Sit-in di protesta e presidio ininterrotto di cittadini nell’area d’ingresso alla discarica di Albano in attesa della sentenza del Tar
No alla riapertura della discarica di Roncigliano
Discarica di Roncigliano: dal 2 agosto al 6 settembre presidio ininterrotto davanti all’ingresso della discarica in attesa della sentenza del TAR di primo grado. Il VII° invaso della discarica di Albano non riparta fino al 6 settembre, giorno in cui il TAR pronuncerà la sentenza di primo grado.
Prosegue costante la presenza di cittadini davanti al presidio permanente davanti la discarica di Roncigliano sulla via Ardeatina, che andrà avanti ininterrottamente per tutto il mese di agosto, con in testa l’Associazione Salute Ambiente Albano – Cancelliera, ed altre associazioni e comitati di Ardea e delle zone vicine che si sono organizzati per contrastare la riapertura della discarica di Roncigliano. Lo scenario e gli interpreti sono sempre gli stessi: Polizia da una parte e cittadini dall’altra.
Le proteste si sono riscaldate quando un primo camion carico di rifiuti è arrivato all’ingresso della discarica sulla via Ardeatina, il primo giorno che si prevedeva utile per la sua riapertura. I cittadini che, fino a qualche minuto prima dimostravano sul ciglio della strada, hanno invaso la careggiata ed hanno bloccato sia il camion con i rifiuti sia la circolazione viaria.
Lo avevano promesso ed hanno mantenuto l’impegno e cioè quello di fare a tempo indeterminato il presidio davanti all’ingresso della discarica di Roncigliano.
“Chiediamo a politici e amministratori di evitare passerelle elettorali (specie tra il 2 e 3 agosto) e di firmare, insieme a noi, la nuova raccolta firme: “la discarica di Albano non riparta fino al 6 settembre, si attenda la sentenza del 6 settembre”.
La richiesta di sospensiva del Comune di Albano non è stata accolta – si legge nella nota dell’Associazione Salute Ambiente Albano – Cancelliera -, appena pochi giorni fa, ma i giudici hanno ORDINATO alla sindaca Virginia Raggi di depositare in giudizio, entro 15 giorni, vari documenti che attestino: per salvare la Capitale dalla presunta emergenza rifiuti sono state opportunamente valutate TUTTE le discariche disponibili a Roma-città, provincia e Regione Lazio e che la scelta di Albano non è un mero arbitrio pre-elettorale. Le autorizzazioni, ossia le due volture dell’Ufficio Rifiuti Lazio del 2019 – 2020 su cui pende l’interdittiva antimafia definitiva e che garantiscono il riavvio della discarica sono in regola. Dalle analisi ambientali dell’Arpa Lazio le falde acquifere sottostanti la discarica di Albano non risultino inquinate. Il 2 e 3 agosto è molto probabile che i camion Ama non arriveranno in discarica e che la partenza reale del sito slitti a ferragosto, in modo di sfiancare fino al midollo la resistenza di cittadini e residenti.
Proprio per questo motivo domattina 2 agosto partirà un presidio permanente che durerà fino al 6 settembre”.
IL SINDACO DI ALBANO
“Provo grande delusione nei confronti di una vicenda che mostra ancora una volta come il grande schiaccia il piccolo senza alcun rispetto per le comunità sulle quali si abbatte questa decisione - ha commentato all’Agenzia Dire il sindaco di Albano, Massimiliano Borelli – C’è l’esigenza di una città che con i suoi amministratori non ha saputo trovare le misure per gestire i suoi rifiuti a danno dei nostri cittadini. La nostra battaglia legale non arretrerà di un passo e qualsiasi protesta sarà nel rispetto della legge”.
Quelle di Albano e dei comuni limitrofi potrebbero non essere le uniche comunità a scendere in piazza, perché la sindaca Raggi non vorrebbe limitarsi a riaprire solo la discarica di Albano: “Nel corso della riunione che c’è stata ieri in Prefettura, Raggi ha detto che non basta riaprire la discarica di Albano, non è sufficiente a fare reggere il sistema- ha aggiunto Borelli- e da settembre sarà necessario riaprire anche quelle di Colleferro e Guidonia o anche altre”.
SABATO 10 LUGLIO 2021
Questa mattina si è svolto davanti la discarica di Roncigliano un sit-in con i cittadini e la presenza dei sindaci di Albano, Ardea, Lanuvio, Genzano e Castel Gandolfo per dire a gran voce no alla riapertura della discarica per conferire i rifiuti di Roma. I cittadini dell’area hanno già dato in questi anni in termini di miasmi, incendi, inquinamento delle falde acquifere. Ardea è la città a valle che subisce i danni peggiori anche se la discarica è sul territorio di Albano. La zona è già compromessa per i danni arrecati negli anni passati ed i sindaci all’unisono hanno manifestato il loro dissenso e contrarietà alla riapertura. La regione Lazio ed il comune di Roma hanno avuto anni per trovare le soluzioni.
Oggi era auspicabile la presenza del governatore Zingaretti e dei rappresentanti di Roma e Città Metropolitana piuttosto che i rappresentanti anche a livello nazionale, di qualsiasi schieramento, che si riempiono la bocca di promesse e poi lasciano soli i cittadini a difendersi dagli attacchi e dalle incompetenze altrui. I sindaci hanno preso un impegno e mi auguro che le promesse non rimangano tali.
I cittadini in prima persona, i comitati e le associazioni vigileranno sempre.
L’area interessata alla protesta non è solo quella del Comune di Albano Laziale, ma è soprattutto il Comune di Ardea, con il Villaggio Ardeatino e gli altri quartieri di Montagnano, che subiranno, come hanno subito in passato, le più gravi conseguenze per la riapertura della discarica. Cittadini che sono tornati sul piede di guerra proprio per salvaguardare la propria salute e quella dei loro figli. Una protesta che si rinnova in questa caldissima estate che, sicuramente, non risolverà la questione rifiuti di Roma, ma accrescerà il malumore e soprattutto il malessere in popolazioni che già negli anni hanno subìto sulla propria pelle le scelte sconsiderate di una classe politica romana che, nonostante le richieste, le raccolte di firme, le sollecitazioni di politici di ogni colore, non ha saputo fare nulla o calmierare la situazione, per evitare che l’area metropolitana di Roma diventasse una discarica a cielo aperto.
Sabatino Mele