I rappresentanti legali di dieci associazioni di cittadini hanno presentato un esposto di sequestro della salma del grande Maestro
Caso Manzù: esposto alla Procura della Repubblica
L’ultima volontà di Giacomo Manzù, morto il 17 gennaio 1991, fu quella di essere sepolto ad Ardea nel giardino del suo museo come ha sempre sostenuto, confermato e testimoniato la vedova dell’artista Inge Schabel Manzù.
A pochi giorni dalla commemorazione civica di Giacomo Manzù, organizzata dai cittadini nel trentesimo anniversario della morte dell’artista, il sindaco Mario Savarese ha comunicato, nel consiglio comunale del 12 gennaio, di voler autorizzare, contro l’interesse generale, la rimozione della salma di Giacomo Manzù dal luogo dove scelse di essere sepolto per farla portare a Castel Volturno dove bruciarla e ridurla in cenere.
I rappresentanti legali di 10 associazioni di cittadini di Ardea e di altri comuni, ritenendo del tutto ingiusto, ingiustificato ed ingiustificabile questo nuovo tentativo di sradicare Manzù da Ardea, hanno deciso di presentare un dettagliato e documentato esposto alla Procura della Repubblica di Velletri sul caso Manzù dal 2019 ad oggi nel quale “si chiede di disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti valutando gli eventuali profili di illiceità penale degli stessi e, nel caso, individuare i possibili responsabili e procedere nei loro confronti. Si chiede altresì, a fronte del concreto ed imminente pericolo che il compimento delle attività descritte possa definitivamente ed irreparabilmente travolgere l’ultima volontà di Giacomo Manzù, disporre il sequestro della salma evitando che la stessa possa essere irrimediabilmente condotta a cremazione”.
Al Procuratore della Repubblica di Velletri
Oggetto: esposto con richiesta di sequestro
I rappresentanti legali delle sottoscritte Associazioni di Cittadini espongono quanto segue:
Il grande artista Giacomo Manzu’, cittadino “benemerito per la cultura” della Repubblica Italiana, morì il 17 gennaio 1991 e la sua ultima volontà di essere sepolto ad Ardea, nel giardino del suo museo, fu rispettata dallo STATO come una legge sacra ed inviolabile. A perenne memoria della SCELTA di Giacomo Manzù fu scoperta una lapide, che si trova accanto al suo sepolcro, nel corso della solenne cerimonia pubblica di sepoltura ad Ardea il 22 maggio 1992 alla presenza del presidente del consiglio dei ministri e di migliaia di cittadini.
Il 15 aprile 2019, due funzionarie del ministero per i beni culturali, Edith Gabrielli e Maria Giuseppina Di Monte (la prima come direttrice del Polo museale statale; la seconda come direttrice del Museo Manzù) in una lettera inviata a Giulia Manzù accordavano “l’autorizzazione a traslare la salma di Giacomo Manzù dal sacrario situato all’interno del giardino del museo Giacomo Manzù. Al fine di procedere alla traslazione della salma, la prego – scriveva ancora Edith Gabrielli – di concordare con la dottoressa Di Monte la data e l’orario per le operazioni necessarie. Sarà nostra cura, una volta terminata la traslazione, provvedere al restauro del sacrario di proprietà del museo”.
La traslazione della salma di Giacomo Manzù, secondo le intenzioni degli eredi, era finalizzata alla sua cremazione. La data concordata per la rimozione della salma era il 3 giugno 2019, alle ore 16 e tutto stava per essere fatto, in silenzio e di nascosto, senza alcun rispetto di quanto previsto dalla legge (art. 79 del DPR 285 del 1990 e legge 130/2001 sulle cremazioni). Il sindaco di Ardea Mario Savarese era stato privatamente contattato dagli eredi Manzù e si era messo “umilmente e devotamente a disposizione della famiglia” ignorando il fatto che la “cremazione deve essere autorizzata dal sindaco sulla base della volontà testamentaria espressa in tal senso dal defunto”. (art. 79 del DPR 285 del 1990).
I cittadini della comunità di Ardea, venuti a conoscenza di quanto stava avvenendo, denunciarono pubblicamente il fatto tramite i giornali locali.
Il 23 maggio 2019 gli eredi Manzù, come prevede la legge, chiedono ufficialmente al Comune di Ardea “l’autorizzazione per la cremazione della salma” di Giacomo Manzù a San Benedetto del Tronto. Nel modulo di richiesta non viene sbarrata la casella “Si allega disposizione testamentaria del defunto”, ma soltanto quella dell’atto scritto da cui risulti “la volontà dei parenti di procedere alla cremazione del defunto” che tra l’altro non viene allegato.
Il 30 maggio 2019 l’ufficiale di governo dello stato civile del comune di Ardea, come rappresentante dello stato italiano, esamina attentamente la documentazione e comunica subito agli eredi Manzù che non ci sono le condizioni “normativamente previste per l’autorizzazione alla cremazione” elencando tutta una serie di motivazioni. Tra la documentazione presentata, come risulta dall’accesso agli atti, c’è anche una copia del testamento dattiloscritto di Giacomo Manzù, con una aggiunta a penna, dal quale risulta espressamente che l’artista voleva “essere sepolto” e non cremato come chiedevano gli eredi.
Lo stesso 23 maggio 2019 il consiglio comunale di Ardea approvava all’unanimità una mozione per far rispettare dall’amministrazione locale, nell’interesse generale, la volontà di Giacomo Manzù di riposare in pace ad Ardea nel luogo dove aveva scelto di essere sepolto.
Un anno dopo, il 12 marzo 2020, gli avvocati degli eredi Manzù presentano un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio sostenendo che il comune di Ardea non aveva ancora concluso il procedimento amministrativo avviato con la richiesta presentata il 23 maggio 2019 giustificando il ricorso con le contraddittorie dichiarazioni del sindaco Mario Savarese anche in merito ad una presunta “incompetenza” del comune di Ardea nel caso Manzù.
Gli avvocati degli eredi Manzù continuavano a sostenere “la mancanza della disposizione testamentaria o di qualsiasi altra espressione di volontà del defunto” per reclamare il diritto insindacabile degli eredi alla cremazione della salma di Giacomo Manzù.
Il 17 giugno 2020 il comune di Ardea comunicava una seconda volta agli eredi Manzù, con la segretaria comunale e la responsabile dell’ufficio di stato civile, che la loro richiesta di cremazione era “inammissibile e/o improcedibile” considerato anche il fatto che “il maestro Manzù costituisce oramai patrimonio culturale del nostro Paese e, in particolare, della comunità di Ardea in cui si è identificato fino a manifestare il desiderio di esservi sepolto”.
Il 30 luglio 2020 l’avvocato nominato dal Comune di Ardea Simone Di Leginio comunicava al sindaco Mario Savarese che il TAR del Lazio aveva riaperto il procedimento amministrativo. L’avvocato comunicava che “fermo restando il diniego espresso per la cremazione” il comune di Ardea avrebbe dovuto ancora pronunciarsi per la parte relativa alla traslazione della salma di Manzù come se negare la cremazione non significasse anche di fatto negare la traslazione.
A questo punto, secondo il parere dell’avvocato, il comune di Ardea aveva due alternative: 1) concludere il procedimento negando per la terza volta l’autorizzazione alla traslazione/cremazione della salma di Giacomo Manzù come continuavano a chiedere gli eredi; 2) lasciar decidere la questione ad un commissario ad acta nominato dal ministero dell’interno nel caso in cui il comune di Ardea, entro 30 giorni, non avesse provveduto. Il comune di Ardea, concludeva l’avvocato, avrebbe comunque potuto fare ricorso contro la decisione commissariale. Il 3 agosto 2020 il commissario ad acta Giancarlo Dionisi, nominato il 31 luglio dal ministero dell’interno, comunicava alle parti in causa che si sarebbe immediatamente insediato allo scadere del termine di trenta giorni disposti dal TAR per il Lazio.
Il comune di Ardea, il 25 agosto 2020, negava per la terza volta l’autorizzazione alla estumulazione ed alla cremazione della salma di Giacomo Manzù concludendo in via definitiva il procedimento amministrativo. Gli eredi Manzù avrebbero potuto fare ricorso al tribunale di Velletri, come previsto dall’ordinamento dello Stato civile (art. 95 del DPR 396/2000).
Il 31 agosto 2020 il commissario ad acta si insediava alla scadenza del primo termine fissato dal TAR non ritenendo sufficiente, a suo parere, l’ultimo il provvedimento comunale.
Il 26 novembre 2020, con una sua deliberazione, il commissario ad acta si sostituiva al comune di Ardea decidendo di accogliere “la richiesta degli eredi Manzù finalizzata alla estumulazione ed al trasporto” della salma di Giacomo Manzù. Nessuna disposizione era prevista per la cremazione. Per motivare la sua decisione il commissario Giancarlo Dionisi errava nella lettura del testamento di Giacomo Manzù e dove c’era scritto “essere sepolto” leggeva “essere esposto” e dove c’era scritto “Ardea” leggeva “Aprilia” come se Giacomo Manzù non fosse stato in grado di capire dove abitava.
La cosa ancora più grave era quello che il commissario aveva fatto con la lettura data al testamento di INGE SCHABEL MANZÙ, la vedova dell’artista morta il 6 maggio 2018 e fatta cremare, su autorizzazione del comune di Aprilia, nonostante il fatto che nel suo testamento avesse manifestato la volontà di essere sepolta. Il commissario Giancarlo Dionisi, con citazioni fuori contesto del testamento di Inge Manzù (come aveva fatto nel 2019 il sindaco Savarese), interpretava al contrario quella che era la sua effettiva volontà. Inge Manzù aveva una “paura” e lo scrive nel suo testamento: temeva che lo Stato, senza rispettare gli impegni presi, trasferisse le opere del Museo Manzù da Ardea a Roma. Solo in quel caso, di fronte ad un museo vuoto, la salma (non le ceneri) di Manzù doveva essere trasferita altrove. Il commissario, nella sua deliberazione, aveva dimenticato di citare la condizione fondamentale posta dalla vedova per il trasferimento della salma di Manzù come facevano subito notare i cittadini della comunità di Ardea in una lettera aperta pubblicata dai giornali ed inviata anche al capo di gabinetto del ministero dell’interno. Il Comune di Ardea avrebbe potuto e dovuto fare ricorso contro l’atto del commissario, come consigliava l’avvocato, in nome del rispetto della legge, della verita’ e della giustizia, ma il sindaco Savarese da quel momento in poi rilasciava assurde dichiarazioni, (d’accordo con il commissario Dionisi che “sosteneva la prevalenza dell’interesse privato su quelli pubblici”) fino ad affermare che Giacomo Manzù non voleva essere sepolto ad Ardea e che, addirittura, era stato sepolto nel giardino del suo museo senza le necessarie autorizzazioni. Le dichiarazioni del sindaco erano immediatamente contraddette e smentite dai cittadini della comunità di Ardea.
Il sindaco di Ardea Mario Savarese non assumendosi la responsabilità di dare esecuzione in prima persona alla deliberazione del commissario, “sollecitava” in vario modo, direttamente o indirettamente, il personale dell’ufficio dello Stato civile a provvedere.
Le pressioni diventavano ancora più insistenti e pressanti a partire dal 3 dicembre 2020 quando il commissario Dionisi inviava una lettera al sindaco di Ardea nella quale “si prega” di ottemperare a quanto disposto autorizzando oltre la “traslazione” anche la “cremazione” della salma di Giacomo Manzù che non aveva previsto nella sua deliberazione del 26 novembre 2020.
Un mese dopo, il 4 gennaio 2021, il commissario inviava un’altra lettera nella quale “si intima”, perentoriamente, al comune di Ardea di autorizzare “estumulazione, traslazione e cremazione” della salma di Giacomo Manzù.
Il giorno dopo, 5 gennaio 2021, il dirigente dell’area tecnica Emanuele Calcagni del comune di Ardea, d’intesa con il sindaco Mario Savarese, “rilascia nulla osta all’estumulazione della salma di Manzoni Giacomo, in arte Manzù, vincolata all’ottenimento alla traslazione e alla cremazione di competenza di altra area comunale”.
Per quanto sopra esposto i sottoscritti cittadini chiedono che la Procura della Repubblica di Velletri voglia disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti in narrativa valutando gli eventuali profili di illiceità penale degli stessi e, nel caso, individuare i possibili responsabili e procedere nei loro confronti. Si chiede altresì, a fronte del concreto ed imminente pericolo che il compimento delle attività descritte possa definitivamente ed irreparabilmente travolgere la volontà di Giacomo Manzù, disporre il sequestro della salma evitando che la stessa possa essere irrimediabilmente condotta a cremazione.
Ecomuseo Lazio Virgiliano A.P.S.
Associazione Musicale
“Rutuli Cantores”
Associazione Tempo Futuro Odv
Associazione “Insieme Per La
Solidarietà” Regionale Lazio
Associazione Centro Cultura
“Domus Danae”
Associazione “Ardea Domani”
Associazione Fabricalbano A.P.S.
Associazione Italia Nostra
Sezione “Castelli Romani”
Associazione “Rivalutiamo
Marina di Ardea”
Associazione Vedere Altrimenti