Europa Verde Aprilia vuole aprire un dibattito su questa iniziativa ambientale
Pedonalizzazione di piazza Roma
L’anno passato è stato difficile. I vaccini e l’impegno di tutto il mondo scientifico e sanitario hanno assestato i primi importanti colpi al Coronavirus, ancora non decisivi. All’emergenza sanitaria si è affiancata quella economica. Molti settori sono stati colpiti duramente, molte persone e molte famiglie sono state, e sono, in grande difficoltà.
Aprilia, purtroppo, non ha fatto eccezione. La nostra Città ha vissuto momenti di grave fatica, momenti che, probabilmente, ci hanno costretto a riflettere su quanto sia importante per il futuro lavorare, di più e meglio, sulla qualità della vita. Interviene così Europa verde Aprilia.
“Per tutto il 2021 - scrivono i membri di Europa verde Aprilia -ci siamo concentrati su questo aspetto e continueremo a farlo anche questo nuovo anno. Vogliamo offrire alla Città in cui viviamo una visione del domani, uno sguardo aperto che unisca contributi amministrativi e battaglie culturali, nel solco della tutela dell’ambiente.
Da un lato infatti continueremo ad elaborare proposte, a studiare e denunciare problematiche, a garantire un contributo di idee anche su aspetti quotidiani.
Dall’altro lato vogliamo aiutare Aprilia a sviluppare una vera cultura ambientalista. La nostra infatti è una Città che, tra tanti problemi, ha elementi di orgoglio verde: una differenziata importante e funzionante, una coesione sociale sulla lotta alla discarica, un’effervescenza di associazioni e singoli cittadini sempre più attenti all’ambiente.
Questa cultura è oggi presente tra tanti ragazzi della nostra Città, tanti giovani hanno a cuore il futuro del pianeta, e, localmente, del proprio territorio. Questi ragazzi, queste istanze, devono essere rappresentati e devono essere ascoltati.
Ci batteremo affinché queste battaglie divengano ancora più conosciute e sentite dall’intera comunità. Come Europa Verde Aprilia, nel 2022, abbiamo intenzione di proseguire nel nostro progetto di partecipazione, lo faremo con il tesseramento 2022, che è già iniziato, e che speriamo veda la collaborazione di molti altri cittadini che invitiamo ad attivarsi con noi, lo faremo continuando la battaglia contro la discarica. Ma lo faremo anche curando settori di cui pochissimi si occupano: l’innovazione digitale della Pubblica amministrazione, la strutturazione di un diverso approccio nelle questioni che riguardano il verde pubblico, lo sviluppo continuo di quell’Aprilia Plastic Free che deve essere riempita di percorsi molto più solidi.
Il nostro 2022 vogliamo cominciarlo con una proposta. Durante il periodo natalizio abbiamo notato come aver reso Piazza Roma un’area pedonale, dedicata in questo caso a famiglie e bambini, sia stato molto positivo. Ha creato un’ideale congiunzione con la nuova Piazza delle Erbe, permettendo ai cittadini di vivere un’intera parte della Città lontano dal traffico e stimolando una passeggiata, un acquisto al negozio, o al mercato coperto.
Facciamo un appello al Sindaco per aprire un dibattito nuovo e partecipato sulla pedonalizzazione della Piazza, sulla valorizzazione dell’opera di Mastroianni e del Campanile, sulla piantumazione del Centro Città, sull’abbattimento delle barriere architettoniche: insomma costruiamo un grande spazio collettivo dopo anni nei quali abbiamo vissuto, forzatamente, solo spazi privati”.
P.N.
Necessario un canile comunale
La città che primeggia a livello nazionale per la cura e l’accudimento degli animali randagi, è anche la città che nonostante i numeri elevati registrati dal fenomeno del randagismo, da poco meno di quattro anni si ritrova senza un canile, costretta a rivolgersi ad una struttura del capoluogo pontino con tutti i disagi che ne conseguono. Un paradosso tutto apriliano, che risulta ancora più evidente dopo la pubblicazione del X rapporto nazionale animali in città, elaborato da Legambiente con il patrocinio del Ministero della salute, di Anci, della conferenza delle Regioni e delle province autonome. Se il comune nord pontino non primeggia per organizzazione dei servizi, controlli, risorse utilizzate, risultati e quadro delle regole, tanto da essere risultata scarsa nella performance complessiva, l’ente primeggia quanto alla cura dei cani di quartiere o cani liberi controllati, pratica di fatto adottata da pochissimi comuni in Italia: secondo le stime, solo un comune ogni 25, pari al 3,9% conta cani di quartiere, ossia animali che vivono liberi ma vengono curati, accuditi e tenuti sotto controllo da chi vive nel quartiere o da volontari. Aprilia in questa speciale classifica figura al secondo posto, perché conta ben 843 cani che vivono in stato di libertà. Numeri non di poco conto se si considera che a Latina il numero degli amici a quattro zampe accuditi con questo sistema è di appena 100 animali. Non quantificato ma assai elevato anche il numero delle colonie feline. Tutto merito delle numerose associazioni presenti sul territorio e in particolare dei volontari che quotidianamente offrono il loro tempo per garantire la cura, il benessere e l’incolumità di cani e gatti randagi: solo per citare alcuni esempi l’associazione a tutela degli animali di Agostino Ruongo, l’associazione Amici di Birillo, particolarmente attenta invece al tema delle adozioni e l’associazione Salvi per un pelo. Associazioni importanti, se si pensa che l’ente di piazza Roma ha proseguito la collaborazione riconoscendo ad alcune delle associazioni citate un contributo economico per l’impegno profuso per la salvaguardia dei randagi. Una piccolissima somma se paragonato con le cifre elevate erogate a favore del canile Galilei di Latina, che nel 2018 si aggiudicò l’appalto per la custodia dei randagi di Aprilia. Eppure realizzare il tanto atteso canile comunale si sta rivelando un’impresa più ardua del previsto: difficile l’individuazione dell’area comunale dove poter realizzare la struttura, ancor più complesso trovare i soldi per costruirla. Un ulteriore paradosso, se si tiene conto che l’ente potrebbe risparmiare risorse preziose realizzando un canile comunale, rispetto alle somme milionarie oggi erogate per l’accudimento fuori città di cani e gatti randagi.
Francesca Cavallin
La pandemia ha messo in crisi anche la Ibi Lorenzini
Cassa integrazione
La riduzione temporanea del lavoro determinata dal Covid-19 non ha lasciato esente neppure la Ibi Lorenzini, l’istituto biochimico presieduto da Camilla Borghese Khevenhuller. Già ad agosto infatti il polo farmaceutico era stato costretto a fare ricorso alla cassa integrazione a rotazione per i 240 dipendenti, una strategia non indolore ma concordata con i sindacati di categoria per cercare di uscire nel più breve tempo possibile dalla crisi che aveva costretto anche a non rinnovare i contratti a tempo determinato. Una crisi che a quanto pare non può ancora dirsi superata: è notizia di questi giorni la richiesta di proroga avanzata dai vertici aziendali per altre 13 settimane, ma quanto pare la misura potrebbe essere più seria e commisurata all’ulteriore calo riscontrato negli ultimi mesi. Se in precedenza si era infatti optato per la cassa integrazione a rotazione, che comportava lo stop di due ore a settimana per ciascuno dei 240 dipendenti, questa volta l’aumento delle ore di cassa integrazione previste dalla misura sottoscritta da Cgil, Cisl e Uil e il calo registrato in alcuni dei reparti accende il timore tra i dipendenti che al termine della procedura possano esservi tagli del personale per esubero. Una paura ad oggi non confermata da fatti concreti, dal momento che la procedura di cassa integrazione attivata nell’agosto scorso era stata concordata con le sigle sindacali proprio nell’intento di salvaguardare i livelli occupazionali in attesa di un assestamento della domanda in calo dopo i mesi della pandemia e delle conseguenti misure restrittive. Tuttavia l’assenza di un assestamento vero e proprio e la scelta obbligata di rinnovare la cassa integrazione per altre 13 settimane aumentando addirittura le ore di fermo, non fa altro che accendere timori verso il futuro in particolare dei reparti maggiormente interessati dal calo produttivo e di conseguenza più esposti a esuberi ed eventuali tagli.
Francesca Cavallin