza si aspetta e di cui ha diritto di ricevere.
Auspichiamo quindi una rapida convocazione delle rappresentanze sindacali da parte del Comune di Anzio, al fine di aprire un giusto dialogo conciliativo per poter risolvere celermente le problematiche evidenziate, oppure attenderemo l’autorevole intervento del Prefetto di Roma.
FP CGIL, CISL FP e UIL FPL
Nettuno alla deriva economica
A Nettuno si trovano i soldi per incarichi, assunzioni e consulenze agli amici ma non per il servizio di mensa scolastica per i bambini, neanche per i buoni spesa alle famiglie in difficoltà o per mantenere il decoro della città.
Stiamo assistendo ad una vera e propria manovra finanziaria “lacrime e sangue” della maggioranza Coppola, che peserà unicamente sulle spalle dei nettunesi visto che la politica da due spende e spande. Nonostante la crisi socio-economica dovuta alla pandemia, quelli per “il bene di Nettuno” (solo a parole), aumentano le tariffe (parcheggi) e probabilmente anche alcuni tributi per i cittadini (basta leggere la letterina Tari inviata), oltre a tagliare alcuni servizi “essenziali” alla cittadinanza per il 2021.
Servono soldi perché i numeri non mentono e nei bilanci comunali della gestione Coppola diventano allarmanti, inesorabili e inappellabili.
Lo diciamo da due anni in ogni sede in tutte le salse, con proposte responsabili e analisi facilmente prevedibili ma mai ascoltate.
Oggi ne abbiamo la conferma, con dati alla mano e i provvedimenti “riparatori” di una Giunta disastrosa e incapace di gestire le risorse pubbliche, così come avrebbe dovuto fare un buon padre di famiglia.
I nettunesi e la Città ancora una volta pagheranno a caro prezzo i danni di una certa politica che anziché amministrare con senso di responsabilità, parla a se stessa e per suoi interessi, quelli di sempre.
Di certo la maggioranza Coppola non ha mai agito e non agisce nell’interesse pubblico e collettivo.
E’ chiaro a tutti.
Il Comune di Nettuno è di nuovo alla deriva economica ma anche e sopratutto ETICA.
I consiglieri comunali di Nettuno Progetto Comune
Avv. Simona Sanetti
Dott. Daniele Mancini