Il provvedimento immagine del M5S ha mostrato tutta la sua iniquità
Un reddito da abolire
Ci sono voluti 10 anni per assistere alla fine ingloriosa di quel fenomeno irrazionale con cui la politica ha inteso rispondere alla rabbia della gente; 10 anni che sono solo serviti a far diventare legislatori e ministri della repubblica, ragazze e ragazzotti, operai, studenti, disoccupati e finanche un bibitaro dello stadio San Paolo ed a dare un reddito principesco a molte persone del tutto incapaci, che non avevano mai compilato il modello 730. Una storia anacronistica che ha trovato l’epilogo nello scontro con la dura logica del governare.
Il Movimento 5 Stelle ha interpretato la rabbia della gente con una forma di populismo esasperato e sta restituendo milioni di elettori arrabbiati e tanti eletti costretti a trovarsi un lavoro vero. Come tanti italiani ne accolsi la nascita con la speranza di un riscatto della politica contro la casta; quando ho visto il settarismo ideologico all’opera ho avuto i miei dubbi, quando ho visto i vari Toninelli, Azzolina.
Bonafede decidere sulle sorti del Paese ed ho assistito all’avvento di personaggi come Conte e Raggi ho compreso l’irreversibilità del declino. Topi in ogni direzione lasciano, ora, la nave che affonda nel caos, roditori che cercano di trovare scialuppe che permettano loro un rapido problematico riciclaggio in un partito che ha raccolto lo 0,5% dei consensi elettorali.
La lista dei danni è lunga quasi quanto quella delle promesse tradite di cui ne ricordo solo alcune “Niente alleanze”, “referendum sull’Euro”, “blocco della TAV”, “blocco della TAP”, “no all’immunità parlamentare”, “il premier deve essere sciolto dal popolo”, “chi è indagato deve dimettersi subito”, “no ai vaccini”, e poi le contribuzioni dei parlamentari in gran parte non effettuate ecc...Di quel partito di popolo oggi resta solo in nome e dalla setta governata da un guru, improvvisamente scomparso, si è passati ad un partito amorfo che sopravvive millantando sulle promesse del passato. Una promessa è stata mantenuta, quella del reddito di cittadinanza: la legge piu iniqua e dannosa mai concepita dal Parlamento Italiano e non mi riferisco naturalmente al suo contenuto sociale ma al suo significato complessivo.
Non potrò mai dimenticare l’immagine di Di Maio e company che, sotto i fari che illuminano palazzo Chigi, raccontavano agli italiani l’ennesima stupidaggine: “Con questo provvedimento abbiamo abolito la povertà in Italia”. Il costosissimo provvedimento non solo non ha abolito la povertà, visto che la stessa è aumentata, ma ha creato iniquità, incoraggiata la disoccupazione danneggiando gravemente le attività lavorative turistiche e stagionali, moltiplicato il lavoro nero ed allargato notevolmente il raggio delle truffe allo Stato.
Questi sono dati inconfutabili; sono risultati che alcuni definiscono aberrazioni del sistema ma che interessano in qualche modo moltissimi percettori. Quali erano gli obiettivi della legge? Trovare un lavoro a chi ne cerca uno e, nell’attesa, aiutarlo economicamente. Mutuando da un sito specializzato “Si tratta di un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari associato ad un percorso di reinserimento lavorativo e di inclusione sociale, di cui i beneficiari sono protagonisti sottoscrivendo un Patto per il lavoro ed un Patto per l’inclusione sociale”. Per renderlo operativo si è preso il vecchio ed inutile carrozzone dell’Ufficio di Collocamento lo si è chiamato “Centro Per l’Impiego” dandone la direzione ad un guru che veniva dalla Pennsylvania e che oggi ne attribuisce il fallimento al Movimento 5 Stelle, il quale si è inventato i “Navigator” e ne ha assunto qualche migliaio, ha lavorato part-time a 179.000 Euro l’anno piu 166.000 Euro per viaggi in business class Italia-USA. La gestione, tutta grillina, di questa legge costa ed è costata miliardi presi in prestito ed, ogni sera, servizi televisivi ne descrivono nei dettagli i danni al sistema e la piu totale inutilità nell’inserimento nel mondo del lavoro.
Il reddito di cittadinanza ha costituito in qualche misura, esempio classico di “voto di scambio” in quanto ha rappresentato e rappresenta un forte bacino di consenso per il Movimento dove esso ha avuto la maggiore applicazione. La corsa dei grillini a candidarsi nelle circoscrizioni campane e del sud Italia, dove il reddito di cittadinanza sembra rappresentare il normale metodo di sopravvivenza e la forte tenuta elettorale confermano l’assunto del voto di scambio. Si dice che abbia aiutato circa 4 milioni di famiglie a sbarcare il lunario per anni ed è per questo, proprio per questo, che ha costituito inganno e fallimento; perchè esso è nato per accompagnare i cittadini al lavoro, cosa che assolutamente non ha fatto, mantenendoli in una semi-indigenza permanente. Compito dello Stato è quello di incentivare la creazione di posti di lavoro e non di pagare navigatori che invitano chi cerca lavoro a mettere un annuncio sul web.
La legge sul reddito di cittadinanza deve essere del tutto abolita e, per quanto attiene l’aspetto assistenziale, disgiunto da condizioni se non quella della precarietà economica, occorre istituire un reddito di assistenza per i non abbienti che dimostrino una accertata e periodicamente verificata incapacità lavorativa e creando, in modo del tutto separato, una normativa stringente, facilitata da un sistema agile e moderno con cui si incentivi la formazione e si avvicini chi offre il lavoro e chi lo cerca. La NASPI, adeguatamente rivista e corretta, dovrebbe coprire i periodi di perdita temporanea di lavoro per tutti.
Sembra proprio che il Movimento 5 Stelle abbia finalmente raggiunto il livello dell’ininfluenza politica e che, in questa legislatura non sia in condizioni di evitare che si metta mano ad una legge per creare una modalità efficace di assistenza sociale per le categorie fragili e, separatamente, uno strumento per formare ed aiutare coloro che devono entrare nel circuito produttivo ed attivo della società.
Sergio Franchi