Il Pontino Aprilia • 11/2019
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ANNO XXX - N° 11 - 7/21 GIUGNO 2019 Cronaca di Aprilia IL PONTINO APRILIA Pag. 5
L’Anpi di Aprilia cerca di dare un
significato alla giornata del 28
maggio. Un significato storico,
politico e culturale.
“Luglio 2012. Apprendiamo -
scrive Fasano dell’Anpi - la noti-
zia che la Commissione cultura
del Comune di Aprilia sta discu-
tendo sulla opportunità di dedica-
re la giornata del 28 maggio al
ricordo della Liberazione di Apri-
lia da parte degli alleati che, do-
po quattro mesi dallo sbarco di
Anzio - Nettuno (22 Gennaio del
’44), finalmente si aprivano la
strada per la Liberazione di Ro-
ma (4 Giugno ’44). La Città è
completamente distrutta dai fu-
riosi combattimenti, i suoi abitan-
ti dispersi, sfollati nei centri vici-
ni, in Calabria, in Campania.
“Nel mezzo della piazza, la statua
di San Michele, trafitta da una
miriade di colpi d’arma da fuoco
continuava a reggere la testa ta-
gliata del drago. Ma il drago ave-
va morso ugualmente. Per me
quella statua, come per tanti
apriliani, è rimasta l‘unica cosa
piagata ma originaria della citta-
dina”. Stanislao Nievo. Final-
mente! Come ANPI avevamo sa-
lutato con soddisfazione la deci-
sione. Avevamo solo chiesto che
si aggiungesse la specificazione
“dal nazifascismo” affinchè fosse
chiaro il contesto storico dell’e-
vento. Come si sa molte città ita-
liane infatti dal Sud al Centro-
Nord, per ricordare le distruzioni
subite e le sofferenza degli abi-
tanti a causa della dittatura fasci-
sta e dell’occupazione nazista,
hanno istituito la giornata del ri-
cordo della Liberazione sia che
essa sia avvenuta grazie all’eser-
cito alleato, sia che essa sia avve-
nuta grazie alla lotta partigiana
o, anche, all’azione sinergica del-
le due forze. Avevamo confidato,
e affidato queste nostre semplici
considerazioni ad una lettera, in-
viata al Presidente del Consiglio
comunale, al Sindaco di Aprilia e
ai Consiglieri comunali, protocol-
lata il 23 Luglio con il n. 59602.
Dicembre 2012. Ma nel prosieguo
delle sedute che continuarono fi-
no al 3 Dicembre, la Commissio-
ne cultura, forse per evitare il pe-
ricolo di mettere in moto l’auto-
matismo della domanda: “da
chi?”, decise di accantonare la
parola “Liberazione” e di orien-
tarsi per una nuova proposta che
appariva la più conciliante, e la
più asettica, incontestabile: “La
Giornata della pace”, per la
gioia di chi coltivava l’idea della
memoria condivisa e il supera-
mento della dicotomia fascismo –
antifascismo. Ma anche questa
seconda “ipotesi di lavoro” fu
presto accantonata forse per la
sua eterea universalità, poco
adatta a identificare eventi più
circoscritti. E si continuò a cinci-
schiare con l’unico scopo di arri-
vare a una decisione, purchessia,
senza nominare la cosa… 31
Gennaio 2013. Accadde l’incredi-
bile. Ciò che avvenne in Aula
consiliare , a conclusione dei la-
vori della Commissione, provocò
sconcerto anche tra coloro che
avevano partecipato alle riunioni.
Una “manina”? Il Consiglio co-
munale votò all’unanimità (con la
sola astensione dei Consiglieri
Giovannini e Longobardi ) la de-
libera, su proposta dell’Associa-
zione “Un ricordo per la pace” e
delle Associazioni combattentisti-
che d’Arma locali (sic.), che isti-
tuiva la Giornata della battaglia
di Aprilia che cadrebbe, secondo
i proponenti, il 28 Maggio (’44).
A parte ogni altra considerazione
di carattere strettamente storico
sulla veridicità della data a rap-
presentare un dramma che durò
oltre quattro mesi con continui e
sanguinosi capovolgimenti di
fronte, una semplificazione in-
comprensibile ai più.
La semplice dicitura “della batta-
glia”, così completamente nuda
di qualsivoglia indizio di riferi-
mento, così accuratamente distil-
lata da ogni qualsiasi “implica-
zione politica”, apparve il parto
di una regia impegnata a cancel-
lare la memoria storica di una co-
munità, a diffondere l’idea che le
guerre siano eventi naturali come
i terremoti da esorcizzare con ca-
denze annuali attraverso cerimo-
nie laiche di popolo dal forte va-
lore salvifico, capaci peraltro, co-
sì si è anche detto, di costituire,
per le nuove e future generazioni,
un “altissimo” insegnamento.
Mai più battaglie ad Aprilia, dun-
que. Onore ai caduti, a tutti. E co-
sì, mentre anche a Latina, a Ci-
sterna, si rinnova, in questa gior-
nata, come ogni anno, la memo-
ria del passaggio dalla Dittatura
alla Democrazia, ad Aprilia si
gioca ai soldatini.
Si ricordi che dimenticare, mini-
mizzare, relativizzare serve ad as-
solvere, ad archiviare, lasciando
intatto un “male” che può sempre
riprodursi e diffondere nel corpo
sociale e nei gangli vitali della
Repubblica. Ebbene, facciamo
una proposta. Si riveda quella in-
felice e incomprensibile delibera-
zione del Consiglio comunale del
31.01.2013. La Commissione cul-
tura metta in calendario questo
tema e verifichi la possibilità di
dedicare a quel giorno una piaz-
za, un giardino o, anche (perché
no?), una scuola; un luogo im-
portante insomma che ricordi alle
generazioni presenti e future il
momento in cui la comunità citta-
dina si è avviata ad affrontare,
non senza ulteriori sacrifici, la
difficile e complessa opera della
ricostruzione ispirandosi ai valori
di libertà, uguaglianza e solida-
rietà che sono le fondamenta del-
la nostra Costituzione”. P.N.
Riceviamo e pubblichiamo il documento dell’ANPI in ricordo della Liberazione di Aprilia da parte degli Alleati dopo lo sbarco di Anzio
28 maggio: il significato storico, politico e culturale
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